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Museo Casa Natale "Filippo Corridoni"


  • Indirizzo :Casa Natale Filippo Corridoni - Via Trincea delle Frasche,29 (MC) CORRIDONIA
  • Tel. :
    Fax :
  • Email : segreteria@comune.corridonia.mc.it      e.sansoni@comune.corridonia.mc.it   
  • Sito web : http://www.museocorridoni.it
  • Orario : La casa museo è sempre visitabile previo appuntamento telefonico con l'Ufficio Cultura del Comune di Corridonia al numero 0733 439901 dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle ore 13.30
  • Tipologia : Storia Specializzato - Centro di Documentazione Sindacalismo
  • Servizi : Area per accoglienza, Biblioteca, Sala proiezione audio/video

  • La sede e le collezioni
  • Il visitatore viene accolto dal mito Corridoni.  Immediatamente dopo la sua morte eroica alla trincea delle frasche intorno alla figura del sindacalista marchigiano nasce il mito: Milano, Parma, la sua città natale, ma anche  altre parti d’Italia, ne celebrano la grandezza e il sacrificio supremo. I sindacalisti di Parma e di Milano, la gioventù corridoniana sono i veri eredi del suo insegnamento di matrice classista, rivoluzionaria e interventista, certamente non fascista sia nello spirito che nella dinamica politica. Ma, dopo l’ascesa al potere, sono proprio il fascismo e Mussolini in persona che lo assumono come simbolo della propria “rivoluzione”. La medaglia d’oro, il monumento di Parma, Pausula, la città natale che diventa Corridonia, la piazza e il monumento inaugurati alla presenza del duce…Malgrado gli sforzi di chi, come Alceste De Ambris, aveva cercato di difenderne la memoria, Corridoni fu considerato un simbolo del fascismo. Il percorso del museo vuole ricollocarlo nella sua vera dimensione storica.

    Al primo piano, nella stanza d’ingresso, dove si trovano i simboli del focolare domestico, sono collocati gli affetti familiari, la sua infanzia e la prima formazione. Il padre Enrico, fornaciaio, la carissima mamma Enrichetta, che tanto difenderà e curerà la memoria del figlio, i fratelli e la sorella Maria, lo zio Filippo, francescano, suo primo maestro. Si prosegue nell’altra stanza con la sua attività di agitatore  politico e sindacale. L’antimilitarismo degli esordi, il primo esilio, lo sciopero agrario di Parma del 1908, la sua militanza a Milano, le lotte contro la guerra di Libia, la formazione dell’Unione Sindacale Italiana. Sintesi di un’attività frenetica, costellata da frequenti condanne, in cui Corridoni conquistò sul campo la fama di straordinario capopolo.

    Al secondo piano ritroviamo l’ultimo Corridoni, che matura in carcere, in quell’estate del ’14, dopo lo scoppio della Grande Guerra, l’adesione all’interventismo. Lui è a fianco del Belgio martire, della Francia repubblicana, contro le forze della reazione e del conservatorismo rappresentate dalla Germania e dall’Austria. La guerra non lascerà le cose come prima: la guerra è la premessa necessaria della rivoluzione. Il Corridoni che scrive Sindacalismo e Repubblica nel riposo forzato del carcere e poi si lancia nella frenetica attività dei comizi interventisti è ancora il sindacalista  che si prepara a diventare l’eroe, coerente con tutta la sua vita di agitatore. E poi il dramma della guerra vissuta, al fronte, dove lui, duce dei volontari, va consapevole incontro alla morte alla Trincea delle Frasche.



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