Cultura

Il dipinto viene firmato dalla sigla Macricoves, acronimo di Maria Cristina Colocci Vespucci, figlia di Antonio e di Enrichetta Vespucci. Nominata erede universale del patrimonio di famiglia dal padre a discapito del fratello Adriano che, per la sua natura irrequieta e turbolenta, non riscuoteva la fiducia paterna, si occupò per tutta la vita di questo e di numerose opere sociali dopo che rimase vedova nel 1903 tanto che fu nominata Dama d'Onore della Regina Margherita. Allo stesso tempo però non dimenticò mai la sua passione giovanile per la storia dell'arte e per la filosofia - aveva seguito anche dei corsi universitari a Roma -, amava collezionare ceramiche e stampe, attualmente conservate presso la Biblioteca Comunale di Jesi, e si dilettava lei stessa a dipingere. E' verosimile comunque che tali opere, di gusto decorativo, si datino all'ultimo quarto del XIX o al massimo all'inizio del XX, infatti dal 1903 la sua attività era, come si è detto, rivolta ad altri impegni.