Descrizione
chiesa, La chiesa di S. maria Nuova doveva essere operante fin dal medioevo. E'documentato in Ancona tra il 1290 ed il 1300, comparendo negli elenchi delle decime riscosse in quegli anni. Non si esclude che l'attuale monastero di S. Maria Nuova o Nova possa aver aggregato quello di S. Maria di Castello, quando fu completamente rinnovato nel sec. XVII.
intero bene, Alla chiesa di Santa Maria Nuova fu, nel 1560, annesso un convento. Dalla pianta di Ancona di Jacopo Fontana del 1562, è possibile vedere come il complesso, posto tra il colle Guasco ed il colle Cardeto avesse un ampio orto. La chiesa fu ricostruita nel 1588.
intero bene, Nel XVIII secolo la chiesa ed il convento verrano trasformati profondamente, alcuni sostengono dal Ciaraffoni.
intero bene, Con le alterne soppressioni e restaurazioni chiesa e convento ebbero diverse destinazioni: il 2 novembre 1798 le monache furono trasferite nel convento di S. Bartolomeo ed il complesso fu destinato a caserma ed ospitò le nuove reclute per formare un nuovo battaglione.
intero bene, Il 28 giugno del 1802 i francesi lasciarono Ancona e le monache tornarono nel convento. Nel 1808, dopo il ritorno dei francesi fu pubblicato un decreto del Vicerè circa la soppressione di tutte le Confraternite, Congregazioni, Compagnie e Case Religiose ed il Monastero fu di nuovo adibito ad uso profano.
intero bene, Come si rileva dalla "Iconografia della città di Ancona" del 1813 l'edificio è censito al foglio n. 11, particella n. T2, e nel "Brogliardo della città" del 1815 la proprietà sia della chiesa che del convento è del Regio Demanio.
intero bene, Con la restaurazione durante il mandato del Vescovo Nembrini, il 18 ottobre 1824 le Clarisse rientrarono a S. Maria Nuova.
intero bene, Durante il governo piemontese, il Commissario straordinario Lorenzo Valerio soppresse con innumerevoli decreti emanati dal 1860 al 1861 conventi e case religiose. In Ancona le chiese di S. Agostino, S. Francesco ad Alto, dei Cappuccini, del Carmine con i relativi conventi furono trasformati in caserme, le chiese del Gesù e di S. Domenico furono occupate, per breve tempo dalle truppe e poi riconsegnate ai rispettivi ordini, i loro conventi, invece, furono adibiti a scuole pubbliche o ad attività culturali, il casamento della chiesa e del convento di S. Maria Nuova furono usati per la Scuola Normale Femminile e per l'annesso convitto.
intero bene, Nel 1925, a seguito di trattative svolte con il Municipio, mons. Ricci compiva una permuta dell'edificio del Seminario posto in P.zza del Gesù con il convento e chiesa di S. Maria Nuova (chiamato, allora, delle Scuole di S. Palazia), per dare al Seminario una sede più ampia e più salubre (una lapide, sul ballatoio della scala ricorda questo avvenimento).
intero bene, La guerra 1940 - 1944 non risparmiò quest'immobile che dovette essere profondamente ristrutturato. Da notizie non controllate, sembra che durante i lavori vennero alla luce tracce di affreschi medievali, subito distrutte per evitare i conseguenti adempimenti. Dovevano essere certamente i resti della decorazione dell'antica chiesa in quanto vi erano rappresentate figure di santi. Dopo la ristrutturazione, eseguita nel periodo post-bellico, delle strutture settecentesche sono rimaste solo quelle dei muri perimetrali della chiesa con il portale e parte di quelle del convento. Probabilmente in questa occasione il corpo della chiesa fu diviso, vennero ricavati quattro livelli, vennero tamponate le antiche finestre (rintracciabili sulla muratura esterna) ed il corpo fu strettamente connesso strutturalmente alle ali del convento, perdendo le sue connotazioni originarie. Forse risale a questo periodo la sistemazione dell'attuale chiesetta posta a sinistra della originaria.
intero bene, Da un'analisi più approfondita delle carte della città è possibile circoscrivere le modificazioni più evidenti avvenute sul bene. Nella settecentesca pianta del De Giardinis (al n. 6) è facilmente distinguibile il corpo della chiesa originaria, (che era posto dove ora si accede ai locali della Sovrintendenza A.), da quello più articolato del convento. La chiesa attuale, di piccole dimensioni, posta a sinistra del complesso, non è riportata. La distinzione tra convento ed antica chiesa è evidente anche nel catasto urbano del 1813. Nella Pianta del Grasselini del 1844 la chiesa originaria è disegnata in pianta, mentre il convento è lasciato indefinito (nulla si distingue pertanto circa il sedime dell'attuale chiesa). Il convento si presenta costituito da più corpi di forma molto irregolare organizzati intorno ad una prima corte, di piccole dimensioni e a ad una seconda corte più ampia con pozzo. La sua dimensione è notevolmente maggiore rispetto all'attuale.
intero bene, Nella "Mappa di Ancona" del 1928 (?) e a nel "Rilevamento topografico della città" del 1937 si ritrova, invece, il corpo abbastanza distinto della attuale chiesetta sulla sinistra. Forse i vari cambiamenti di destinazione d'uso del complesso avevano creato le condizioni perché fosse organizzata una sede più piccola per le funzioni religiose e venisse, invece, riconvertito e frazionato il corpo della chiesa originaria. Ciò che, oggi, rimane dell'intero complesso, dopo le distruzioni belliche, sono i corpi intorno alla prima corte (con la chiesa radicalmente trasformata)
intero bene, Dal 1992 parte dell'edificio ospita la Soprintendenza Archeologica delle Marche (che ha in affitto i locali dall'Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero), l'ala a monte è occupata dall'Archivio Diocesano e dalla Biblioteca Diocesana collegati al corpo della attuale chiesa, posta sulla sinistra. Fino allo scorso anno nell'ala a destra sul retro vi era una scuola materna.
intero bene, Durante la presenza nel complesso della Soprintendenza Archeologica, sono stati eseguiti da parte della Sovrintendenza ai beni Architettonici e del Paesaggio alcuni interventi strutturali, di manutenzione ed adeguamento degli impianti (inserimento di tiranti adeguamento degli impianti, rifacimento di intonaci). Inoltre, dallo scorso anno l'ala destra sul retro che ospitava la scuola materna è passata alla Soprintendenza e sono stati eseguiti alcuni lavori di ristrutturazione e cambio di destinazione d'uso. Il Seminario Arcivescovile ha , inoltre, posizionato nel braccio trasversale, lato corte, una scala inserita nel porticato, per l'occasione chiusa da una vetrata, con ascensore, per collegare i vari livelli.