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Personaggi > Fortunato Duranti
Un collezionista tra Montefortino e Roma

A Fortunato Duranti, artista, mercante e collezionista, si deve la notorietà di Montefortino in quanto sede di una preziosissima Pinacoteca a lui intitolata, costruita intorno alle ripetute donazioni che il Duranti stesso fece a favore dell’amministrazione comunale, in segno di riconoscenza per le agevolazioni fiscali e finanziarie che gli erano state riservate.

La lacunosità delle fonti documentarie non permette di ricostruire in dettaglio la vita certamente avventurosa di Fortunato Duranti ma, quanto sopravvissuto, è capace di restituirne i tratti di maggior rilevanza.

Nato a Montefortino nel 1787, avendo mostrato fin da subito particolari abilità artistiche, Duranti venne inviato fin da giovanissimo a Cupramontana, per intraprendere gli studi presso un monaco camaldolese. In seguito all’interessamento dello zio, impiegato presso i marchesi Onorati di Jesi, e grazie all’appoggio di questi, il Duranti approda a Roma: studia con l’abate Domenico Conti, conosce Vincenzo Camuccini, stringe amicizia con Carlo Baldeschi e Bartolomeo Pinelli. 

Oltre a Tommaso Minardi, che sarà l’esponente di punta del movimento purista, l’ambiente romano, negli anni in cui Duranti giunge a Roma, è dominato dalle figure di Felice Giani e Michael Köck, fondatori della cosiddetta Accademia dei pensieri. Più che un’istituzione riconosciuta, l’Accademia si proponeva di essere un luogo di incontro, di discussione e di confronto tra i due artisti i loro allievi e seguaci. Vi si esercitava la pratica dell’imitazione e il disegno, che ricopriva un ruolo centrale nell’apprendimento dell’attività artistica. Non si trattava di insegnarlo secondo le modalità dominanti, accademiche e neoclassiche, ma cercando di stimolare composizioni dove la spontaneità e l’improvvisazione avessero un ruolo espressivo di assoluta rilevanza.  

Non è un caso, dunque, che Fortunato Duranti appena giunto a Roma entri in contatto con l’ambiente di Giani e Köck, essendo particolarmente versato nel disegno e mostrando di preferire questa modalità espressiva a tutte le altre. Una corposa raccolta di disegni, conservata in collezioni pubbliche e private, rappresenta l’apparato documentario più ampio relativo alla produzione artistica di Fortunato Duranti. Se nella fase iniziale della sua attività l’artista marchigiano appare ancora influenzato dall’impostazione accademica, successivamente pare indirizzarsi verso un linguaggio più spontaneo e vitale dalle forti connotazioni soggettive e in qualche caso visionarie.

Singolari annotazioni recanti a volte numeri, a volte strane simbologie o frasi incomprensibili, accompagnano i disegni del Duranti, che sono prodotti in numero talmente elevato da far sospettare agli studiosi che il disegno costituisse per lui un momento terapeutico, l’inevitabile esplosione di una tensione espressiva altrimenti non sopportabile.

Che il disegno, raramente esercitato nell’osservazione diretta della natura, ma sempre utilizzato nella riproduzione di copie e di modelli fortemente rielaborati, fosse in Duranti una forma di liberazione dai propri tormenti e dalle proprie ossessioni, rende plausibile la malattia mentale che pare lo afflisse all’indomani di un viaggio in Germania dove, recatosi per la sua professione antiquaria, venne arrestato con l’accusa di spionaggio.

In seguito all’incapacità di assorbire questa traumatica esperienza e forse a causa del fallimento delle sue aspirazioni artistiche, il Duranti, dopo ripetuti viaggi a Montefortino, vi fa definitivamente ritorno nel 1840. Risiederà nella sua città natale fino alla morte avvenuta nel 1863.

Della sua attività di pittore rimane ben poca documentazione, a parte uno straordinario Autoritratto autografo conservato nella Pinacoteca. Datato 1840, e dunque eseguito in età avanzata, il dipinto rappresenta un momento di altissima qualità raggiunto dalla pittura del Duranti.

Realizzato con grande immediatezza, anch’esso non è privo di una certa inquietudine, riscontrabile soprattutto nel cielo cupo e tempestoso, solcato da lame di luce fredda, contro il quale il volto pallido dell’artista risalta come un’apparizione, e nel curioso trompe-l’oeil nell’angolo superiore destro che scopre la cornice di un altro dipinto sottostante, quasi ad indicare, con sorprendente modernità, che l’arte è illusione e che il ritratto più intimo, il volto vero, è dipinto sotto.

In sintesi, l’Autoritratto sembra incarnare perfettamente l’enigmaticità del personaggio, probabilmente perso nei suoi abbandoni ossessivi, nelle sue manie di persecuzione e nelle sue aspirazioni insoddisfatte, ma lucidissimo nel comprendere il beneficio che sarebbe derivato alla città natia dalla sua collezione, consapevolmente donata al fine di arricchirla con oggetti dalle spiccate proprietà estetiche.

BIBLIOGRAFIA 

- L. Dania, Fortunato Duranti, prefazione di Mina Gregori. - San Severino Marche,  Centro studi Salimbeni ; Milano, Libri Scheiwiller, 1984. - Catalogo della mostra tenuta a San Severino Marche nel 1984. 

- S. Papetti,  Disegni inediti di Fortunato Duranti nelle raccolte comunali di Ascoli, Flash, quattordicinale di vita picena , A.8b, n.94 ( gen.1986 ) , p.21-22.

- R. Eusebi, Disegno e follia: 65 disegni di Fortunato Duranti, presentazione di Federico Zeri. – Fano, Studio Soncino, 1988.

 - S. Papetti, Il duecentenario della nascita di Fortunato Duranti (1787-1863), 1 parte, da "Riviera delle palme" : mensile di informazione e di cultura A. 1987 , N. 7.     

- S. Papetti, Il duecentenario della nascita di Fortunato Duranti (1787-1863), 2 parte, da "Riviera delle palme": mensile di informazione e di cultura A. 1987 , N. 8- 9      

- S. Papetti, Fortunato Duranti: tra Neoclassicismo e Romanticismo, Montefortino. Centro Studi "F. Duranti", c1995.

- S. Papetti (a cura di), Fortunato Duranti la Natività e l'infanzia di Gesù nei disegni della Biblioteca comunale di Fermo – Fermo, Comune di Fermo, stampa 2002. - Mostra tenutasi a Fermo dal 21 dicembre 2002 al 23 gennaio 2003.

- P. De Vecchi, S. Blasio, La Pinacoteca Duranti di Montefortino, saggi di Eleonora Bairati, Silvia Blasio; foto di Giorgio Tassi. - Azzano San Paolo, Bolis, 2003 (stampa 2004).

- F. Baldassari, La Pinacoteca Duranti di Montefortino: un museo costituito grazie alle generose donazioni di un collezionista, artista e antiquario: Fortunato Duranti, Gazzetta antiquaria, rivista dell'Associazione antiquari d'Italia , p. 24-27A. 2004 , N. 45 



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