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ABBAZIA DI S. BENEDETTO DE CRYPTA

Tipo
monastero benedettino

Descrizione

carattere generale, Il nome "Abbatia sancti Benedicti de crypta saxi latronis" richiama l`alto medioevo. Nei Capitularia dell'età carolingia e di quella successiva, a cominciare dal secolo VIII, si parla dei latrones manentes e dei latrones vagantes. Ne parlano Pipino il Breve nel 768, Carlo Magno nell' 805 e Ludovico II nell'850. I latrones sono uomini liberi, forniti di beni propri, anche se modesti, costretti a venderli o a cederli, che si fanno mendici o latrones a causa della pressione dei potenti. I latrones non sono briganti veri e propri, ma costituiscono un'attività collettiva complessa formata da piccoli feudatari spodestati.

intero bene, Molto probabilmente lo sperone di roccia sul quale sorgerà la futura abbazia fu in origine il rifugio di piccoli feudatari, spodestati da signori più potenti, che unirono le forze in attesa di tempi migliori.

intero bene, Molto probabilmente l`insediamento è costruito dai monaci benedettini tra il X e il XII secolo.

intero bene, Il 13 giugno 1153 Eugenio II scrive all`abate Atto di S. Benedetto De Cripta concedendo alcuni privilegi e prendendo sotto la sua protezione il monastero. Il documento testimonia che la comunità monastica doveva avere una struttura completa e una notevole giurisdizione nell'alta e media valle del Chienti, da Pontelatrave a Belforte.

intero bene, Nel novembre 1163 il monastero di Belforte cede ogni sua autonomia a Ubaldo, abate di San Benedetto.

intero bene, Nel marzo 1187 Suppo figlio di Offreduccio di Roccamattea si fa monaco nel monastero, donando allo stesso alcuni beni. Il documento attesta il cresciuto potere dell'abbadia sui signori di Roccamattea, di Sentino e di Altino, cioè dei colli a sud di Camerino, prima dell'affermazione dei comuni. In un altro documento del 1220 si riepilogano le disposizioni testamentarie del nobile monaco Suppo.

intero bene, Nel 1227 i beni dell` abbadia si estendono fino alla contrada tolentinate di Branca Ursina. Il priore di S. Egidio di Tolentino ha in enfiteusi per duecento anni una terra dall'abate di S. Benedetto.

intero bene, Nel 1291 è abate di S. Benedetto un tal Rinaldo. Il documento dice che l`abbazia non aveva il monastero, ma molto probabilmente questa è una notizia imprecisa.

intero bene, Nel 1299 il monaco Ventura paga una decima di 14 lire e 13 soldi. La cifra è di tutto riguardo e dimostra che l'abbazia è ricca e che esiste il monastero con la relativa comunità di monaci.

intero bene, Nella prima metà del secolo XIV si consolida in Camerino la signoria dei Da Varano. In pochi anni il loro potere si estende anche a Caldarola e quindi sull'abbazia della quale diventano patroni.

intero bene, Nel 1439 i Varano sono detronizzati dall`istituzione della repubblica (1434-1443). L'abbazia viene soppressa e i suoi beni, uniti a quelli di Pievefavera, vengono ceduti ad un unico commendatario.

intero bene, Nel 1443 i Varano riconquistano il potere e ottengono il privilegio di nominare pievano commendatario di Pievefavera e S. Benedetto, oramai conglobati, un familiare. Il vescovo camerte Fabrizio Da Varano (1482-1508) avrà, tra i molti titoli, anche quello di pievano di San Benedetto della Grotta, titolo che i vescovi di Camerino conserveranno per lungo tempo. In quegli anni il monastero si avviò verso un precipitoso tramonto causato dalla crisi delle istituzione varanesche.

intero bene, Nel 1581 la parrocchiale di Valcimarra è dipendenza dell`abbazia sovrastante.

Datazione
VIII - IX

Localizzazione
(MC) Caldarola

Identificatore
11 - 00047330

Proprietà
CDGG=proprietà privata;