Descrizione
intero bene, Le origini dell'edificio ed il suo impianto strutturale risalgono al periodo quattro-cinquecentesche, ma realizzato in più fasi costruttive e rinnovato profondamente nei primi anni del Settecento.
intero bene, Il tessuto edilizio che lo circonda, oggi demolito in gran parte, nelle piante cinquecentesche (Fontana - 1569, Braun - 1573, Blaeu - 1638 c.a.) è già completato e nella "Pianta elevazione della città" del De Giardinis del 1745, il palazzo è indicato al n. 100, come di proprietà del conte Pier Francesco Camerata, e si distingue per la semplicità dei prospetti con i marcapiani evidenziati, l'altana posta sulla destra e per essere sensibilmente più alto dei palazzi vicini. I lavori che modificarono notevolmente la struttura del palazzo devono risalire a prima del 1745, dal momento che a questa data erano già presenti gli elementi decorativi in pietra tutt'ora esistenti.
intero bene, Dalla "Iconografia della città di Ancona" del 1813 si rileva che l'edificio è censito al foglio n. 15, particella n. 634 e 635, e nel "Brogliardo della città" del 1815 la proprietà del palazzo e della corte è attribuita a Camerata Filippo e l'uso è casa e corte d'affitto (forse a Schelini Pietro). Dal confronto tra le piante catastali si rileva, inoltre, che l'edificio alla particella n. 243 dell'attuale catasto non esisteva.
intero bene, Nel "Catasto urbano della città di Ancona ed annessi" del 1830-1833 il palazzo risulta essere stato diviso in più parti (tre blocchi) con un totale di 36 vani, di proprietà in parte del Conservatorio degli Esposti di Ancona (casa in affitto con giardino) e di Camerata Passionei Filippo (blocco sulle antiche Via S. Pietro e Vicolo Stelluto).
intero bene, Nel catasto della città del 1877, si rileva un ulteriore frazionamento dell'edificio in 58 vani, (partita 375), in parte dati in affitto, indicati come proprietà di Camerata Passionei Mazzoleni Bernardo Filippo. Nel 1882 alla partita 3243 la casa con corte appartiene al conte Rocchi Luigi, e nel 1890 la proprietà è inalterata, ma i vani sono saliti a 63. I frazionamenti di questo periodo hanno modificato profondamente l'impianto distributivo originario (isolamento del dello scalone dall'ambito del loggiato sul giardino) e soprattutto hanno fatto perdere parte degli apparati decorativi presenti.
intero bene, Nel 1907 la proprietà fu ceduta all'Ospizio dei Chierici di S. Luigi, Istituto Buon Pastore, Istituto Giovagnoni Birarelli già Istituto di Carità delle fanciulle mendicanti ed Ospizio dei poveri vecchi di mendicità Vittorio Emanuele II e a tutti i Pii Istituti residenti in Ancona. Nel 1910 il bene risulta di proprietà del solo Istituto Buon Pastore (partita 11152) ed i vani sono ancora 63.
intero bene, A causa dei danni conseguenti le scosse sismiche manifestatesi tra il febbraio ed il giugno del 1972 l'edificio venne abbandonato.
intero bene, Nel 1976 il palazzo viene venduto dagli Istituti Riuniti per l'educazione della Gioventù al Comune di Ancona.
intero bene, Nel 1988 viene approvato un primo progetto di ristrutturazione dell'edificio. Il progetto prevedeva: ripristino dei solai in legno e delle coperture del corpo principale ad accezione del solaio a q. +14,59 previsto in acciaio
intero bene, Il progetto, inoltre, prevedeva il ripristino del collegamento tra l'androne e la scala principale che era stato sbarrato al p.t.
intero bene, Il 9 settebre 1993 è stata approvata dal Comune una variante al primo progetto. Le modifiche consistevano nell'inserimento di una scala a rampa unica di forma lineare a sx. dell'androne, al posto di quella ellissoidale, con a fianco un ascensore
intero bene, Oggi il palazzo ospita l'Assessorato alla Cultura di Ancona.