Fin dal 2010 il concetto di distretto culturale è stato introdotto nella legge regionale n. 4 per i beni e le attività culturali, in piena coerenza con le direttive della Commissione Europea, a identificare un sistema integrato di risorse culturali la cui messa in valore è attivata da imprese appartenenti a settori diversi accomunate dalla capacità di estrarre contenuto e significato dalla cultura dei territori.
Da allora ha preso le prime mosse Il progetto di Distretto Culturale Evoluto (DCE), nel quale turismo e cultura si arricchiscono di ulteriori dimensioni manifatturiere e tecnologiche, avviato come azione strategica della programmazione della Regione Marche: le imprese culturali e ad alto contenuto di conoscenza ne sono protagoniste come traino dello sviluppo e opportunità di riequilibrio economico, in particolare nei contesti territoriali teatro di crisi del manifatturiero tradizionale.
Lo sviluppo del DCE Marche si fonda sul principio che il patrimonio culturale, le attività ad esso connesse, gli istituti ed enti culturali e di formazione, sono laboratori di innovazione capaci di generare imprenditorialità culturale e creativa, e che i prodotti e i servizi ideati a loro volta possono rappresentare uno dei principali vantaggi competitivi anche dei settori produttivi tradizionali del territorio.
Complessivamente il DCE nel periodo di attuazione ha sviluppato 17 iniziative: 13 di interesse regionale e 4 di iniziativa regionale. I progetti di interesse regionale sono stati selezionati a seguito di un avviso pubblico emanato nel 2013 con la partecipazione di partner pubblici e privati del territorio aggregati attorno ad un capofila pubblico. I progetti di iniziativa regionale sono stati individuati a diretta titolarità regionale e si sono connotati anche per l’apertura internazionale e/o per la connessione a reti lunghe, e per l’intersettorialità e multidisciplinarietà.
Il DCE è stato l’inizio di un percorso più ampio collocato all’interno di una strategia pluriennale di sviluppo economico locale che ha poi trovato riscontri nella successiva programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020. Tale stagione di programmazione ha costituito un'importante occasione per rafforzare e consolidare l’azione del Distretto Culturale, a conferma del ruolo strategico della cultura quale driver di sviluppo territoriale, attivando e sostenendo interventi a favore delle imprese Culturali in modo sinergico, per cui domanda/offerta di servizi da parte delle imprese culturali e creative si potessero connettere con il manifatturiero tradizionale e il turismo, e le operazioni di concezione, sviluppo e comunicazione dei prodotti e servizi potessero avvalersi di contenuti e professionalità della cultura e della creatività capaci di veicolare al meglio i valori e i caratteri identitari del territorio marchigiano.
In tale contesto le azioni rivolte alle imprese della filiera culturale, turistica, creativa, dello spettacolo e delle produzioni tradizionali hanno inteso perseguire il fine di valorizzare le intersezioni settoriali e realizzare prodotti e servizi finalizzati all’arricchimento, diversificazione, qualificazione dell’offerta turistico – culturale nonché alla capacità di innovazione anche non tecnologica del manifatturiero.
I progetti presentati singolarmente o in rete attraverso il coinvolgimento anche di imprese del settore manifatturiero e turistico in partnership con quelle culturali e creative hanno riguardato tipologie di attività diverse quali:
• progetti aziendali di innovazione organizzativa e gestionale delle imprese operanti a vario titolo nell’ambito culturale e creativo (a titolo esemplificativo assetti, configurazioni, procedure, strumenti operativi e risorse umane, azioni di integrazione orizzontale e verticale, promozione, internazionalizzazione);
• progetti aziendali di investimento quali acquisizione di mezzi di produzione ed insediamento di nuove attività in grado di favorire la cross fertilization tra i settori interessati in spazi attrezzati pubblici e privati;
• progetti di sviluppo di processi, prodotti e servizi innovativi da parte delle imprese culturali e creative per la conoscenza del territorio e delle produzioni locali;
• progetti di sviluppo di processi, prodotti e servizi innovativi da parte delle imprese culturali e creative con le altre filiere produttive del territorio come ad esempio quella della manifattura e del turismo utili a migliorare l’integrazione tra settore culturale e altri settori (a titolo esemplificativo: produzioni di spettacolo dal vivo e performing arts, story telling, short business film nell’ambito del marketing e comunicazione d’impresa, del patrimonio culturale e dell’offerta turistica, produzioni audiovisive per il gaming ed edutainment, merchandising innovativo 3D e di tradizione, allestimenti show room e musei d’impresa a carattere innovativo/immersivo, marketing, pubblicità, grafica, design, prodotti per la rete, etc).
Due le azioni gemelle attivate con i fondi strutturali del POR FESR 2014/2020 a valere sull’Asse 3 per l’intero territorio regionale e sull’Asse 8 riservato all’Area Sisma, progetti finanziati con i fondi comunitari e con i fondi regionali che hanno così consentito alle imprese culturali marchigiane di acquisire una consapevolezza diversa, centrata sulle loro potenzialità, e di mappare sul territorio le realtà più interessanti e innovative.
Con il primo bando sono stati presentati 108 progetti di cui finanziati 71 con un investimento regionale di circa 6,5 milioni.
Con i fondi dell’Asse 8 riservati all’area sisma poi, è stato emanato nel 2019, un nuovo analogo bando rivolto alle sole aree del sisma, con uno stanziamento di 4,5 milioni di euro. Alla sua chiusura sono stati presentati 62 progetti di cui finanziati 45.
Nonostante l’attività sia ancora in corso, almeno per la parte di progettazione ammessa e finanziata più di recente, è già possibile tracciare un bilancio dell’esperienza compiuta e individuare nuove traiettorie di sviluppo.
Sicuramente la rilettura dei progetti evidenzia l’importanza del coinvolgimento degli enti pubblici nella prima fase del DCE, fortemente voluta e poi non più possibile nel contesto dei fondi comunitari, che ha consentito di risolvere nella pratica, con semplicità e concretezza, il difficile rapporto tra pubblico e privato nella valorizzazione del patrimonio e delle attività culturali.
Le imprese culturali e creative hanno dimostrato negli anni di essere resilienti e capaci di fronteggiare le difficoltà, dalla crisi economica, al sisma, all’ultima crisi pandemica. Non sono rari i casi in cui sono proprio le imprese culturali e creative a produrre soluzioni innovative che possono concorrere ad attualizzare e reinventare l’attività di altri settori, nella comunicazione, nella promozione, nella vendita di prodotti e servizi, ad iniziare dal turismo.
La contaminazione tra cultura, manifattura, nuove teorie e pratiche di marketing, gaming, edutainment, sono segmenti di un unico comparto di attività che produce e sprigiona innovazione.
A questo dinamismo corrisponde anche il lavoro delle Università e dei Centri di ricerca, che soli possono garantire al settore la ricerca applicata utile a realizzare non solo cose nuove ma anche cose realmente innovative e con metodologie diverse.
Dare forma e connessione a queste diverse componenti è la chiave per produrre valore e imprimere energia al territorio provato dalle avversità.