Descrizione: Proviene dalla chiesa di San Francesco al Monte. L’iconografia e il supporto su tela fanno ipotizzare che il dipinto fosse uno stendardo processionale, un genere di immagine dal valore votivo utilizzate durante le processioni per ottenere particolari grazie. A questo uso può corrispondere il carattere didascalico e didattico dell’immagine, chiara, schematica e con la presenza delle scritte “a fumetto” che disegnano un dialogo fra i personaggi. Su uno sfondo di paesaggio che appare attraverso una tenda rossa aperta, compare al centro, frontale e con le braccia alzate per esibire le stimmate, San Francesco fra due santi francescani inginocchiati: a sinistra Antonio da Padova – riconoscibile per il vasetto con il giglio – e a destra Bernardino da Siena, con l’astuccio degli occhiali alla cintura e la tavoletta con il monogramma di Cristo posata a terra. Antonio mette le dita sulla piaga del costato e si porta l’altra mano al petto, esclamando “QUE SUNT PLAGE ISTE PATER BEATISSIME IN CORPORE TUO SANCTISSIMO (“cosa sono o padre beatissimo, queste piaghe nel tuo santissimo corpo?”) mentre Francesco rivolge a San Bernardino le seguenti parole: “HIS PLAGIS PLACATUS SUM IN DOMO DEI MEI” (“grazie a queste piaghe sono stato riconciliato nella casa del mio Dio”). Il sipario, le scritte, la teatralità dei gesti rimandano anche a un contesto teatrale, consentendo di ipotizzare che l’immagine sia legata alla predicazione, particolarmente sviluppata proprio dai francescani osservanti a cui apparteneva la chiesa di San Francesco al Monte secondo modalità fortemente drammatiche e coinvolgenti.