Il mito come racconto leggendario di eventi non comuni o nei quali agiscono esseri non comuni e, molto spesso, come allegoria di un’idea, di un precetto, riveste fon-damentale importanza nel sistema di valori diversamente proprio di ogni civiltà: adombrano l’origine del cosmo, dell’umanità (i cosiddetti miti cosmogonici o antropogonici), celebrando l’ideologia comunitaria sotto specie di istituzioni, costumi, etica. Dunque, lungi dall’essere una manifestazione d’irrazionalità, il mito interpreta, accredita e norma il sistema sociale e i paradigmi di cui questo si serve per interpretare il mondo circostante e per relazionarsi ad esso.
Nella cultura occidentale il mito per eccellenza è quello greco, che sopravvive al paganesimo e che, narrato per immagini fin dalla antichità, anche nell’era cristiana conosce una fortuna enorme nelle arti plastiche in funzione dei più diversi e anche nuovi scopi: il più delle volte di natura politica.
Anche nelle Marche, soprattutto a partire dal XVI secolo, si assiste ad un massiccio recupero della mitologia classica anche nella decorazione di ambienti di rappresentanza nei palazzi di famiglie gentilizie.
Quattro di questi palazzi sono oggi sedi museali. Nel palazzo che fu degli Ottoni è oggi allestito il Museo civico di Matelica. Una delle sale, forse destinata a grandi ricevimenti, espone un fregio della seconda metà del XVI secolo con gli amori degli dèi narrati nelle Metamorfosi di Ovidio, voluto dagli Ottoni per mostrare agli ospiti la raffinata cultura umanistica che si respirava nel loro seguito. Con scene d’amore è decorato anche il vestibolo del settecentesco Palazzo Fossa Mancini a Castelplanio, ora sede del Museo civico. Tele ovali ritraggono amori difficili o impossibili. Nella prima Artemide, guidata da Eros, sta scrivendo una lettera che Hermes, messaggero degli dèi, recapiterà. Nella seconda una nobildonna sconvolta dalla lettura di un messaggio amoroso viene consolata da una serva. Nelle due successive appaiono Artemide, innamorata di Endimione: il fanciullo perennemente giovane e bello, ma condannato ad un sonno eterno, e Narciso, innamorato di se stesso. Nella Galleria dell’Eneide del palazzo Buonaccorsi a Macerata e nel palazzo Pianetti a Jesi, adibiti a sede dei rispettivi musei comunali, sono state illustrate storie tratte dall’Eneide di Virgilio, che nel ‘700 (nella prima metà quelle di Macerata e nel 1781-86 quelle realizzate da Carlo Paolucci e Francesco Lazzarini a Jesi) riscossero difatti un discreto successo nelle residenze nobiliari, prestandosi bene a significare le virtù anzitutto civili dei committenti.
Rappresentazioni di miti ad opera di artisti emiliani del ‘600 si trovano nel Museo civico di Pesaro: la Caduta dei giganti di Guido Reni, con tre erculei nudi maschili sopraffatti dai massi fatti cadere da Zeus, veniva in genere interpretata in chiave politica, come un monito per chi metteva in discussione il potere di un sovrano; attribuito a Carlo Cignani è il dipinto di Bacco ed Erigone fanciulli intenti a giocare con un raspo d’uva che prefigura il loro futuro figlio il cui nome, Stafilo, significa proprio grappolo d’uva. La presenza di dipinti a soggetto mitologico nella Pinacoteca di Montefortino dipende dagli interessi collezionistici di Fortunato Duranti (1787-1863). Oltre ad un Trionfo di Bacco e Arianna, opera dello stesso Duranti, si possono infatti osservare due dipinti probabilmente acquistati a Roma: un Perseo e Andromeda di autore emiliano del XVII secolo e una copia da Corrado Giaquinto con Venere che riceve da Vulcano le armi per Enea.
Nel neoclassicismo le narrazioni del mito si propongono come irraggiungibili esempi morali. Così è nella Pinacoteca civica di Ancona per i due dipinti di eroi che muoiono per “ragioni di stato”: l’Eteocle e Polinice (1824) di Francesco Podesti e il Sacrificio di Polissena sulla tomba di Achille (1835) di Godeardo Bonarelli, ispirato all’episodio della guerra di Troia nel quale la giovane Polissena, figlia dei re troiani Priamo ed Ecuba, viene sacrificata sulla tomba dell’eroe greco Achille, per propiziare il ritorno delle navi achee in patria dopo la presa della città.
Bibliografia:
- S. Georgoudi et J.-P. Vernant (a cura di), Mythes grecs au figuré de l'antiquité au baroque, Paris 1996.
- C. Cieri Via (a cura di), Immagini degli dei. Mitologia e collezionismo tra '500 e '600, Milano 1996.
- M. Polverari, Francesco Podesti, Milano 1996.
- G. Barucca e A. Sfrappini, “Tutta per ordine dipinta”: la Galleria dell’Eneide di Palazzo Buonaccorsi a Macerata, Urbino 2001.
- P. De Vecchi e S. Blasio, La Pinacoteca Duranti di Montefortino, Bergamo 2004.
- C. Giardini, M.R. Valazzi, V. Curzi, Pesaro. Museo Civico – Pinacoteca, Bologna 1996.