Cultura

Mensa d'altare, poggiante su basso zoccolo modanato, conclusa da analoga cornice superiore in marmo bianco; fronte anteriore piana intarsiata in marmi policromi e scandita da quattro lesene profilate di nero e di marmo bianco; al centro dei tre spazi si aprono oculi ovolidali schermati da elaborate grate dorate a racemi vegetali e contornati da rilievi marmorei con teste di cherubini, elementi fogliati e volute.

Dai documenti studiati nella tesi di diploma di Silvia Giuliodori riportati da Mencucci (1994) veniamo a conoscenza che in occasione della festa del Corpus Domini del 1644 fu consacrato l'altare maggiore della chiesa delle clarisse. L'esecuzione della raffinata mensa si deve però collocare più tardi, intorno al 1677, quando Lorenzo Honorati donò all'abbadessa del convento Anna Maria Honorati il corpo di Santa Vittoria Martire. Esso proveniva da Roma poichè era stato a sua volta donato al nobile di Serra de' Conti da Maria Eleonora Boncompagni. La reliquia, oggi aspostata, era riposta nella cripta della chiesa ed era visibile dagli oculi della mensa d'altare, che fu quindi realizzata in occasione della traslazione. Come ritiene la Mariotti (2003) la morbida cesellazione dei rilievi marmorei può essere associata a maestranze locali, come proverebbe anche la lavorazione delle inferriate in metallo dorato, tipica espressione artigianale del territorio di Ostra, specializzato nella lavorazione del ferro battuto.