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Storico dell'arte e collezionista

Alessandro Maggiori nasce a Fermo il 30 gennaio 1764 dal conte Annibale (1731 – 1809) e da Anna Rosa Sciarra (1747 – 1815). La famiglia, di origine albanese, aveva proprietà nel contado fermano e a Ferrara.  Riceve la sua formazione presso il Collegio Campana di Osimo (dove tra i compagni di studio, ha Annibale della Genga, futuro papa Leone XII) e prosegue gli studi a Bologna, presso il collegio Montalto. Un’importante testimonianza sul periodo trascorso in terra emiliana, sui suoi incontri e i suoi interessi è documentata da un carteggio di circa duecentocinquanta lettere scritte al padre dal 1781 al 1796, conservato presso la biblioteca dell’archiginnasio. Tra le personalità di maggior rilievo conosciute e frequentate, ci sono Gaetano Giordani, addetto alla custodia della Pontificia Accademia di Belle Arti e Luigi Salina, che collaborò alla restituzione dei quadri che erano stati prelevati dai francesi durante l’occupazione del 1797. Nel 1798 si trasferisce a Roma, dove si avvale degli insegnamenti di Domenico Corvi, approfondisce i suoi studi e pubblica “Il Capriccio”. 

Nel 1809, alla morte del padre, eredita, oltre agli immobili, dipinti, stampe, disegni e libri che, insieme ad un Crocifisso di avorio proveniente dalla casa di Fermo costituiranno il primo nucleo della sua collezione. 

Con la moglie Giuseppina Buonafede (appartenente alla famiglia del vescovo Niccolò Buonafede, che aveva commissionato a Lorenzo Lotto la “Crocifissione” di Santa Maria in Telusiano di Monte San Giusto, capolavoro che lo stesso Maggiori contribuirà a far conoscere attraverso l’opera “Itinerario d’Italia” ), si ritira nella sua villa “Il Castellano”, nel territorio di Sant’Elpidio a Mare, dove inizia la sua attività di critico. Del 1817 è un  Commento alle Rime del Buonarroti, mentre nel 1821 pubblica “Le Pitture Sculture e Architetture della città di Ancona”, testo che descrive dettagliatamente tutte le chiese cittadine e fornisce brevi ma preziose note sugli artisti citati.

Di indubbio rilievo anche le “Indicazioni al forestiere delle pitture sculture architetture e rarità d’ogni specie che si veggono oggi dentro la sacrosanta basilica di Loreto e in altri luoghi della città” (Ancona 1824).

L’opera cui è legata la sua fama, è tuttavia costituita dai due volumi pubblicati nel 1832 “Dell’itinerario d’Italia e sue più notabili curiosità d’ogni specie” frutto di anni di studio, di ricerche complesse, ricognizione accurata su gran parte del patrimonio artistico dell’Italia settentrionale e centrale. Non si è purtroppo ancora rintracciato il manoscritto che, in un terzo volume, riguardante le rimanenti regioni dell’Italia meridionale, avrebbe dovuto completare l’opera.

All’attività di studioso e di critico, si unisce quella di collezionista di disegni. Difficile una ricomposizione completa della collezione originaria, oggi smembrata in numerose raccolte italiane e straniere. Costituita da disegni di scuola romana, emiliana e soprattutto bolognese del XVII e XVIII secolo, con rare presenze di artisti veneti e napoletani, venne raccolta tra 1780 e 1820 attraverso una serie di acquisti, accuratamente riportati dietro lo stesso disegno, effettuati dapprima a Bologna, Faenza, Ferrara, Firenze, Napoli e, in area marchigiana, a Pesaro, Urbino e tra Roma e Montefortino, dove è in contatto con Fortunato Duranti, pittore e mecenate. Alla sua scomparsa, nel 1834, libri, stampe, quadri, disegni sono suddivisi tra i fratelli Saverio, Lorenzo e Giovanni, che sarà successivamente erede di Saverio. Tra i primi acquirenti dei fogli del Maggiori si deve ricordare James Jackson Jarves, uno dei maggiori collezionisti dei primitivi italiani in America, vissuto per molti anni a Firenze, che vendette la sua raccolta di dipinti alla Yale University di New Haven e 650 disegni a Cornelius Vanderbilt (che a sua volta li lascerà al Metropolitan Museum di New York). Considerevoli furono gli acquisti di Giovanni Piancastelli pittore e direttore della Galleria Borghese a Roma.

La figura del collezionista risulta significativo corollario di quella del conoscitore coinvolto nella definizione disciplinare della moderna Storia dell’arte ed insiste con pieno merito nella generazione di mezzo tra quella di Luigi Lanzi (1712-1810), riordinatore delle collezioni medicee e riconosciuto promotore del criterio delle Scuole artistiche regionali, e quella di Amico Ricci (1794 – 1862) il fondatore della storiografia artistica marchigiana, che del Maggiori si riconobbe discepolo e amico. 

Importante personalità della cultura dell’Ottocento, collezionista avvertito di disegni, quasi del tutto dimenticato dalla storiografia artistica, Alessandro Maggiori solo di recente si è riproposto all’attenzione del pubblico e della critica, con l’istituzione, a Monte San Giusto (1990), presso Palazzo Buonafede, del centro a lui dedicato, dove si conserva una parte della sua raccolta, riscoperta sul finire degli anni’80 del Novecento. 

BIBLIOGRAFIA

- Mario di Giampaolo e Giulio Angelucci (a cura di), Disegni marchigiani dal Cinquecento al Settecento, Atti del Convegno Il disegno antico nelle Marche e dalle Marche, Monte San Giusto, 22-23 maggio 1992, Firenze, Medicea, 1995. 

- Centro Alessandro Maggiori (a cura di), Sotto il segno di Alessandro Maggiori. Disegni dal Cinque al Settecento scelti dal fondo Carducci-Fermo e dalla Collezione Maggiori- Monte San Giusto, Carima, Monte San Giusto, 1992.

- Giulio Angelucci, Il fondo Maggiori a Monte San Giusto. I disegni. Centro Alessandro Maggiori, Monte San Giusto, 2005.



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