Cultura

`L`incisore fiammingo Giacomo Lauro (probabilmente della famiglia Laur di Anversa), attivo a Roma tra 1583 e 1650, collaboratore di Claude Duchet, e ditore romano nipote e continuatore della bottega dei Lafrery, stampatori romani di origine francese noti per i loro atlanti cartografici, aveva com inciato intorno al 1630 a raccogliere, sul modello lafreriano, piante di c ittà d'Italia in forma di piccoli opuscoli in quarto che continuò a stampa re e vendere fino al 1650 ca. Nel 1639-49 (il privilegio porta la data del 20 settembre 1639, ma la stampa dell'originale rimasto quella del 1649) L auro dedica a Osimo uno dei suoi libretti intitolato "Breve discorso di Os imo/ antichissima città del Piceno/ già nobilissima colonia/ de Romani, e metropoli,/ di Iacomo Lauro Romano/ in Roma appresso Ludovico Grignani 164 9/ con licenza de' superiori". Questa carta è la fonte di quella che appar e sul Theatrum civitatum et admirandorum Italiae dell'editore olandese Joa n Blaeu (Amsterdam 1663, più volte ristampato) è dedicata al cardinale Ant onio Bichi, arcivescovo osimano. Essa possiede, come la carta di Lauro, un a didascalia di trentuno riferimenti urbani e presenta il tracciato dell'i nsediamento con molta nitidezza racchiuso nel circuito delle mura attornia te dagli orti e dalle ville suburbane delle quali si notano i giardini com postamente coltivati all'italiana. Dobbiamo aspettare il 1757 per trovare un nuovo profilo di Osimo nel volume XXI dell'edizione italiana del libro storico-geografico di Thomas Salmon, Lo stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo naturale, politico e morale, edito a Venezia dall'editore Giambattista Albrizzi tra 1737 e 1766 ("La città di Osimo nella Marca d'A ncona", vol. XXI, 1757).' (Mangani G.)