Cultura

Fialetta da essenza in cristallo incolore con corpo schiacciato a sezione rettangolare, angoli smussati e spalla arrotondata con breve collo cilindrico. Sulla faccia anteriore presenta un motivo floreale stilizzato inciso alla ruota e dorato.

Fiale come quella catalogata erano molto diffuse in tutta Europa nei secoli XVIII e XIX ed esemplari analoghi sono conservati anche al Museo di Murano con attribuzione a manifattura veneziana; anche Margherita Gobbi in una relazione sui vetri della collezione Mosca in deposito presso i Musei Civici di Pesaro (1995) assegna l'oggetto dubitativamente alla produzione di Venezia. Tuttavia le stringenti affinità con un esemplare riprodotto da Mariacher G. (1965) fanno propendere per un' attribuzione a manifattura boema. Si tratta in ogni caso della forma tipica delle fiale per essenze, riscontrabile anche in un dipinto di Pietro Longhi (1720-1785) conservato a Ca' Rezzonico a Venezia raffigurante proprio La venditrice di essenze. Relativamente all'acquisizione del pezzo da parte dei Musei Civici di Pesaro si è scelto di indicare genericamente come terminus post quem l'anno di morte della marchesa Vittoria Toschi Mosca (1885), anche se si segnala che fin dal 1877 l'illustre cittadina stilò un testamento in cui lasciava alla città il Palazzo Mazzolari da lei acquistato per collocarvi la propria collezione artistica con l'obbligo espresso di stabilirvi subito un pubblico museo rivolto alla studiosa gioventù (Barletta C.-Marchetti A., 1994).