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TEATRO DELLE MUSE

Autore
Ghinelli Pietro progetto

Tipo
teatro comunale

Descrizione

intero bene, L'inagibilità del teatro La Fenice situato nei pressi dell'arsenale, privava Ancona del suo unico teatro. La volontà della città di costruire un nuovo teatro si concretizzò con la nomina di un'apposita Deputazione per la scelta dell'area. Il 12 febbraio 1819 il Consiglio comunale di Ancona prescelse l'area in una rosa di cinque possibili. Dopo un primo orientamento verso la piazza "grande" infatti si preferì l'Isola delle Carceri: la relazione della Deputazione sottolineava che l'intera area sarebbe stata rivitalizzata da imprese e vani affittabili, in modo da offrire alla fabbrica del nuovo teatro entrate in grado di renderlo autonomo nelle sue attività impresariali. La scelta per la progettazione del nuovo teatro cadde sull'architetto Pietro Ghinelli, che si era segnalato nella ricostruzione del teatro Nuovo di Pesaro e nella progettazione, poi non eseguita, del teatro comunale do Ostra.

intero bene, Fra i progetti presentati fu scelto quello dell'architetto Pietro Ghinelli, che venne sottoposto all'approvazione dell'Accademia delle Belle Arti di Roma. L'autorizzazione per il progetto fu rilasciata e comunicata al Comune il 9 maggio 1820. L'architetto prevedeva all'interno del fabbricato, oltre il teatro e gli annessi, alcuni locali da dare in affitto (appartamenti e botteghe), che avrebbero reso una rendita annua atta a finanziare gli spettacoli. Il grandioso edificio avrebbe avuto un'artistica facciata principale, due prospetti laterali e un prospetto posteriore privo di decorazioni perché prospicente ad una strada secondaria

intero bene e suo intorno, Per la costruzione del teatro fu modificata la sistemazione urbanistica dell'intera area: furono demoliti il quattrocentesco Palazzo del Podestà (poi sede degli uditori civili e criminali, del Bargello e Carceri), insieme all'intero " isolato del Filippini" con chiesa e oratorio

intero bene, Il teatro fu inaugurato sabato 28 aprile 1827 con l'opera di Gioacchino Rossini "Aureliano in Palmira", cantata dal soprano romano Violante Campolese. Tra il pubblico era presente Girolamo Bonaparte, fratello di Napoleone: l'ex re di Westfalia, giunto in città lo stesso giorno dell'inaugurazione teatrale, non aveva voluto perdere l'appuntamento mondano, cercando di continuare a tessere un lavoro politico con quella classe dirigente che si adoperava in quegli anni per una rapida fine della Restaurazione.

intero bene, I lavori furono dati in appalto alle imprese Vignini di Ancona e Pasquali di Senigallia, che avevano unito le loro offerte presentandone una sola per l'importo di 58.500 scudi. Si avviò quindi una trattativa con gli imprenditori che portò a scorporare dall'offerta "la pittura scultura e macchinismo e ornato", arrivando quindi a 48.400 scudi, includendo nell'offerta la possibilità di utilizzare i cementi degli antichi palazzi per la costruzione del nuovo edificio. Con questi calcoli si giunse alla somma totale di 44.000 scudi. Il 17 novembre 1821 si riunì il Consiglio Comunale per votare in via definitiva l'affidamento.

sala del teatro, Nel 1861, come in molti altri teatri italiani, fu rinnovato il vecchio apparato decorativo a tempera, sostituito da una decorazione di legni intagliati e dorati fu fondo bianco. La nuova decorazione, eseguita sotto la direzione del pittore bolognese Luigi Samoggia, è così descritta dall'ingegner Edoardo Camiz, già Deputato Artistico del Teatro: "I parapetti sopra un fondo bianco avorio, portano ornati di legno scolpito e dorato, che da forme più complesse ed evolute nel basso vanno alleggerendosi e semplificandosi verso l'alto

intero bene, I lavori iniziarono nel 1822. La difficoltà presentata dalla demolizione dei solidi muri delle carceri e della torre che ne faceva parte, non permise di metter mano alle fondazioni prima del giugno di detto anno. Secondo le previsioni, l'opera doveva compiersi in quarantadue mesi ma, sia per le ragioni su esposte che per gli imprevisti, i tempi furono prolungati. Inoltre, poiché nel 1825 ricorreva l'anno del Giubileo in cui "tacciono i pubblici spettacoli", la Deputazione della Fabbrica che presiedeva ai lavori credette opportuno concedere un tempo maggiore per le opere di finitura. L'edificio venne così terminato nel 1826.

sala del teatro, La decorazione pittorica della sala del teatro fu eseguita per 1.000 scudi dall'artista livornese Giovanni Bonsignori, di cui 800 scudi per le pitture del soffitto della platea, dei parapetti e degli interni dei palchi

intero bene, I Condomini, nella generale Assemblea del 10 marzo 1925, accolsero ad unanimità la proposta della Deputazione di votare la spesa di £. 160.000 per opere di restauro. Nell'atrio e sulle pareti della sala furono ravvivati gli ori degli stucchi e le vernici

intero bene, Il 1° novembre 1943 lo spezzone di una bomba danneggiò il tetto del teatro. Da quel momento fu sospesa qualsiasi attività.

intero bene, Nel dopoguerra il teatro risultava non compromesso nella struttura, ma molto danneggiato dall'incuria degli anni: " L'arredamento della platea, dei palchi, della galleria e del loggione sono del tutto scomparsi, come pure le attrezzature del palcoscenico

intero bene, La ricostruzione del teatro, progettata dall'arch. Danilo Guerri, rivoluziona la parte interna, con un'originale proposta formale. Gli interventi riguardano la ricostruzione interna e il restauro dei prospetti.

intero bene, Una volta acquistata l'area con i soldi del Comune, si pensò di ricorrere ad una compartecipazione fra cittadini per l'acquisto dei palchi: il denaro così ottenuto avrebbe permesso il finanziamento dell'intero progetto. La vendita dei palchi ai privati, ad eccezione di quelli centrali del secondo ordine già assegnati al Comune, iniziò il 5 luglio 1821: alla fine della vendita quasi cento famiglie erano proprietarie del teatro, tra cui diverse famiglie appartenenti alla Comunità ebraica.

intero bene, I palchettisti manifestarono la volontà di assumere la proprietà del teatro. La cosa fu concessa con l'avvallo del Governo pontificio, il quale dichiarava però che in tal modo l'amministrazione doveva essere completamente sgravata da incombenze derivanti dalla gestione del teatro. L'accordo tra palchettisti e Comune, contenente numerose prescrizioni, fu stipulato in via definitiva il 19 giugno 1826.

intero bene, Durante la seconda guerra mondiale, le truppe alleate si insediarono all'interno dell'edificio.

intero bene, Nel 1956 il teatro fu acquisito definitivamente dal Comune, tramite un accordo con la Società dei Palchettisti, stipulato presso il notaio Franco Ricci.

intero bene, Dopo l'acquisizione del teatro da parte del Comune, attraverso pubblico concorso, venne affidato il progetto di ricostruzione al gruppo costituito dall'architetto Carlo Montecamozzo, dagli ingegneri Vittorio Picconi e Paolo Zaupa. Il progetto, pur nel rispetto della conservazione della facciata, modificava completamente la struttura interna. Il teatro inoltre, come era stato auspicato nelle discussioni consiliari, veniva anche attrezzato per possibili proiezioni cinematografiche, con uno schermo a scomparsa. Il progetto, redatto nel 1962, concluse l'iter di approvazione solo nel 1968.

intero bene, Dopo i lavori preliminari, cioé lo sventramento e la demolizione del vecchio stabile, iniziarono i lavori di ricostruzione proprio negli anni del terremoto: gli eventi imposero all'Amministrazione la sospensione dei lavori.

intero bene, Negli anni '80 fu affidato un nuovo progetto di ricostruzione all'architetto Danilo Guerri per l'architettonico, unitamente agli ingegneri Francesco Zaupa e Vittorio Picconi. Il nuovo progetto conserva i prospetti esterni, la scala d'ingresso, il vecchio atrio.

intero bene, I lavori di ristrutturazione, realizzati su progetto dell'arch. Danilo Guerri, si sono conclusi nell'anno 2002.

intero bene, Il teatro è stato inaugurato il 13/10/2002 con un concerto dell'orchestra Filarmonica della Scala, diretta dal maestro Riccardo Muti.

Datazione
XIX - XIX

Localizzazione
(AN) Ancona

Identificatore
11 - 00047066

Proprietà
CDGG=proprietà Ente locale; CDGS=Comune di Ancona;