Fattore comune dei materiali esposti nel Museo delle Anfore di San Benedetto del Tronto, fra loro diversi per tipologia e cronologia, è l’essere state recuperate lungo tutto il bacino del Mediterraneo dalle reti dei motopescherecci della locale marineria, che nei decenni passati ha praticato la pesca a strascico in diverse aree dell’Adriatico, dello Ionio e dell’Egeo. Attraverso questi manufatti, rari e di notevole qualità in rapporto alle diverse epoche di esecuzione e donati al Comune nel 1988 da Giovanni Perotti, è possibile ricostruire e ripercorrere l’affascinante storia dei commerci del Mediterraneo. Percorsi intrapresi lungo le rotte dell’ossidiana, o alla ricerca dei metalli; contenitori da trasporto diversi per foggia e materiali, analizzati per le loro caratteristiche forme e per la loro destinazione d’uso, riletti nell’ambito di contesti più ampi, dove l’architettura navale ed i principi costruttivi antichi rivestono una particolare importanza, al pari delle moderne ricerche di archeologia subacquea. La pubblicazione, che s’inserisce nella linea tematica del progetto di valorizzazione dei musei “piceni”, ne amplia le premesse e le prospettive a favore di una migliore comprensione della complessità e varietà delle raccolte archeologiche sparse, lasciando spazio ad una visione allargata, che va oltre il territorio che ne ha raccolto le testimonianze, per misurarsi con quelle realtà produttive e commerciali che sul mare e del mare vivono.
Marina Massa
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