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PALAZZO LANGUIDARA

Autore
Marchionni Carlo costruzione

Tipo
palazzo signorile

Descrizione

intero bene, Fu eretto nel XVIII secolo, probabilmente su disegno di Carlo Marchionni, occupando il sedime ed inglobando strutture della chiesa di S. Egidio, di cui rimangono tracce nella facciata su Piazza del Plebiscito. La costruzione risale sicuramente a dopo il 1745, dal momento che nella "Pianta elevazione della città di Ancona" di F. P. de Giardinis sono ancora presenti la chiesa dell'Incoronata ed il vecchio convento di S. Domenico. Quando si procedette alla trasformazione e alla ricostruzione del palazzo il progettista dovette mantenere l'altezza dell'antistante palazzo Mengoni-Ferretti (o dei Ferretti di S. Domenico), perché, dice il vescovo Massei nel trasmettere l'assenso di Papa Benedetto XIV "ut habeat ... reddendi Plateam magnam ornatiorem et nobiliorem".

sedime, Al posto dell'attuale palazzo si trovava la chiesa medioevale di S. Agnese, ricordata nella "Cronaca" di Oddo di Biagio, quando parla dell'assedio del 1382. Nel 1471 con la bolla di Papa Sisto IV il beneficio di S. Agnese fu unito al monastero di S. Bartolomeo. Nel 1418 venne demolita la chiesa di S. Egidio, vicino all'attuale Arco della Prefettura, ed il titolo e la sede di questa parrocchia furono trasferiti alla chiesa monastica di S. Bartolomeo. Per questo dopo il 1471 la chiesa di S. Agnese è anche ricordata come chiesa di S.Egidio. Il 10 maggio 1739 fu emesso un decreto che stabiliva la profanazione della chiesa ed il trasferimento della sede parrocchiale di S. Egidio alla chiesa dell'Incoronata. La chiesa di S. Egidio fu allora divisa in piani e modificata: al piano terra servì come tintoria ed ai piani superiori come abitazione.

intero bene, Nel palazzo vi abitarono per lungo tempo i Languidara, che introdussero in Ancona l'arte della seta, e che qui ebbero un laboratorio, tanto che il palazzo, pur di proprietà dei Domenicani, è ricordato come Palazzo Languidara.

intero bene, L'edificio è stato ristrutturato dopo gli eventi sismici che hanno colpito Ancona negli anni '70, ma nell'Archivio dell'Ufficio Tecnico del Comune non è stato possibile rintracciare il progetto. Dal sopralluogo si può, comunque, supporre che l'intero edificio sia stato oggetto di modifiche strutturali consistenti, dal momento che tutti i solai sono stati rifatti in latero cemento, la scala di accesso originaria è stata demolita e ricostruita in c.a., il tetto è stato rifatto, ed è stato, probabilmente in questa occasione, inserito sul prospetto su P.zza del Plebiscito un balcone con struttura in c.a., mensole a volute e balaustra metallica, al terzo piano, subito sopra le tracce dell'antica chiesa di S. Agnese (poi S. Egidio).

intero bene, Come si rileva dalla "Iconografia della città di Ancona" del 1813 l'edificio è accatastato al foglio n. 20, particella n. 240, e affaccia sull'allora Piazza Farina. Nel "Brogliardo della città di Ancona" del 1815, inoltre la proprietà indicata è: Regio Demanio.

intero bene, Nel "Catasto Urbano della città di Ancona ed annessi" del 1830-1833 l'uso del bene è indicato come: casa d'affitto con botteghe, mentre si rileva una cosa singolare per quanto riguarda le proprietà, infatti i proprietari segnati in un primo momento erano i Padri Domenicani di Ancona, poi cancellati e sostituiti da un sig. Giovanni Enrico Sturari.

prospetto principale, In una foto del Palazzo fatta nei primi anni del Novecento (c.a.), prima del restauro post-sisma, si possono notare alcune differenze con l'attuale prospetto: gli accessi sono tre , due più piccoli posti simmetricamente al portone principale

Datazione
XVIII - XVIII

Localizzazione
(AN) Ancona

Identificatore
11 - 00065730

Proprietà
CDGG=proprietà Stato; CDGS=Agenzia del Demanio;