Descrizione
Il dipinto, tempera su tavola trasportata su tela, raffigura la "Madonna col Bambino" in un tenero abbraccio. La Vergine, con lo sguardo rivolto verso gli astanti, ha tra le braccia il bambino che, avvicinandosi alla madre, le cinge il collo infilando la mano al di sotto del manto. Il bambino indossa una leggera veste di colore giallo, cinta in vita da una striscia di panno bianco. La Vergine, con i cappelli raccolti da un elegante velo spillato alla capigliatura, presenta una veste rosa decorata a sottili motivi floreali e un manto di colore blu impreziosito da motivi dorati.
Gli studi critici sull'opera, sulla base della storiografia Sette-Ottocentesca, hanno ipotizzato una sua provenienza da una composizione più ampia di Carlo Crivelli, quale frammento della "tavola" che si conservava originariamente nella chiesa di Santa Maria della Pietà dei Minori Osservanti di Macerata e scampata ad un incendio appiccato nel 1799 dalle truppe francesi. Non sono chiare al momento le vicende legate alla pala di Santa Maria della Pietà, per tale motivo in ultimo, in seguito a nuove indagini critiche, è stata avanzata l'ipotesi che la "Madonna con Bambino" di Macerata si tratti di un'opera singola (F. Coltrinari, 2011, pp. 114-115). Nel 1832 Amico Ricci ricorda il dipinto nel Palazzo comunale, riportando l'iscrizione "KAROLUS CRIVELLUS VENETUS PINXIT 1470 FERMIS", poi trasferito nella camera dell'udienza del palazzo e in seguito collocato nella Biblioteca Comunale, dove lo videro Cavalcaselle e Morelli nel 1896 annotando già l'avvenuto trasporto su tela per motivi conservativi (G. Pascucci, 2018, pp. 198-200). Un secondo restauro viene effettuato negli anni 1914-1915 nel corso del quale venne rimosso il fondo azzurro facendo riemergere il drappo rosso. Riguardo l'iscrizione sul retro, oggetto di diverse indagini, gli studiosi concordano nel ritenerla non autentica, ma presumibilmente una trascrizione di un frammento più antico. Per un suo inquadramento cronologico il dipinto maceratese "è vicino alle soluzioni proposte per il polittico di Montefiore e nella tavola, oggi al Metropolitan Museum di New York, del 1472, anno entro il quale lo pone Minardi" (Pascucci, 2018, p. 199).