Il Museo è collocato all’interno di una sala affrescata del palazzo Benigni di fronte alla Chiesa di San Giovanni Battista, monumento appignanese rinnovato nel Settecento. Il percorso espositivo del museo comprende una particolare collezione, denominata “Dalla Fibra al Filo” che consente di vivere un’esperienza tattile e di processo, riguardante le principali fibre naturali in uso fin dall’antichità, attraverso oggetti e strumenti ottocenteschi, necessari per la trasformazione in filo, come gramola, pettini da canapa, rocca, fuso, arcolaio, aspo, dipanatore, mulinello, pesi da telaio e un telaio del ‘700.
Sono esposti inoltre piccoli oggetti come fuselli, coltelli lignei per battere la trama nella tessitura a tavolette, pettini di canna, pettine separatore per l’orditura, un antico orditoio in legno, cartoni per pizzi a tombolo, carte tecniche per la progettazione dei tessuti, frammenti di tessuti di tradizione monastisca di fine Ottocento. Completa la collezione un'esposizione di pigmenti tintorei fra cui la polvere del guado e un arazzo classico di fattura a liccetti (tecnica del XII sec.), tessuto con trama tinta col guado.
L'allestimento dedica una particolare attenzione alla valorizzazione sia della memoria materiale, tramite gli oggetti esposti, sia della memoria immateriale, legata a parole e segni connessi al mondo della filatura e della tessitura.
Il percorso termina con la presentazione dell’antica tecnica dei Liccetti (XIII-XIV sec. ), disciplinata dalla Regione Marche come tipica dell’entroterra Maceratese, attraverso una dimostrazione pratica su un telaio allestito con specifica programmazione.