Cultura

Due angeli alati a tutto tondo con panneggi svolazzanti sostengono l`organo; nella parte superiore un finto tendaggio nasconde in parte le canne dell'organo; sopra questo la finestra circolare è circondata da angeli e cherubini, che proseguono anche nella volta.

A quanto risulta dai documenti (G. Ligi, Congregazione dell`Oratorio di Fano, Ms. 76, Fano, Biblioteca Federiciana, 1710, c.43), la sontuosa decorazione plastica della chiesa fu affidata allo stuccatore romano Pietro Solari o Solaro, che si trovava già a Fano per realizzare, su disegno di Girolamo Rainaldi, le ornamentazioni a stucco della cappella Nolfi in Cattedrale. Egli allestì per San Pietro quella scansione che servirà poi al Viviani per i suoi affreschi e realizzò gli stucchi che scandiscono la successione delle cappelle e decorano gli archi, gli archivolti e le paraste, con festoni, conchiglie, teste di cherubini e angeli sdraiati sui cornicioni degli archi di accesso alle cappelle stesse. Secondo gli stessi documenti tale decorazione proseguì con l'opera dello scultore comasco Giorgio Ferretti che, nel 1710, eseguì un'altra schiera sconfinata di angeli in stucco nelle cantorie e nel transetto, protagonisti di danze e suoni, fluttuanti e sospesi, segni di un linguaggio che risente ancora echi del tardo barocco, ma si colloca già nel Settecento rococò. Allo stesso autore vanno riferite anche le due statue che ornano l'altare maggiore.