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CHIESA DI S. PAOLO

Tipo
chiesa conventuale

Descrizione

intero bene, I lavori di costruzione della chiesa iniziarono il 12 novembre 1623 su progetto di Giovanni Ambrogio Mazenta con la collaborazione di Antonio Ossucci. Due giorni prima il Consiglio comunale aveva ordinato ai padri barnabiti di allineare la facciata della chiesa al vicino Palazzo Apostolico (attuale Palazzo del Governo) determinando così l'accorciamento della navata di almeno una campata. L'Oratorio sottostante la chiesa fu costruito contemporaneamente alla chiesa. Per l'occasione fu coniata una medaglia commemorativa.

intero bene, I lavori di costruzione della chiesa finirono il 29 giugno 1655. Il prospetto principale non venne completato.

interno, Intorno al 1655 il pittore maceratese Francesco Boniforti, detto `Boniforti il Vecchio', dipinse in monocromo le figure colossali di S. Paolo, dei Dottori della Chiesa latina e degli angeli reggitarga.

interno, Gli stuccatori Giovan Maria Bacarelli e il maceratese Giuliano Fanelli lavorarono, intorno alla metà del sec. XVII, alla decorazione plastica dell'interno.

abside, Intorno al 1680 il pittore anconitano Pier Simone Fanelli dipinse l`abside della chiesa con le storie di S. Paolo. Realizzò anche una `Orazione nell'orto` ed un `Cristo portacroce fra i Ss. Giovanni e Maria Maddalena`.

oratorio, Nel sottostante Oratorio i padri barnabiti fondarono, nel 1690, la Confraternita del Santo Sepolcro.

volta della sacrestia, All`inizio del sec. XVIII padre Onorato di San Cristoforo affrescò la volta della sacrestia e dipinse varie tele con santi barnabiti.

prospetto principale, Nel 1723 ripresero i lavori per completare il prospetto principale, ma, poste le prime pietre, essi si fermarono per controversie col Comune e non furono mai più ripresi.

oratorio, Intorno al 1734 i Confratelli fecero costruire al centro dell`oratorio una fedele riproduzione del santo Sepolcro di Gerusalemme.

interno, Nel 1742 il pittore Sebastiano Conca eseguì su tela una "Trinità circondata da santi barnabiti`.

interno, Il coro della chiesa, ornato di figure muliebri alate e di leoncini, ora in gran parte scomparsi, forse fu realizzato dall'intagliatore Guglielmo Hagemann, gesuita fiammingo che lavorava a Macerata. Nel 1730 Venanzio Guidomei da Pesaro costruì gli armadi della sacrestia, ora in gran parte trasferiti nella biblioteca dell'Università. All'aquilano Filippo Martelli sono invece attribuiti i coretti e le cantorie realizzati intorno alla metà del sec. XVIII.

intero bene, Il 6 luglio 1808 fu notificato ai religiosi l'Atto di avvocazione e nel 1810, espulsi i barnabiti, in questa chiesa fu trasferita la sede parrocchiale di S. Maria della Porta, che vi rimarrà fino al 1825.

intero bene, Nel 1815 la chiesa fu ceduta al Comune, che la passò all`Università Pontificia, la quale in quell'anno aveva occupato il vicino Collegio dei barnabiti.

intero bene, Nel 1830 la chiesa passò definitivamente al Comune, pur restando aperta al culto.

intero bene, Nel 1882 si pensò di chiudere la chiesa al culto e trasformarla in sala per concerti. Il progetto non ebbe seguito per l'opposizione della Confraternita del Santo Sepolcro.

intero bene, Durante la Prima Guerra Mondiale la chiesa fu adibita a magazzino di grano.

prospetto principale, Cesare Bazzani nel 1922 presentò un progetto per la facciata della chiesa. Il progetto non ebbe seguito.

oratorio, Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale l'oratorio fu restaurato.

intero bene, Nell`ultimo decennio del XX sec. l`aula della chiesa fu concessa in uso all'Università di Macerata che la utilizza ancora per l'attività didattica. Il sottostante oratorio continua ad essere utilizzato come tale.

intero bene, La chiesa è danneggiata dal terremoto del 26.9.1997.

organo, Nel 1803 la chiesa è dotata di un organo opera di Gaetano Callido.

Datazione
XVII - XVII

Localizzazione
(MC) Macerata

Identificatore
11 - 00007668

Proprietà
CDGG=proprietà Ente locale; CDGS=Comune di Macerata;