Cultura

Percorsi tematici > La storiografia artistica nelle Marche tra Sette e Ottocento

Come molte altre regioni d’Italia, anche le Marche produssero, tra Sette e Ottocento, una ricca e variegata letteratura artistica, espressione di una vivace élite intellettuale spesso aggiornata sulle più recenti conquiste metodologiche e storiografiche proposte nei centri maggiori come Roma e Bologna.

Un esempio significativo dell’erudizione settecentesca sono i numerosi manoscritti redatti da Marcello Oretti (Bologna 1714-1787), bolognese di nascita e di formazione, conservati nella Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio della sua città. Tra queste carte si trovano anche gli appunti risalenti a un viaggio nelle Marche, intrapreso nell’estate del 1777 dallo studioso «a fin di far conoscenza con chi poteva somministrargli lumi su la storia pittorica e di consultare lapidi sepolcrali, archivi, tradizioni orali e scritte su la patria e l’età dei pittori», come ricorda Luigi Lanzi. Oretti visitò Pesaro, Urbino, Fano, Fossombrone, Senigallia, Ancona, Loreto, Osimo, registrando i dipinti presenti negli edifici e nelle collezioni pubbliche e private, spesso affidandosi alla guida di eruditi e artisti locali come Giannandrea Lazzarini a Pesaro e Michelangelo Dolci a Urbino. Come molti storici dell’arte della fine del Settecento, Oretti individuò nel viaggio lo strumento metodologico attraverso il quale verificare e aggiornare le conoscenze tramandate dalla tradizione scritta della letteratura artistica. In questo senso la sua ricerca nel territorio marchigiano è un precedente importante per il viaggio ben più ampio effettuato sei anni più tardi da Lanzi, che, va ricordato, aveva incontrato Oretti a Bologna nel 1782.

Negli stessi anni anche Alessandro Maggiori (Fermo, 1764 - Porto Sant'Elpidio, 1834) frequentò lo studioso a Bologna, prima di spostarsi a Roma per completare la formazione giuridica e coltivare la propria passione per la pittura. Maggiori era uomo di molteplici interessi, che lo portarono a pubblicare una edizione commentata delle Rime di Michelangelo (1817), uno studio dedicato all’architetto Sebastiano Serlio (1824), un Itinerario d’Italia e sue più notabili curiosità (1832) e una Raccolta di proverbi e detti sentenziosi (1833). I suoi studi nell’ambito della storia dell’arte marchigiana trovarono espressione nelle guide artistiche di Ancona (1821) e di Loreto (1824). Maggiori fu anche un importante collezionista di disegni antichi, raccolta purtroppo smembrata alla sua morte, il cui l’ultimo nucleo esistente in territorio marchigiano è conservato dal 1990 nel Centro Alessandro Maggiori di Monte San Giusto. Molte carte di Maggiori si trovano invece nella Biblioteca Mozzi-Borgetti a Macerata nel fondo di Amico Ricci, che ricordò il maestro sulle pagine delle sue Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, pubblicate a Macerata nel 1834, poco prima della morte di Maggiori.

Tra i molti corrispondenti di Ricci, oltre ai fratelli Raffaele e Gaetano de Minicis di Fermo e a Giacinto Cantalamessa di Ascoli Piceno, autore delle Memorie intorno i letterati e artisti di Ascoli nel Piceno (Ascoli, 1830), troviamo anche il marchese Severino Servanzi Collio (San Severino Marche 1796 - 1891), che nel suo palazzo a Sanseverino raccolse una notevole collezione di opere d’arte. Servanzi Collio fu autore prolifico, pubblicando numerose brevi opere, molte delle quali sono dedicate alla storia e all’arte di San Severino, ai suoi monumenti e alle sue chiese. 

Per lo studio della storia di Fabriano va ricordata l’opera di Oreste Marcoaldi (Fabriano 1825-1879), che nel 1873 pubblicò una Guida e statistica della città e Comune di Fabriano. Importanti e pioneristici sono soprattutto i suoi studi nel campo del folclore, come il volume Le usanze e i pregiudizi, i giuochi de' fanciulli, degli adolescenti e adulti, i vocaboli più genuini del vernacolo, i canti e i proverbi del popolo fabrianese (1877). In questa schiera di studiosi, che contribuì in maniera determinante con ricerche storiche e documentarie alla ricostruzione storica dei patrimoni culturali locali, va ricordato anche Bernardino Feliciangeli (Camerino1862-1921), insegnante al liceo Tasso di Roma e attento studioso di storia e arte camerinese, consultato anche da Bernard Berenson. Autore di saggi storici dedicati al medioevo (Longobardi e Bizantini lungo la via Flaminia nel secolo VI , Camerino 1908, rist. anastatica, Bologna 1974) e alla famiglia camerte dei da Varano, nonché storico dell'arte, fu tra i primi a dedicarsi allo studio della pittura camerinese del Quattrocento, pubblicando diversi scritti su Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni da Camerino. Nella Biblioteca Valentiniana di Camerino sono oggi conservati circa mille volumi provenienti dalla sua biblioteca privata.

BIBLIOGRAFIA: 

- Mina Bacci, Bernardino Feliciangeli. Critica e critici d'arte, 1906, in «Paragone/Arte», 19, 1968, 219/39, pp. 62-64.

- Giovanna Perini, Marcello Oretti. Raccolta di alcune marche e sottoscrizioni praticate da pittori e scultori, Firenze, S.P.E.S., 1983.

- Oreste Marcoaldi, Le usanze e i pregiudizi, i giuochi de' fanciulli, degli adolescenti e adulti, i vocaboli più genuini del vernacolo, i canti e i proverbi del popolo fabrianese, rist. anast. dell'ed. di Fabriano del 1877 con un saggio di Giancarlo Castagnari sul Marcoaldi, Sala Bolognese, A. Forni, 1991.

- Disegni dal Cinque al Settecento: sotto il segno di Alessandro Maggiori, con una nota di Giulio Angelucci, catalogo della mostra (Monte San Giusto – Fermo 1992), Monte San Giusto, 1992.

- Pitture in diverse città. Marcello Oretti e le Marche del Settecento, atti della giornata di studio (Urbino, 25 febbraio 2000), a cura di Antonio Iacobini, Marina Massa, Cecilia Prete, Firenze, Edifir Edizioni, 2002.

- “Dotti amici”. Amico Ricci e la nascita della storia dell'arte nelle Marche,  a cura di Anna Maria Ambrosini Massari, Ancona, Il Lavoro Editoriale, 2007. 



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