Cultura

Mensa d'altare in muratura con fronte inclinata svasata poggiante su zoccolo liscio dipinto in nero e racchiusa da due volute laterali in stucco bianco; oculo centrale ovale decorato a rilievo con racemi vegetali; grata interna in ferro battuto a volute e riccioli intrecciati; superfici laterali dipinte a finto marmo giallo; ripiano superiore aggettante a più cornici modanate.

Il complesso dell'altare maggiore si compone di due mense: una isolata al centro del presbiterio con paliotto ligneo e l'altra in muratura addossata ad un prospetto riccamente intagliato e dorato che divide il presbiterio dal coro retrostante. L'insieme può essere riferito alla fase tardo cinquecentesca della chiesa. Veniamo infatti a conoscenza dall'iscrizione sul cartiglio in stucco alla sommità dell'arco di trionfo che l'altar maggiore ottenne il privilegio di papa Gregorio XIII nel 1577, mentre fonti documentarie pubblicate dall'Anselmi (1890) testimoniano che, a seguito della visita nel 1597 del ministro generale dei padri conventuali Gesualdo, fu ordinata la soppressione di vari altari fatti erigere in soprannumero nella chiesa. In particolare, due di essi erano stati costruiti dietro il coro, quindi la loro rimozione comportò forse una complessiva ristrutturazione dell'altar maggiore.