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Museo della Miniera di Zolfo di Cabernardi e Parco archeominerario


  • Indirizzo :Frazione Cabernardi - Via Contrada Nuova,1 (AN) SASSOFERRATO
  • Tel. : 0732 975241
    Fax :
  • Email : minieracabernardi@virgilio.it   
  • Sito web : http://www.minieracabernardi.it
  • Orario : Museo: Inverno, sabato e domenica 15-18; Estate, sabato 16.30-19.30, domenica 10-12, 16.30-19.30. Visite guidate al Parco archeominerario: sabato 17.30 e 18.30 (da settembre 16.30 e 17.30), domenica 10.30 – 17.30 – 18.30 (da settembre 10.30 – 16.30 – 17.30) Fuori da questi orari su prenotazione.
    Note : Per prenotazioni 0732 975241 / 0732 975018 / 333 3239363 / 347 8358831 / 329 0737105 minieracabernardi@virgilio.it;
  • Ingresso : Ingresso gratuito al museo. Ingresso al parco minerario: € 3,00 – Ridotto per gruppi di almeno 15 persone € 2,00 – Bambini fino a 7 anni gratuito; Visita in notturna € 5,00
  • Tipologia : Specializzato Territoriale - Archeologia industriale
  • Servizi : Sala proiezione audio/video

  • La sede e le collezioni
  • La miniera di Cabernardi, scoperta il 16 aprile del 1886, ha un'estensione di ottomila metri di lunghezza, millecinquecento metri di larghezza e ottocento metri di profondità, con quindici gallerie e due pozzi di estrazione profondi mt. 460. La miniera, uno dei principali poli minerari marchigiani, fu chiusa definitivamente nel 1959. Il Museo della Miniera di Zolfo è ubicato nel cuore della Frazione di Cabernardi. La sede espositiva è disposta su cinque ampie sale e su un lungo corridoio, al primo piano dell’ex edificio scolastico. Un suggestivo itinerario attraverso il quale il visitatore si trova ad essere idealmente calato in una realtà industriale di un’epoca ormai lontana, a cavallo di due secoli (dagli ultimi tredici anni dell’800 alla metà inoltrata del ‘900). Una realtà in cui operavano mediamente 1.600 minatori, per lo più impiegati in un duro e pericoloso lavoro nel sottosuolo, alle dipendenze della “Montecatini”, la Società proprietaria della miniera dal 1917 al 1959.

    L’esposizione offre un suggestivo itinerario attraverso il quale il visitatore si trova ad essere idealmente calato in una realtà industriale di un’epoca ormai lontana. Lungo questo percorso è possibile apprezzare attrezzi da lavoro, materiali per l’estrazione del minerale, maschere anti-gas, caschi da minatore, martelli pneumatici, lampade, planimetrie, tascapane, libretti di lavoro, un plastico della miniera con i due principali pozzi, materiale fotografico dell’epoca e ritagli di giornali che testimoniano la vita in miniera, le attività ad essa connesse ed i drammatici eventi che ne precedettero la chiusura, come anche i momenti ricreativi e di festa dei minatori e delle loro famiglie. In esposizione anche la materia prima della miniera, lo zolfo, nelle sue diverse forme, in pezzi di materiale grezzo come veniva estratto, sotto forma di cristalli e di “pani” e così come si presentava con il suo tipico colore giallo dopo il processo di raffinazione. Durante la visita è possibile visionare filmati descrittivi e dell’epoca come ad esempio i preziosi documentari “Pane e zolfo” girato dal regista Gillo Pontecorvo a Cabernardi nel 1956 e “Gli zolfi delle Marche e della Romagna” degli anni ’30 del Novecento, entrambi recentemente restaurati dalla Mediateca delle Marche. Nel 2011 è stata inaugurata una nuova sala denominata “Galleria della Memoria” dove è stata ricreata l’atmosfera del lavoro dei minatori nelle gallerie. In occasione del 60° anniversario dell’Occupazione della miniera, la c.d. Lotta dei Sepolti Vivi, è stato rinnovato l’allestimento fotografico oltre che arricchita l’esposizione con una mostra tematica dal titolo “La Lotta dei Sepolti vivi nella cronaca dell’epoca”.

    Il museo è parte integrante del Parco archeominerario che rappresenta un’esposizione a scena aperta del cuore e dell’anima della miniera di Cabernardi. E’ stato inaugurato il 5 luglio 2015 nello stesso giorno in cui nel 1952, dopo 40 giorni, termina la “Lotta dei Sepolti Vivi” così come vennero denominati i 337 minatori che dal 28 maggio occupavano le miniere di Cabernardi e Vallotica per manifestare il proprio dissenso alla decisione della Montecatini di licenziare più di 800 operai e di conseguenza arrivare alla chiusura della miniera.
    Con i contributi del Parco dello Zolfo delle Marche, il Comune di Sassoferrato ha portato avanti un primo stralcio di progetto di recupero dell’area della miniera che attualmente permette di poter percorrere un sito minerario con i suoi principali manufatti restaurati: il Pozzo Donegani, i Forni Gill, i calcaroni, la galleria di collegamento tra i forni Gill ed un calcarone, il piano inclinato, la centrale elettrica, il deposito della nafta, quest’ultimo riconvertito in Auditorium. Attraverso la visita nel Parco Archeominerario è possibile ricostruire il ciclo della lavorazione dello zolfo: dall’estrazione alla fusione La gestione del del Parco Archeominerario e del Museo comunale della miniera di zolfo è affidata, sulla base di una convenzione con il Comune di Sassoferrato, all’Associazione Culturale “La Miniera” onlus di Cabernardi. Il punto di informazione e la biglietteria per gli ingressi al Parco Archeominerario si trovano presso il Museo Comunale della Miniera di Zolfo. 

     



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