Cultura

Altare ligneo a muro poggiante su zoccolo marmorizzato; due semicolonne laterali intagliate a rilievo con tralci di rose; capitelli compositi che sostengono la trabeazione a girali vegetali e a cornici dentellate mistilinee; timpano arcuato spezzato al centro dalla grata bombata di un coretto; intagli laterali a grandi volute culminanti in teste di cherubini da cui pendono festoni di frutta.

Dalle visite pastorali della prima metà del Settecento pubblicate da Mencucci (1994) veniamo a conoscenza che l'altare della parete destra della chiesa era dedicato alla Beata Vergine del Carmine, rappresentata nel dipinto al suo interno. Come emerge inoltre dai documenti consultati da Silvia Giuliodori esistevano altre due dedicazioni a S. Chiara e a S. Filippo Neri. La raffinata decorazione policroma a finti marmi è stata recentemente recuperata sotto un pesante strato di smalto color avorio risalente ad un intervento del 1914-19. Il restauro ha comportato inoltre l'abbattimento della mensa d'altare commissionata nel 1938 da Raffaele Serrani in memoria di suo figlio Enrico, secondo quanto testimoniato da un'iscrizione presente in esso. L'impostazione compositiva dell'ancona lignea sovrastante è molto simile a quella dell'altare dell'Assunta sulla parete sinistra che reca la data 1673. Infatti, con la rimozione nell'ultimo restauro dei tre gradini non pertinenti all'altare, si è scoperta la data 1676. Per confronti con analoghi altari intagliati e policromi del seicento marchigiano, che ripropongono in forme sempre più articolate e fastose schemi tardo manieristici, si veda "La cultura lignea", 1999.