Cultura

Musei.ConsultazioneBeni2023


ADORAZIONE DEL BAMBINO

Autore
Lotto Lorenzo 1480/ 1557

Tipo scheda
Beni Artistici (OA)

Tipo
dipinto

Descrizione

La scena rappresenta la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta, San Zaccaria, San Giovannino alla presenza della triade di angeli riconducibile al motivo dell’Agnizione del Bambino, ovvero al riconoscimento della natura divina di Cristo. Il nucleo centrale composto dalla Madonna e dagli angeli è dunque intento nell’adorazione del Figlio, mentre gli altri personaggi, attraverso gesti e simboli, prefigurano il sacrificio di Cristo, crocifisso per la redenzione dai peccati. San Giovannino, muovendo verso Gesù, lo indica reggendo in mano la croce dell’“Ecce Agnus Dei”, mentre Santa Elisabetta tenta di togliere dalle mani del figlio il simbolo del martirio per non anticipare al Bambino il supplizio terreno. Il colore rosso della coperta su cui poggia l’Infante medesimamente rimanda al sacrificio di Dio fattosi carne. Anche gli uomini astanti, maggiormente distaccati dalla narrazione in primo piano, rimarcano la fine terrena di Gesù: così San Zaccaria che con l’indice addita la croce, così anche lo sguardo assorto di Giuseppe, proiettato al destino del Figlio. L’espediente della tenda verde di fondo, più volte utilizzato da Lotto, conferisce sacralità alla raffigurazione.

La critica ha concordemente riconosciuto un parallelismo tra quest’opera marchigiana e il precedente analogo soggetto databile fra il 1535 e il 1538-1539 conservato al Louvre. I recenti restauri hanno consentito all’esemplare di Loreto di recuperare leggibilità e dignità di fattura. Il dipinto è citato nel “Libro di spese diverse” tra quelli consegnati nel 1549 a Jacopo Sansovino per essere venduti e che furono poi messi in palio alla lotteria organizzata nella Loggia dei Mercanti di Ancona nell’agosto del 1550. Due anni dopo l’opera venne portata con sé da Lotto a Loreto; a seguito dell’oblazione del 1554 entrò dunque a far parte delle proprietà della Santa Casa. La tela allestita nel Coro dei Canonici insieme ad altri sei dipinti vi rimase fino al 1850-1853. Stando alle ricostruzioni storiografiche cui concorsero Giorgio Vasari e Giovanni Cinelli Calvoli, l’“Adorazione del Bambino” e il “Sacrificio di Melchisedech" si trovavano rispettivamente collocate al centro dei due gruppi del ciclo pittorico, ai lati della tela rappresentante “Cristo e l’Adultera”. A partire dal 1853 e conseguentemente al riassetto ottocentesco della basilica lauretana, i dipinti del Coro furono collocati all’interno del salone del braccio occidentale del Palazzo Apostolico; allestiti da Luigi Serra nel 1919 secondo i canoni del museo di ambientazione, essi seguirono il destino dei beni dell’attuale Museo dell’Antico Tesoro. La datazione dell’opera è stata più volte dibattuta. Sulla base delle analogie compositive riscontrabili con la dispersa tela di Osimo rappresentante la “Madonna con il Bambino”, fra le quali il tema dell’Agnizione di Cristo, Bernard Berenson ha riferito il dipinto agli anni 1538-1539, periodo, come tutti gli anni Trenta di Lotto, che attende ancora pieni chiarimenti. A partire da Anna Banti e Antonio Boschetto (1554-1556), Giordana Mariani Canova (1545-1546), Pietro Zampetti (1546-1549) e Ranieri Varese (1548-1549) le datazioni del dipinto sono state differentemente ricondotte a prima e dopo il definitivo trasferimento del pittore nelle Marche. Francesca Coltrinari ha indagato le dinamiche riferibili all’integrale ciclo del Coro dei Canonici (1554-1555), quest’ultimo risalente agli anni del governatorato di Gaspare de Dotti, della cui profonda cultura teologica, confessionale e inquisitoriale il coro portava i segni. Note sui restauri: nel 1883 Giuseppe Missaghi intervenne sull’opera con minime operazioni di verniciatura; ricondotta da Roma a Loreto la tela fu dunque riconsegnata nel 1902 all’amministrazione del Pio istituto della Santa Casa. Un intervento maggiormente consistente fu eseguito nei laboratori dei Musei Vaticani tra il 1956 e il 1965. In occasione della mostra di Ancona del 1981 “Lorenzo Lotto nelle Marche. Il suo tempo, il suo influsso” l’opera fu oggetto di un drastico restauro affidato a Giuliano Rettori e Nino Pieri. In questa occasione furono eliminate le due tavole che prolungavano la tela alle estremità; furono inoltre asportati alcuni strati di pellicola pittorica, facendo emergere la tenda celebrativa verde di fondo ed il terzo angelo relativo al motivo compositivo dell’Agnizione. La critica recente ha evidenziato come il restauro condotto da Rettori e Pieri abbia causato la perdita integrale delle modifiche operate dallo stesso Lotto in occasione dell’adattamento lauretano della pittura, specie in ordine alle dimensioni, che in origine dovettero corrisponde al dipinto affrontato rappresentante il Sacrificio di Melchisedech, e agli adattamenti compositivi. Tra il 2013 e il 2016 Fabio Piacentini ha curato l’intervento più recente, di revisione dei supporti, pulitura, stuccatura e verniciatura, con apprezzabile recupero della tessitura cromatica dell’opera.

Soggetto
Adorazione del Bambino

Datazione
sec. XVI 1549 1555 Motivo della datazione: documentazione

Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Misure
Unità=cm; Altezza=172;Lunghezza=255;

Localizzazione
(AN) Loreto

Collocazione
Palazzo Apostolico - Piazza della Madonna - Museo Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto

Identificatore
11 - 00003864

Proprietà
proprietà Ente religioso cattolico