Descrizione
cappella, Probabilmente tra le parti che non vennero distrutte c`era anche quella che oggi viene denominata cappella di S.Aldebrando, che secondo la tradizione corrisponde alla stanza in cui il santo morì, e che a partire dal XIV sec. venne appunto denominata Cappella di S.Aldebrando.
cappella, La cappella viene decorata con affreschi raffiguranti episodi della vita di S. Aldebrando. Gli affreschi sono attribuiti, secondo il Vernarecci, alla scuola romagnola che va da Giuliano da Rimini a Bittino da Faenza. Altri storici, come riporta la relazione allegata al progetto di restauro del 1999, individuano l'autore in Antonio Alberti da Ferrara.
cappella, La cappella versa in cattive condizioni di conservazione, quasi abbandonata.
intero bene, Vengono eseguite delle opere di manutenzione straordinaria estesa a tutto l'edificio tra cui l'esecuzione dell'intonaco esterno in cemento.
intero bene, Il giorno 26/11/2001 si concludono i lavori di riparazione dei danni causati dal terremoto.
intero bene, Il giorno 26 settembre 1997 ha inizio una serie di scosse sismiche che provoca nell'edificio i seguenti danni: lesioni verticali passanti sulle pareti longitudinali
intero bene, Il giorno 27/07/1999 è approvato dai competenti uffici il progetto di ripristino, recupero e restauro che in particolare prevede le seguenti opere: ampliamento della base fondale tramite sottomurazione
intero bene, Il giorno 03/01/2000 si consegnano i lavori che avranno una durata di 225 giorni.
edificio preesistente, Il vescovo Aldebrando fa costruire la cattedrale di S.Giorgio, della quale rimane soltanto la parte corrispondente alla tomba del fondatore. Secondo il Vernarecci l'edificio fatto costruire da S.Aldebrando non è la cattedrale di S.Giorgio bensì la chiesa di S.Maria Maggiore ed il contiguo episcopio.
chiesa e canonica, Viene costruita la chiesa di S. Albebrando perpendicolarmente alla cappella. Viene costruita anche la canonica, inglobando così ciò che rimaneva della struttura originaria.
edificio preesistente e intorno, La chiesa di S.Maria Maggiore viene distrutta e con essa buona parte del contiguo episcopio per consentire la costruzione della fortezza pontificia e poi della rocca Malatestiana. La chiesa di S.Giorgio, sita nelle immediate vicianze, rimane invece intatta, verrà distrutta successivamente. I resti dell'edificio originario vengono quindi verosimilmente inglobati nella struttura difensiva costituendo così una sorta di mastio.