Cultura

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ANNUNCIAZIONE

Autore
Lotto Lorenzo 1480/ 1557

Tipo scheda
Beni Artistici (OA)

Tipo
dipinto

Descrizione

Un angelo ancora in movimento s’inginocchia per annunciare a Maria di essere stata prescelta per incarnare il Figlio di Dio. La giovane indossa la veste rossa, simbolo dell’amore e del sangue di Cristo, e il mantello blu, richiamo alla fedeltà, mentre il giglio portato in dono rappresenta la purezza e la selezione indicata nella tradizione biblica. Coerentemente con l’iconografia che si diffuse a partire dal Medioevo, la scena si svolge in una stanza interna, intima e ricca di particolari simbolici. La porta e la finestra raffigurano l’apertura al Mistero e il rapporto fra Cristo e la Chiesa, l’inginocchiatoio simboleggia la preghiera, i libri sulla mensola, la candela e il calamaio rimandano alla parola di Dio e alla scrittura del Vangelo. La clessidra sullo sgabello indica il tempo e la morte di Cristo, mentre il giardino recintato è l’emblema dell’hortus conclusus: elemento iconografico legato sia all’Immacolata Concezione di Maria sia al concepimento verginale di Gesù. La giovane attraverso il gesto delle mani aperte accetta la volontà di Dio, che alle sue spalle si manifesta su una nuvola, indicato dalla mano destra dell’angelo. Il gatto, di solito immagine del male, qui spaventato dalla presenza dell’Arcangelo rafforza l’ambientazione domestica della scena.

Nella lettera del 12 agosto 1527 destinata al Consorzio della Misericordia di Bergamo, per cui Lorenzo Lotto stava eseguendo i disegni per le note tarsie del coro della chiesa di Santa Maria Maggiore, l’artista comunica di aver rinunciato a causa di un’epidemia di peste a un viaggio già programmato nelle Marche, adempiendo agli impegni presi mediante l’invio via mare di due pale da Venezia. La testimonianza, altresì suffragata da indagini critiche e stilistiche, ha portato a indentificare la tela fra le due citate, datandola tra il 1527 e il 1528. L’ipotesi, avanzata da Bernard Berenson nel 1893 in occasione del viaggio condotto nelle Marche insieme alla moglie Mary Whitall Smith, è stata messa in dubbio da studi successivi a partire da Giorgio Mascherpa. Secondo Peter Humfrey i riferimenti alla spedizione dei dipinti andrebbero connessi ad altre commissioni documentate per quegli anni e destinate alla città di Jesi, quali la “Madonna con il Bambino e i santi Giuseppe e Girolamo” e l’“Annunciazione” per la chiesa dei Minori Conventuali di San Floriano. Il dipinto è citato per la prima volta dalle fonti nel 1601 per opera dello storico locale Francesco Angelita, il quale lo vide nell’oratorio di San Giorgio, disposto a pala d’altare della Confraternita dei Mercanti, una delle più antiche e prestigiose Compagnie della città di Recanati, cui la committenza del dipinto va probabilmente ricondotta. L’allogazione del dipinto a Lorenzo Lotto andrebbe altresì correlata al trasferimento dell’erezione confraternale attestato al 1533. Dal punto di vista stilistico, la conferma della datazione intorno agli anni Trenta è suffragata dalle consonanze compositive con il rilievo in marmo rappresentante l’“Annunciazione”, eseguito da Andrea Sansovino per la facciata ovest della basilica di Loreto, e da cui l’artista veneziano avrebbe mutuato la scelta di ritrarre la Madonna davanti a un letto a baldacchino e la presenza del gatto. D’altronde la frequentazione lauretana di Lotto, in specie tra il 1532 e 1535, è documentata dalla tela rappresentante “San Cristoforo con il Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano”. Rispetto a questa interpretazione di Louisa Chevalier Matthew, Peter Humfrey e altri studiosi hanno evidenziato come l’ambientazione della scena, l’attenzione ai dettagli, la disposizione dell’angelo - non a sinistra della Madonna ma dietro - e l’uso della luce costituiscano un evidente richiamo alla tradizione pittorica olandese, in particolare all’“Annunciazione”, vista da Lotto a Venezia in polittico, realizzata da Dieric Botus nel 1450. A tali influenze l’artista ha aggiunto un modo personale di interpretare i temi biblici in maniera maggiormente aderente al quotidiano; da ultimo, Michel Feuillet ha indagato l’adesione dell’artista alle istanze della Riforma Cattolica. Notizie sui restauri: il primo restauro documentato dell’opera è stata eseguito in occasione della mostra monografica di Palazzo Ducale a Venezia (1953) da Mauro Pellicioli, il quale provvide a una nuova foderatura della tela e alla pulitura della pellicola pittorica. Pur probabili, non sono ad oggi documentati interventi precedenti. Successivamente sono attestati esclusivamente interventi manutentivi, spesso condotti in occasione della presenza dell’opera alle numerose mostre cui ha concorso.

Soggetto
Angelo annunciante e Vergine annunciata

Datazione
sec. XVI 1533 1535 Motivo della datazione: iscrizione

Materia e tecnica
tela/ pittura a olio

Misure
Unità=cm; Altezza=166;Lunghezza=114;

Localizzazione
(MC) Recanati

Collocazione
villa Colloredo Mels - via Gregorio XII - Museo Civico Villa Colloredo Mels

Identificatore
11 - 00206893

Proprietà
proprietà Ente pubblico territoriale