La Pinacoteca Civica “A. Vernarecci” venne istituita nel 1901 da Monsignor Augusto Vernarecci, canonico forsempronese, che scelse come sede delle raccolte il prestigioso Palazzo Ducale, residenza estiva di Federico da Montefeltro, detto "Corte Alta". La raccolta di quadri venne successivamente collocata nel cinquecentesco palazzo Cattabeni, per tornare, nel 1990, ad essere esposta presso la Corte Alta. In particolare, è l’appartamento ducale situato nel corpo centrale della Corte Alta, caratterizzato dai soffitti lignei a carena di nave, ad ospitare la Pinacoteca Civica. Il nucleo iniziale era costituito da opere donate dallo stesso fondatore, e si è successivamente arricchito con diverse donazioni, prima fra tutte quella della famiglia Rocchi Camerata Passionei, del 1906, a cui si sono aggiunte opere provenienti da altri lasciti e da chiese e conventi della città. Nelle sale sono esposti dipinti che documentano la pittura a Fossombrone e nel suo territorio tra il XVI e il XIX secolo. Tra tutti i pittori, spicca la presenza del forsempronese Francesco Guerrieri (1589-1657) e dell’urbinate Federico Barocci (1535-1612) insieme ad alcuni suoi seguaci, del forsempronese Giuseppe Diamantini (1621-1705), lungamente attivo a Venezia, del fanese Sebastiano Ceccarini (1703-1783), del campano Sebastiano Conca (1680-1764), del cagliese di formazione romana Gaetano Lapis (1704-1776), oltre ai ritratti dell’anconetano Francesco Podesti (1800-1895).
Il Museo Civico Archeologico “A. Vernarecci” fu istituito ad opera dello studioso e canonico forsempronese Augusto Vernarecci nel 1901 e a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, per volere del nipote Giovanni Vernarecci, fu poi ospitato nei locali della Corte Alta, il Palazzo Ducale di Fossombrone. In particolare il museo archeologico occupa le due sale del Teatro rinascimentale, il vestibolo e la sala da spettacolo con il muro di fondo decorato da un raro affresco del XVI secolo, quinta scenografica del teatro stesso. Al suo interno, una grande quantità di materiali, tutti di provenienza locale, documenta il succedersi delle culture umane della media valle del Metauro, dalla preistoria alla civiltà Romana.
La prima sala è dedicata all’esposizione di reperti relativi alla preistoria e alla protostoria del territorio. Di notevole interesse la serie di bronzetti e di statuette fittili provenienti dalla stipe votiva del Tarugo (VI-IV sec. a.C.). La seconda e più ampia sala raccoglie invece i reperti di età romana provenienti dalla città romana di Forum Sempronii (attuale S. Martino del Piano) e dal territorio. Si possono ammirare numerose epigrafi a carattere sepolcrale, dediche ad imperatori, iscrizioni onorarie e numerosi reperti scultorei. Si conservano anche il grandioso mosaico del ratto di Europa e l’affresco degli animali esotici, provenienti dalle omonime domus visitabili presso il parco archeologico. Ricca è la sezione dedicata agli oggetti di vita quotidiana, e molto interessanti l’angolo delle anfore, provenienti da un pozzo per drenaggio.
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