Cultura

Le visite pastorali settecentesche consultate da Riccardo Manoni (1994) testimoniano che l'altare maggiore, non più esistente, era dedicato a San Michele Arcangelo, titolare della chiesa. Esso era mantenuto a spese dell'abate commendatario dell'abbazia camaldolese di Sitria, da cui dipendeva sin dalle origini duecentesche la chiesa di Serra de' Conti. L'affresco che decora la parete cuspidata delimitata dal ciborio quattrocentesco vede infatti in posizione di rilievo la figura dell'arcangelo che sconfigge il demonio, il quale, assieme al Sant'Andrea a destra e alla Vergine col Bambino in gloria in alto, determina un semplice impianto compositivo piramidale. Grazie alla data iscritta nel cartiglio in basso è possibile collocare l'esecuzione del dipinto al 1581. L'accenno serpentinato della posa dinamica del San Michele mostra un artista aggiornato sugli esempi della pittura manieristica e, in particolare, il rilievo dato al paesaggio sullo sfondo, con i toni rosa e aranciati del cielo al tramonto, ricorda il Girolamo Muziano di Loreto. L'affresco è mutilato da un'estesa lacuna che compromette la lettura della parte centrale e dei due lati superiori dell'immagine. In tale stato di degrado doveva trovarsi già nel 1752, quando il dipinto su tela, con analoghe dimensioni e soggetto, oggi esposto sulla parete sinistra, prese il suo posto sotto il ciborio.