Cultura

Itinerari culturali > Andrea Vici architetto e ingegnere idraulico> Elenco delle opere dell'architetto Andrea Vici

Offagna (An) 

Monastero di Santa Maria della Visitazione o delle Salesiane, 1767-1771

Prima opera interamente attribuita all’architetto, l’edificio, composto di quattro piani e alte mura, si presenta imponente ed austero. All’atto della fondazione la nuova struttura impresse un cambiamento radicale al tessuto urbano della città. Oggi, insieme alla vicina rocca medievale, domina il centro del borgo collinare e le vallate circostanti offrendo una vista panoramica che giunge fino al mare.

Canonica della chiesa di San Tommaso, 1770-1773

Edificio di quattro piani affacciato sulla piazza del Comune, la struttura, rigidamente simmetrica, rappresenta il compendio del primo vocabolario stilistico dell’architetto. L’interno, ravvivato dalla luminosa scala aperta, è intessuto di fitte nervature che si trasformano in movimentate cornici e lesene lungo le pareti.

Chiesa di San Tommaso, progetto non realizzato, 1770

La chiesa fu progettata in affiancamento alla canonica già realizzata per soddisfare l’aumento della popolazione. I disegni originali mostrano uno studio per l’ampliamento della chiesa esistente, con l’aggiunta di un nartece e di una terza cappella laterale della navata, accompagnati dall’apertura di finestroni per migliorare le condizioni di luminosità interna. Il progetto non fu realizzato per mancanza di fondi e per l’assenza dell’architetto, impegnato in quel momento a Napoli al seguito di Vanvitelli.

Chiesa del monastero di Santa Maria della Visitazione o delle Salesiane, 1778-1784

L’edificio nacque in seguito ad una storica diatriba che divise a lungo le confraternite del borgo. L’intervento consistette nella realizzazione di due vani, coro e chiesa, separati da un ampio finestrone con grata metallica, per l’utilizzo indipendente da parte delle monache di clausura. L’interno della cappella, a struttura circolare, in ottimo stato di conservazione, offre uno spazio raccolto ornato da classicheggianti ghirlande di fiori con colonne e lesene corinzie.

Ospedale, 1780

Il palazzetto, situato lungo il corso principale del borgo medioevale, è stato trasformato in seguito ad un recente restauro. Pur nella modestia della sua struttura, palesa i caratteri della simmetria e della regolarità presenti nell’opera dell’architetto.

Chiesa del Santissimo Sacramento, 1787-1791

Opera della tarda maturità, la chiesa è frutto di un progetto di notevole qualità per la perfetta messa a fuoco di problemi urbanistici e architettonici. Traendo spunto da soluzioni barocche e vanvitelliane, la struttura a pianta longitudinale è armoniosamente inserita nel tessuto viario esistente. Il volume perfettamente simmetrico, con due sacrestie, due absidi e due altari conferisce il massimo valore allo spazio centrale. L’edificio è stato magistralmente restaurato e aperto al pubblico nel 2000.

Osimo (An)

Ampliamento di collegio Campana, 1776-1778

Il seicentesco palazzo di proprietà dei nobili Federico e Muzio Campana fu destinato ad ospitare un collegio per la gioventù maschile. Al Vici fu affidato il compito di ampliare la costruzione aggiungendo il corpo ad ovest. Il capolavoro architettonico si realizza nella cappella a pianta ellittica situata al primo piano e nel teatrino che, dopo alcuni anni di abbandono, è stato restaurato nel 2002.

Scalone di palazzo Bellini, 1776

L’imponente edificio realizzato totalmente in cotto, si caratterizza nel prospetto principale per un vivace portale caratterizzato dalla commistione di linee curve e partiti decorativi classici. L’intervento del Vici, sostanzialmente focalizzato sulla ristrutturazione dello scalone, non tralascia di suggerire modifiche volte ad ottenere una migliore distribuzione degli spazi interni.

Facciata di palazzo Mazzoleni,progetto non realizzato, 1777

Di questo progetto per i Signori Mazzoleni, il cui palazzo non mostra nessun elemento riconducibile alla mano del Vici, si conserva solo un disegno presso l’archivio Busiri Vici. Il progetto, stranamente disegnato come una prova accademica, data l'assoluta assenza di connotazioni urbanistiche, fornisce un'idea di come l’architetto concepisse un palazzo di città.

Conservatorio delle Pupille e annessa chiesa di San Leopardo, 1777-1788

L’edificio si presenta con un prospetto lungo ed uniforme, interamente di mattoni, che termina con la facciata della chiesetta, costituita a sua volta da un’intelaiatura di lesene giganti che sorreggono un timpano triangolare. Nella chiesa a pianta ellittica, l'unico altare è contenuto in una profonda abside semicircolare, dando luogo ad una soluzione vivacemente fantasiosa di spazi e membrature.

Cappella del Santissimo Crocifisso nel duomo, struttura demolita, 1777

Altare realizzato per la collocazione di un Crocifisso ligneo, di origine medievale, molto venerato. Dell’intervento, oggi non più esistente, restano a testimonianza due disegni. L’opera, pur se condizionata dalla ristrettezza dello spazio, presentava alcuni dettagli molto ricercati.

Monumento al cardinale Compagnoni, 1777

L’opera commissionata alla memoria del Cardinale Compagnoni, che governò la città per ben ventiquattro anni, si colloca nella cripta della cattedrale. Di grande importanza la preziosa varietà dei marmi che ravviva la compostezza e la semplicità del monumento. Il busto è opera delle scultore Gioacchino Varlé.

Villa Montegallo, località Montegallo, 1784-1787

L’architetto, incaricato dell'ampliamento della villa e della definizione del giardino, intervenne sull’antica struttura di un castello del sec. XIII, già oggetto di trasformazione. L’organismo, impostato lungo un unico asse centrale, fu arricchito con alcuni edifici minori di grande pregio architettonico. Il grande giardino a gradoni trae ispirazione dal progetto della Reggia di Caserta. La tradizione attribuisce al Bibiena le decorazioni della casa padronale e al Roncalli quelle del caffée haus.

Poggio San Marcello (An) 

Palazzo comunale,1772-1780

L’edificio, storicamente ritenuto opera del noto architetto Mattia Capponi, è stato recentemente attribuito ad Andrea Vici. L’architetto operò sulla facciata utilizzando al meglio la qualificazione formale del laterizio. La profondità del portico, destinata ad accogliere rivendite e magazzini, sottolinea la permeabilità dello spazio pubblico. L’interno si qualifica per la scala e per la sala di rappresentanza a doppia altezza che occupa l’intero fronte.

Camerino (Mc) 

Cattedrale, 1800-1833

Il disastroso terremoto del 1799 aveva provocato ingenti danni agli edifici pubblici e privati, tra cui la cattedrale. Nella nuova costruzione, Vici, attento al canone palladiano, dispiega una sensibilità squisita per la luce che inonda il vasto spazio, appena ammorbidito dalle ombre delle esedre, dall’eleganza dei capitelli corinzi, dalle flessuosità delle ghirlande e dei nastri che tracciano linee ondulate sulla parete concava dell’abside.

Macerata (Mc) 

Libreria Marefoschi, progetto non realizzato, 1771-1773

Il progetto per l’aggiunta di una libreria privata al palazzo già esistente consta di tre diverse soluzioni grafiche corredate da altrettante relazioni. La terza e definitiva versione risolveva magistralmente il grave problema dell’ingresso secondo i principi classici di simmetria e ordine, ottenendo un prospetto armonioso e complesso con l’unione di tutti gli elementi decorativi apparsi negli altri progetti. L’opera non fu realizzata e il palazzo fu venduto al comune che lo abbatté per costruirvi una scuola.

Montelupone (Mc) 

Coro e chiesa di Santa Chiara, 1789

L’inserzione del nuovo organismo del coro sulla chiesa esistente è ben visibile già dall’esterno, dove un ben modellato cilindro si connette all’edificio chiesastico. All’interno, Vici diede libero sfogo alla fantasia facendo ampiamente ricorso, nel partito decorativo, agli stilemi vanvitelliani. Nella chiesa, l’atmosfera intima e spirituale del coro lascia il posto a forme magniloquenti tese a conferire enfasi a un organismo dalle ridotte dimensioni.

Morrovalle (Mc) 

Cappella Bandini o della Madonna della Quercia, 1788-1792

Nonostante i restauri del 1926, la cappellina non ha perso la sua raffinata eleganza. Tutti gli elementi strutturali, quali l’effetto avvolgente dello spazio, l’accentuazione delle diagonali per mezzo di angoli smussati definiti da lesene binate, il sistema ininterrotto di cornici e di sostegni verticali, parlano ancora un chiaro linguaggio viciano.

Treia (Mc) 

Monumento a Pio VI, 1782-1785

Il tempietto si erge sul lato orientale della scenografica piazza della Repubblica contornata da portici, in cui affacciano la chiesa di S. Filippo, il Palazzo Municipale e l’edificio dell’Accademia Georgica. L’architetto progettò anche la balaustra marmorea, a strapiombo sulla campagna. Il busto è dello scultore Giacomo Zoffoli.

Chiesa collegiata, 1782-1814

Si tratta di due organismi totalmente distinti tanto in ordine allo sviluppo planimetrico che alla definizione degli interni. La definizione formale della chiesa superiore, a pianta centrale con cappelle angolari, è di elegantissima formulazione, concepita per alleggerire le dinamiche strutturali. Un più maschio ordine dorico definisce lo spazio della chiesa inferiore dove l’architetto optò per una planimetria molto più articolata.

Casa di Lavoro, 1788-1794

Le finestre senza cornici, il cornicione poco aggettante, un mezzanino che, in mancanza di una legenda, appare da intendersi come un essiccatoio, sono gli unici elementi compositivi di un edificio che conta, più ancora che sulla perfetta coerenza compositiva e dimensionale, sulla capacità formale del mattone di qualificare in termini di sobrietà e di eleganza la progettazione architettonica.

Casa di Correzione, struttura demolita, 1783-1797

La fabbrica fu compiuta nel 1787, anche se i primi “12 ragazzi discoli” vi furono introdotti solo nel 1798, applicati a lavorare lana e cotone con risultati pessimi. Nel 1943 a causa di un cedimento se ne decise la demolizione. Il disegno originale tramanda una decorazione ridotta a puro elemento accessorio, con una parete liscia e compatta contraddetta solo dal bugnato del portale.

Casa Benigni, 1806

L'anonimo palazzetto corrisponde al profilo sociale del padrone di casa, piccolo possidente terriero di estrazione borghese, esponente di spicco dell'Accademia Georgica ed animatore di molte iniziative. La casa si alza per tre piani scanditi dalla solita qualificazione del bugnato a livello stradale, delle finestre con cornici a sbalzo nel piano intermedio e a cornici piatte all'ultimo livello.

Villa Votalarca, 1815

La villa, circondata da un sistema di dipendenze e annessi colonici, si eleva sui colli del versante settentrionale della valle del Potenza. Già esistente in forma modesta, l’edificio fu ristrutturato dal Vici che abbandonò le suggestioni di ascendenza vanvitelliana per esprimersi in un netto linguaggio neoclassico. Dell’opera è rimasto inalterato solo il prospetto principale.

Fossombrone (Pu)

Altari nella cattedrale di San Maurenzio, 1776

Gli altari delle cappelle laterali, di grande eleganza architettonica, giocano con l’alternanza formale tra timpani curvilinei ad arco ribassato e timpani triangolari, arricchiti dalla preziosità dei marmi. L’opera denota una differenza sostanziale rispetto agli altari realizzati a Loreto circa venti anni più tardi.

Pergola (Pu)

Ospedale di San Carlo e Donnino, attribuzione incerta, 1766

Edificio già esistente, ampliato e sopraelevato includendo il rifacimento della facciata concepita come una quinta scenica dell’ampia piazza antistante. La scansione ritmica delle aperture, l’uso di leggere paraste e di angoli arrotondati che mediano il passaggio tra i due prospetti, suggeriscono la mano di Andrea Vici avvezzo a concepire l’organismo architettonico in termini di proporzione ed eleganza.


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