Descrizione
dipinto della Madonna della Quercia, Alessandro Collaterale, nobile morrovallese, fece dipingere una tela coll`effigie della Madonna della Quercia, identica a quella che si venera a Viterbo, e la collocò nella cavità del tronco di una quercia sita all'incrocio di alcune strade. Ciò avvenne circa vent'anni prima della sua morte che fu il 14 aprile 1676.
edicola, Per proteggere il dipinto dalle intemperie, Alessandro Collaterale, fece costruire, quasi aderente alla quercia, una edicola aperta sul davanti ma dotata di tetto.
edicola, All`edicola accorrevano molti fedeli mossi dalle grazie che si dicevano ottenute per intercessione della Vergine. Nell'anno 1721 tali grazie si manifestarono più apertamente tanto da convincere Giovan Girolamo Collaterale, figlio di Alessandro, a restaurare il dipinto, danneggiato dalle intemperie, e a ristrutturare l'edicola. Il dipinto fu restaurato senza ritoccare il colore, mentre l'edicola venne chiusa sul davanti con un muro dotato di una porta e di una piccola finestra, dalla quale si poteva vedere la sacra immagine collocata su un altare nella parete di fondo. Durante i lavori il dipinto venne trasportato nella chiesa delle Monache di Morrovalle (probabilmente l'attuale chiesa di S. Giuseppe annessa al convento delle Monache di S. Vincenzo n.d.c.) e con una solenne cerimonia venne ricollocata nella restaurata edicola.
edicola, Per meglio gestire le numerose offerte che affluivano alla Cappellina della Madonna e per tener conto delle grazie che qui si ricevevano fu nominato un custode nella persona di don Nicolantonio Severi. In breve tempo si pensò di edificare una vera e propria chiesa per accogliere i fedeli che sempre più numerosi affluivano. Fu predisposto un disegno che prevedeva di lasciare l'antica edicola, compreso il tronco della quercia, di fianco alla chiesa e il 25 marzo 1724, con una semplice cerimonia, si posero i fili per tracciare le fondazioni.
intero bene, Il 27 marzo iniziarono i lavori con lo scavo delle fondazioni e il 5 maggio, con una solenne cerimonia presieduta dal Vicario Generale di Fermo, mons. Bernocchi, si procedette alla posa della prima pietra della nuova chiesa.
intero bene, A quattro anni dall`inizio dei lavori la chiesa era coperta solamente nel presbiterio e nelle cappelle laterali. Intanto era stato costruito un modesto e ristretto fabbricato per ospitare i custodi del sacro luogo. Ciò risulta da una relazione e da un inventario redatto dal prevosto Nicolantonio Severi.
intero bene, I lavori furono completati tra il 1728 e il 1765.
intero bene, Edificata la chiesa, venne meno tra i fedeli il culto della Sacra Immagine, anche perché mancava un sacerdote che dimorasse stabilmente nel santuario, garantendo l'assistenza continua ai pellegrini. In breve tempo l'edificio cominciò ad andare in rovina e la cupola, che minacciava di crollare, fu in parte demolita e col materiale di risulta si costruì, nelle immediate vicinanze, una casa colonica.
intero bene, Perdurando il grave stato di abbandono dell`edificio fu presentata istanza all'arcivescovo di Fermo per la sua demolizione. A tale ipotesi si oppose il prevosto della Collegiata, Don Paolo Rossetti, che si rivolse al marchese Alessandro Bandini di Camerino, erede dei beni dei Collaterali, che fece restaurare la chiesa e si impegnò per ridestare nel popolo la devozione verso la Madonna della Quercia. Venne fondata una Congregazione di Artigiani i quali processionalmente, in tutte le feste della Madonna e ogni prima domenica del mese, si recavano al santuario. Clemente XIV, con il rescritto Universis dell'1 giugno 1774, concesse particolari indulgenze a quanti avessero partecipato a tali cerimonie.
carattere generale, Fin dal 1750, anno in cui i Padri Passionisti predicarono le Missioni a Camerino, in molti avevano pensato di stabilire la nuova congregazione nelle Marche. Il vescovo di Camerino insieme al marchese Alessandro Bandini presero accordi con i religiosi per la loro venuta in tale diocesi, ma le trattative si interruppero. L'occasione propizia si presentò nel 1778, quando il card. Guglielmo Pallotta, marchigiano e pro-tesoriere di Pio VI, convinse il Padre Generale Giovanni Maria, primo successore di S. Paolo della Croce, ad aprire un Ritiro di Passionisti nelle Marche. Si pensò dapprima all'Abbazia di Fiastra, proprietà dei Bandini, ma poi fu offerta ai religiosi la Chiesa della Madonna della Quercia a Morrovalle che mancava di idonea assistenza. Il 27 agosto 1779 si ebbe l'approvazione del papa, che offrì la somma di 500 scudi, e il 2 ottobre quella del Consiglio Comunale di Morrovalle. La sera del 27 giunsero, direttamente al santuario, tre religiosi passionisti.
intero bene, Il 6 novembre 1779 venne stipulato, con rogito del notaio Francesco Costantini, l'atto col quale il Bandini cedeva ai Passionisti la chiesa con gli annessi e un rubbio di terra adiacente la chiesa per la costruzione del convento. Il giorno seguente si compì la cerimonia di presa di possesso. I religiosi erano sei.
intero bene, Il 3 settembre 1787 si benedirono due campane
intero bene, Il governo napoleonico decretò la soppressione degli ordini religiosi. In un primo tempo sembrò che il Convento dei Passionisti di Morrovalle non fosse incluso nell'elenco perché era stato fondato con la clausola della reversibilità dei beni ai fondatori, ma in realtà i religiosi dovettero comunque abbandonare il loro convento. Restò solo il padre superiore e un compagno laico per officiare la chiesa, ma poco dopo anche loro furono costretti a lasciare il ritiro. Caduto Napoleone, i Passionisti non tornarono subito a Morrovalle per la scarsità di religiosi. Il loro rientro avvenne solo il 16 novembre 1821.
intero bene, Alcuni non meglio precisati lavori di restauro furono eseguiti al rientro della comunità religiosa. Probabilmente ciò avvenne perché nel giugno 1827 al ritiro di Morrovalle arrivarono cinque giovani studenti.
altare maggiore, Nel 1829 Papa Leone XII concesse ai Passionisti alcuni oggetti appartenuti al Monastero di S. Domenico da poco soppresso. Tra questi vi era una cassettina con le ossa di S. Eutichiano Martire, estratte nel 1735 dal Cimitero di S. Agnese in Roma. Per collocare degnamente tale reliquia venne realizzato un nuovo altare maggiore e, il 13 aprile 1839, con una solenne cerimonia, vi venne traslata.
intero bene, Il 3 gennaio 1861 il Regio Commissario Lorenzo Valerio a nome del nuovo Regno d'Italia decreta la soppressione di tutti gli ordini religiosi e l'indemaniamento dei loro beni. In conseguenza di tale disposizione il Noviziato di Morrovalle fu chiuso mentre alcuni religiosi poterono restare fino alla fine del 1864, quando furono definitivamente espulsi.
intero bene, Il convento venne adibito a casa colonica e a scuola rurale. La chiesa fu officiata per qualche tempo nei soli giorni festivi, poi sempre più raramente fino ad essere chiusa perché minacciavano di crollare le volte. La Cappella della Madonna della Quercia subì danni e molti oggetti, tra i quali anche un quadro del Conca, furono trafugati.
intero bene, I Passionisti tentarono più volte di rientrare in possesso del ritiro di Morrovalle ma ciò si concretizzò solamente dopo la canonizzazione di S. Gabriele dell'Addolorata, avvenuta nel 1920. Grazie all'intervento dei conti Enrico e Giovanni Lucangeli, nel giugno del 1926 le autorità competenti concessero agli eredi Bandini che, secondo l'atto di donazione del 1779 erano tornati proprietari dei beni, di riscattarli. Il principe D. Carlo Giustiniani Bandini cedette gratuitamente quanto era di sua competenza e contribuì al restauro del ritiro.
intero bene, Nel 1926 iniziarono i lavori che, più che di restauro del ritiro, furono di vera e propria riedificazione. Alla cella di S. Gabriele fu aggiunto un altare di marmo.
cappella della Madonna della Quercia, Nel 1933 la Cappella della Madonna della Quercia venne completamente ristrutturata. A ricordo dell'evento venne collocata una lapide sopra l'ingresso.
organo, Nel 1933 Enrico Giustozzi realizza l'organo.
intero bene, La chiesa è danneggiata dal terremoto del 26.9.1997.