Cultura

Patrimonio culturale

Le Marche rappresentano un autentico paradiso per gli appassionati del teatro, con 113 strutture di cui ben 72 storiche, cioè edificate tra il 1600 e il 1930. Praticamente una per ogni 15.000 persone, con significative presenze sia sulla fascia costiera sia nell’entroterra, svelando così un chiaro segno distintivo della regione, che va oltre il semplice interesse artistico-culturale. Un fenomeno ben esemplificato da una distribuzione estremamente equilibrata nel territorio, che prende in considerazione anche i centri minori. Non a caso si contano 15 teatri storici nella provincia di Ancona, 16 in quella di Ascoli Piceno, 18 in quella di Pesaro-Urbino e 23 nella zona di Macerata, che vanta la più alta densità. 
Centri fondamentali per l’aggregazione sociale, rappresentarono nel passato uno strumento fondamentale di stabilizzazione politica, in grado di offrire un’importante occasione di lavoro per diversi ceti professionali e artigiani, tra cui falegnami, minatori, ferrari, stuccatori, pittori, indoratori, sarti, manovali e addetti al trasporto dei materiali per l’edificazione. Senza contare la funzione economica e di polo d’attrazione, capace di donare alle città una grandissima aura di prestigio. La loro presenza contribuì inoltre ad accrescere la solida cultura musicale e l’amore per lo spettacolo degli abitanti, un tratto distintivo che il turista può apprezzare ancora oggi in tutta la sua vivacità.

I luoghi dello spettacolo nelle Marche 

I sipari dei teatri storici di Ripatransone, Monterubbiano e Offida 

Individuare gli obiettivi e le linee di intervento necessarie per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali di proprietà ecclesiastica. E’ questa la finalità generale di un protocollo di intesa tra Regione Marche, Conferenza Episcopale marchigiana e Segretariato regionale MIBACT, il cui schema è stato approvato con DGR n. 285/2016.Un intervento coordinato tra governo regionale, enti locali e autorità ecclesiastiche per ottimizzare gli interventi  e che verrà realizzato attraverso una sede permanente di confronto plurilaterale, rappresentata da una Commissione paritetica. Ne faranno parte il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli in qualità di presidente della Commissione insieme a Edoardo Menichelli, presidente  della Regione Ecclesiastica Marche. Per il Segretariato regionale MIBACT, Giorgia Muratori a cui si aggiungono tre membri designati dalla Regione (Moreno Pieroni, Raimondo Orsetti, Fabio Sturani) e tre membri designati dalla Conferenza Episcopale Marchigiana (Giuseppe Cucco, Simone Longhi, Luca Bottegoni).Si tratta di uno strumento operativo  importante per un confronto istituzionale su linee di intervento strategiche in favore di  un patrimonio culturale, quello ecclesiastico, che è tra i più considerevoli nella regione, sia in termini di  quantità che di qualità. In tal modo si concretizza un progetto politico finalizzato alla costruzione di una rete forte tra turismo e cultura, un sistema organico di sinergie per tutelare, valorizzare e comunicare un elemento distintivo della nostra identità socio-culturale: l’immenso patrimonio storico culturale fatto di edifici, aree archeologiche, opere d’arte, biblioteche, archivi  e musei, che costituisce indubbiamente un fattore di coesione e di crescita per la comunità.Grazie a questo accordo, ridefinito rispetto ai precedenti protocolli anche alla luce del riordino delle funzioni delle Province, la salvaguardia,  la valorizzazione, la fruizione sempre più estesa dei beni culturali di interesse religioso diventano attività stabili e oggetto di programmazione specifica sul patrimonio immobiliare e sui beni mobili di proprietà ecclesiastica, comprendenti anche i musei, gli archivi, le raccolte e le biblioteche.Tra le priorità degli interventi e secondo le rispettive competenze e disponibilità finanziarie, oltre alla catalogazione, come fondamento conoscitivo e propedeutico ai successivi interventi, alla conservazione dei beni culturali ecclesiastici, vi è anche la messa in sicurezza dei beni attraverso specifiche misure, specialmente in relazione agli edifici aperti al culto. In particolare, per il perseguimento delle comuni finalità è prevista la promozione di accordi e programmi con i Comuni e gli Enti locali. Le forme , i modi e i tempi degli interventi verranno concordati tra tutti i soggetti interessati sulla base di programmi annuali e pluriennali.  La Commissione opererà  anche per l’attuazione e la valorizzazione degli itinerari religiosi , la promozione di celebrazioni e manifestazioni di particolare interesse rivolte alla valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici nonché per l’organizzazione di corsi di formazione per volontari che possano aiutare i visitatori nella comprensione dei significati culturali e  religiosi dei beni appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche. Il protocollo, che sarà sottoscritto entro breve termine, prevede anche  la collaborazione della Conferenza Episcopale nella realizzazione di iniziative istituzionali della Regione a fini culturali e nelle richieste di prestito di opere d’arte per lo svolgimento di mostre.

Valorizzare le testimonianze delle civiltà e delle culture di un territorio, siano esse antiquarie, artistiche, naturali, bibliografiche o documentarie, contribuisce a diffondere una più ampia consapevolezza del patrimonio che la regione custodisce e a promuoverne la conoscenza contribuendo a salvaguardarne la memoria.

Musei, biblioteche, archivi e luoghi della cultura costituiscono infatti gli interlocutori privilegiati attraverso i quali stabilire un dialogo continuo con il territorio.

 

Per saperne di più

L.R. n. 30/2021 – Rete regionale delle dimore, ville, castelli, complessi architettonici, parchi e giardini di valore storico e storico-artistico della Regione Marche – Approvazione dei beni accreditati alla Rete Regionale per l’annualità 2023.

In esito alle risultanze dell’Avviso Pubblico di cui al DDS/BACU n. 37/2023, con Decreto del Dirigente del Settore Beni e Attività Culturali n. 309/BACU del 20/07/2023 è stato approvato l’elenco dei beni accreditati  e accreditabili con riserva alla Rete Regionale per l’annualità 2023, come riportato negli allegati A e B dello stesso atto.