SAN PIETRO RESUSCITA TABITA
Tipo
dipinto
Descrizione
Al termine di una lunga serie di citazioni dedicate alla tela, a partire dal manoscritto del Ligi (G. Ligi, Congregazione dell'Oratorio di Fano, Ms. 76, Fano, Biblioteca Federiciana, 1710), ma tutte errate riguardo al nome del pittore, con varianti che vanno da Giovanni Loves a Loven a Loweck fino a Liss, Denis Mahon rimise ordine nella questione (1950) battezzando con il nome di Matteo Loves l'autore del dipinto in esame. Nell'opera si evidenziano debiti guercineschi (Loves lavorò nella bottega del Guercino), nel robusto chiaroscuro e nel panneggiare metallico, motivi di derivazione nordica e strette analogie con la produzione di un artista marchigiano Giovan Francesco Guerrieri, conosciuto probabilmente a Roma e ritovato poi a Fano. La trasferta fanese può essere collocata fra il 1633, quando il pittore tornò a Cento da Modena, e il 1634, quando si trasferì di nuovo nella città estense per rimanervi fino al 1635. Un particolare curioso è costituito dal personaggio barbuto dietro a San Pietro, in cui si è voluto riconoscere un autoritratto del pittore.
Soggetto
San Pietro resuscita Tabita
Datazione
sec. XVII 1633 1635 Motivo della datazione: analisi stilistica
sec. XVII 1633 1635 Motivo della datazione: analisi storica
sec. XVII 1633 1635 Motivo della datazione: documentazione
Materia e tecnica
tela/ pittura a olio
Misure
Altezza=309;Lunghezza=266;
Collocazione
Chiesa di S. Pietro in Valle - Complesso: ex complesso degli Oratoriani - via Nolfi
Identificatore
11 - 00117659
Proprietà
detenzione Ente pubblico territoriale