Cultura

Struttura in legno dorato composta da un architrave che attraversa tutta la larghezza del presbiterio; al centro, in corrispondenza dei gradini dell'altare, esso è intagliato a racemi vegetali uscenti da un nodo; ai lati funge da chiusura orizzontale di due porte con medaglione ornato da volute e fogliami; gli stipiti delle due aperture sono costituiti da pilastri intagliati a festoni vegetali con capitelli e basi a semplici listelli.

Dall'iscrizione sul cartiglio in stucco alla sommità dell'arco di trionfo veniamo a conoscenza che l'altar maggiore della chiesa ottenne il privilegio di papa Gregorio XIII nel 1577, mentre fonti documentarie pubblicate dall'Anselmi (1890) testimoniano che nel 1597 fu ordinata la soppressione dei vari altari fatti erigere in soprannumero nella chiesa. In particolare, due di essi erano stati costruiti dietro il coro, quindi la loro rimozione comportò forse una complessiva ristrutturazione dell'altar maggiore. Esso è addossato ad un'iconostasi che divide il presbiterio dal coro retrostante, al quale si accede tramite due porte laterali (P. Santini, 1984). Tale particolare configurazione è presente nell'altar maggiore dell'ex Chiesa di Francesco ad Esanatoglia riferibile all'ambito degli Scoccianti e datato tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo ("La cultura lignea", 1999). In esso le due aperture sono munite di battenti, ma ripropongono il medesimo motivo decorativo degli intagli a festoni sugli stipiti, suggerendo una medesima datazione per l'iconostasi dell'altare di Arcevia. Il foglio di carta incollato sul retro dell'altare commemora l'anno di concessione della chiesa all'ordine francescano da parte di papa Gregorio X.