Descrizione
Il dipinto raffigura la scena di un martirio nei confronti di tre figure femminili. La prima figura, con un manto blu, giace a terra con la mano recisa; al centro la seconda donna, con il seno scoperto, sta per ricevere dal carnefice il medesimo martirio del taglio della mano, scena a cui assiste da dietro un bambino o bambina; una terza figura inginocchiata con le mani al petto rivolge lo sguardo verso i due angeli in cielo che reggono le corone e le palme.
Esiste un'altra versione del soggetto nella Collezione di Fabrizio Lemme di Palazzo Chigi in Ariccia Roma (inv., n. 14), commissionata presumibilmente al pittore Michele Rocca dal cardinale Pietro Ottoboni, importante figura di mecenate nella Roma del XVII e XVIII secolo, che possedeva altri dipinti dell'artista. Secondo Anna Lo Bianco, nella versione Lemme, si riscontra 'una conduzione pittorica più sapiente e fluida nella pennellata e accattivante nella resa' rispetto alla versione in oggetto (A. Lo Bianco, 1993, p. 112). Michele Rocca sembra attenuare con il suo linguaggio arcadico la drammaticità della vicenda e le tre donne, nelle loro vesti dai colori brillanti e i capelli raccolti in eleganti acconciature, sembrano più figure del mondo classico che giovani martiri (V. Borgiani, 2018, p. 172). L'iconografia dell'opera non è di chiara identificazione. Potrebbe forse esservi qualche collegamento con il martirio di Sant'Eurosia, alla quale vengono prima recise le mani e poi i piedi, per essere infine decapitata. Nell'iconografia la santa viene spesso raffigurata nel momento del taglio della mano e spesso, quale protettrice di frutti della terra e anche delle aree montane, nella composizione si trovano fasci di spighe, uva e fiori, in segno di offerta verso la Madonna, elementi però che non compaiono nel dipinto in oggetto.