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SACRIFICIO DI MELCHISEDECH

Autore
Lotto Lorenzo 1480/ 1557

Tipo scheda
Beni Artistici (OA)

Tipo
dipinto

Descrizione

Secondo il racconto della Genesi (14, 17-19) Melchisedech, sacerdote di Salem, offrì pane e vino e un agnello sacrificale ad Abramo ed alle sue truppe di ritorno dalla spedizione che aveva loro permesso di liberare Lot, nipote del patriarca. Il gesto di benedizione, riconoscibile dalle braccia innalzate, fu ricambiato da Abramo con il dono della decima parte del bottino di guerra. Il dipinto segue uno schema compositivo già adottato da Lorenzo Lotto, secondo cui all’altare che domina la scena centrale corrispondono due gruppi di personaggi affrontati. Ai lati del banchetto si contrappongono a destra del riguardante Abramo, indicato dal bastone del comando, dal lato opposto Melchisedech è seguito da un corteo di sacerdoti abbigliati alla maniera cinquecentesca, a richiamare l’eredità del sacerdozio idealmente raccolta dal clero regolare. I quattro pani e l’anfora di bronzo sulla bianca tavola prefigurano l’offerta eucaristica, identificando Melchisedech con il Messia. L’ambientazione alle luci dell’alba, la vegetazione rigogliosa e la ricca presenza di animali dai significati allegorici denotano l’unione di verismo e simbolismo: la lepre rappresenta la fiducia nella divinità, entità ivi identificabile nel capriolo, simbolo di Cristo e della Chiesa cattolica.

Il tema non venne correttamente identificato dalla storiografia: Giorgio Vasari nell’edizione giuntina delle Vite, edita a Firenze nel 1568, vi identificò David, mentre Giovanni Battista Cavalcaselle e Giovanni Morelli, nel noto Viaggio del 1861, vi lessero le vicende di Mosè e Aronne, posti all’origine del sacerdozio levitico. Bernard Berenson per primo riconobbe la derivazione del dipinto dall’analogo soggetto eseguito nel 1528 per le tarsie del coro di Santa Maria Maggiore di Bergamo, il cui cartone, insieme agli altri del ciclo, fu probabilmente posto in vendita nella lotteria organizzata presso la Loggia dei Mercanti di Ancona nell’agosto 1550. Alla stessa lotteria fu messa in palio anche questa tela, che, rimasta invenduta, fu poi condotta seco a Loreto nel 1552 per essere adattata al coro dei Canonici fra il 1554 e il 1555. La prima menzione dell’opera nel “Libro di spese” è invece riconducibile al 16 marzo 1545, allorquando la tela veniva consegnata al doratore Giovanni Maria da Legnano per essere venduta sul mercato. Il dato, come correttamente analizzato da David Frapiccini, consente di collocare la tela fra i soggetti eseguiti dal maestro senza una precipua commissione e quindi affidati a intermediari. La ricezione di un soggetto eminentemente ecumenico andrebbe tuttavia meglio indagata. All’adattamento lauretano del tema possono essere ricondotte le ridipinture rivelate dalla diagnostica in relazione al gruppo di chierici e canonici, fra i quali Francesca Coltrinari ha proposto di riconoscere il protonotario apostolico Gaspare Dotti nel prelato dall’abito in lacca reggente un documento avvolto. Francesca Cortesi Bosco, oltre ad aver fornito un’accurata lettura vetero-curiale, ha suggerito, per assonanza di nomi, di individuare nella figura Lot effigiata con lo sguardo orante al cielo un possibile autoritratto del pittore, non nuovo ad arguzie e giochi figurativi. Il clima controriformato a Loreto durante il protettorato del cardinale Rodolfo Pio da Carpi suggerisce di individuare in Melchisedech il sacerdote perfetto, senza ascendenti, discendenti e dinastia, modello vocazionale, come tale eterno quanto il sacerdozio di Cristo e leggibile in chiave antiebraica e antiereticale. Note sui restauri: la prima verniciatura documentata fu condotta a Roma da Giuseppe Missaghi tra il 18813 e il 1883. Tra il 1956 e il 1965 le opere lauretane furono inviate ai Musei Vaticani per essere sottoposte a interventi di pulitura, stuccatura, reintegrazione cromatica e verniciatura. Dopo le indagini diagnostiche del 2011 un integrale restauro è stato condotto da Minerva Tramonti Maggi e Alberto Sangalli in occasione della mostra di Bergamo “Lorenzo Lotto. I capolavori della Santa Casa di Loreto”. Grazie al recente intervento sono riemersi i caratteri della firma “Laurentio Loto" in caratteri posati minuscoli sul tronco spezzato in primo piano, al di sotto di un serpente.

Soggetto
Sacrificio di Melchisedech

Datazione
sec. XVI 1545 1555 Motivo della datazione: documentazione

Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Misure
Unità=cm; Altezza=172;Lunghezza=248;

Localizzazione
(AN) Loreto

Collocazione
Palazzo Apostolico - Piazza della Madonna - Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto

Identificatore
11 - 00003388

Proprietà
proprietà Ente religioso cattolico