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Itinerari culturali > La pittura di Lorenzo Lotto

Nato a Venezia nel 1480, Lorenzo Lotto ha contatti con le Marche nel corso di tutta la prima metà del ‘500: una scelta di lavoro la sua, al servizio di confraternite, ordini religiosi e importanti prelati come Nicolò Bonafede di Monte San Giusto, che nel corso del tempo si tramuta in una scelta di vita, culminante nella decisione di farsi oblato nella Santa Casa di Loreto.

I primi documenti che lo riguardano risalgono al 1506 e si riferiscono all’ordinazione del grande Polittico di San Domenico (Recanati, Villa Colloredo Mels) consegnato nel 1508. Tra le opere di Recanati, come la Trasfigurazione e il San Giacomo Pellegrino (Villa Colloredo Mels), il San Vincenzo Ferrer in gloria della vicina Chiesa di San Domenico e la Deposizione del 1512 di Jesi (Pinacoteca Civica), si delinea la brusca svolta stilistica del veneziano nei confronti dell’aulico e teocratico classicismo dispiegato da Raffaello nelle Stanze della Segnatura.

Negli anni successivi, in cui risiede tra Bergamo e Venezia, Lorenzo Lotto continua a inviare opere nelle Marche: sono gli anni della Madonna con Bambino e Santi Giuseppe e Girolamo (1526), dei due pannelli raffiguranti l’ Angelo Annunziante e la Madonna Annunciata, dell’incredibile Pala di S. Lucia, e della Visitazione, tutte opere conservate nella splendida cornice rococò di Palazzo Pianetti di Jesi, sede della Pinacoteca Civica .

Negli stessi anni in cui lavora per Castelplanio e Loreto, tra il 1532 circa e il 1539, l’artista risiede nelle Marche, probabilmente nel territorio maceratese. Intorno al 1531 risale la monumentale Crocifissione di S. Maria in Telusiano di Monte San Giusto. Nel 1538 il Lotto esegue per Ancona la grande Madonna e Santi, conservata nella Pinacoteca Civica accanto a uno dei capolavori del primo Tiziano, la Pala Gozzi del 1521 e sempre ad Ancona lascia una delle sue ultime opere, l’Assunta di San Francesco alle Scale del 1550, anche questa poco distante da un’altra opera dell’estrema maturità di Tiziano, la Crocifissione della Chiesa di San Domenico. E' nelle Marche quindi paradossalmente, più che a Venezia, che l'opera dei due artisti, così diversi fra loro ma di uguale monumentale statura, si intreccia in un itinerario unico e suggestivo, tra musei e chiese di Ancona.

Nel 1539 il Lotto esegue una delle sue ultime monumentali pale d’altare, la Madonna del Rosario con i quindici Misteri di Cingoli (MC, chiesa di S. Domenico) Al 1548 risale la Madonna in gloria e Santi della Chiesa Arcipretale di S. Maria di Mogliano (MC), la cui cornice originale, recentemente restaurata, è custodita nell'attigua sagrestia. 

Le opere dell’estrema maturità sono conservate nella Pinacoteca del Palazzo Apostolico di Loreto dove l’artista decide di trascorrere in solitudine gli ultimi anni della sua vita tormentata tra l'adesione alla fede cattolica e la conoscenza anche diretta dei principi della luterana: molti amici del Lotto furono infatti coinvolti nei processi da parte del Tribunale dell'Inquisizione.

 

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