Cultura

Percorsi tematici > Carrozze e portantine nelle Marche

Il museo della carrozza di Macerata: apprezzato da cultori ed appassionati per la sua peculiare capacità di documentare l’utilizzo sportivo della carrozza ai primi del Novecento, come pure per la presenza di pregevoli vetture di epoca anteriore appartenute a nobili famiglie del maceratese, il Museo della Carrozza è  frutto di una complessiva opera di catalogazione e di riordinamento della collezione.
II Museo della Carrozza è istituito dal Comune di Macerata nel 1962  in seguito alla cospicua donazione, sostenuta dal Lions Club locale, fatta dal conte Pier Alberto Conti di Civitanova Marche (1884-1968).  Il nucleo originario è costituito da sei modelli sportivi: Spider Phaeton, Mail Phaeton, Jardinière, Gran Break de Chasse, Stanhope-Gig, Break e dall'utilitaria Skeleton Break. É inclusa nella donazione una ricca serie di selle, morsi, frustini, briglie, ferri da cavallo, finimenti per attacchi a pariglia, a quattro o a sei nonché libri, manuali di ippica, stampe e fotografie d'epoca.
Negli anni a seguire si aggiungono al primo nucleo altre carrozze, sportive o di servizio, donate nel 1968 dai Ceccaroni Morotti Cambi Voglia, da Giuseppe Guarnieri-Roberti, da Giorgio Sinistrario, dalla famiglia Ciofi degli Atti  e dal maceratese Luigi Pianesi.
Il museo conserva anche una portantina a mano del Settecento adibita al trasporto di dame donata da Filippo Catellani ed una carrozza ottocentesca, modello Wourche, donata nel 1981 dalla famiglia Pietramellara.
Si sono aggiunti alla collezione anche due carrozzini da bambino risalenti agli anni Venti del Novecento (donazione Michele Volpe 1992; donazione Elia Ercoli Valentini 1993) e recentemente (2007) un calesse  appartenuto alla famiglia Grandinetti di Morrovalle. http://musei.comune.macerata.it:81/index.asp

Le carrozze del Castello Pallotta di Caldarola: il Castello Pallotta si affaccia su Caldarola creando un suggestivo quadro d'insieme dal sapore fiabesco. Già esistente nel IX sec., subì una modifica radicale verso la fine del '500 quando il cardinale Evangelista Pallotta apportò interventi necessari a ricavarne una residenza estiva. L'antico maniero conserva ancora intatte le mura, la merlatura guelfa, i cammini di ronda e il ponte levatoio.
La visita riguarda gli ambienti della residenza storica tra pian terreno e piano nobile, dove ogni arredo, ogni soprammobile, ogni minimo dettaglio è collocato nel proprio contesto originale. Gli ambienti residenziali contengono arredi del XVI e XVII sec. insieme a rivestimenti e tendaggi originali; inoltre è possibile visitare l'antica cucina, con la tipica dotazione di utensili in rame e stoviglie in ceramica e terracotta, il salone dei ricevimenti, l'elegante camera da letto, la sala da pranzo con le bellissime maioliche del '700, ed infine il delizioso salotto giallo, impreziosito dal fregio attribuito a Simone De Magistris, notevole pittore manierista. All’interno del castello, oltre a notevoli arredi sacri, alcune sale ospitano la collezione di carrozze, ovvero calessi di varia tipologia, carrozze di fine Ottocento come coupé, phaeton e victoria, e antichi finimenti.
Per l’accesso consulta www.castellopallotta.it

La Cestina Pistoiese nella quadreria Cesarini di Fossombrone: la quadreria Cesarini di Fossombrone ospita dalla fine del 2010 una carrozza pistoiese, donata al Comune da un benemerito cittadino, recuperata grazie ad un restauro conservativo e alloggiata nel “giardino di Narciso”. Si tratta di una vettura scoperta a quattro ruote e a due posti, che deve il suo nome all’omonima città toscana dove ebbe enorme diffusione sino al sopravvento delle prime automobili.
Ha la caratteristica del mantice di copertura in tela piuttosto che in cuoio, come altre parti della tappezzeria di fattura non originale. La cassa è in legno vivo, le sospensioni sono molle ellittiche, le ruote sono cerchiate in ferro ed è munita di freno e di fanali tondi. Questo esemplare è dotato di cassetta per la guida, collocata sopra il parafango a ventaglio anteriore, e di ripiano porta oggetti dietro il mantice. Si tratta di una carrozza predisposta per la guida di un solo cavallo, così come attestano le due stanghe attaccate sul davanti, che lambiscono i fianchi dell’animale.
Veniva solitamente adoperata in campagna, negli spostamenti di medici, veterinari e commessi viaggiatori, oppure per le gite in campagna di famiglie borghesi.
Al momento non è possibile ammirare la cestina pistoiese perché l’edificio è chiuso per lavori.
www.comune.fossombrone.ps.it

Berlina di gala dei marchesi Mosca, dei Musei Civici di Pesaro: la carrozza risale alla fine del XVIII secolo e faceva parte del patrimonio dei marchesi Mosca, nobile famiglia bergamasca arrivata a Pesaro a fine Cinquecento. Si tratta di una berlina di gala che fu utilizzata già nel 1772 in occasione della visita da parte di Giacomo Casanova a Pesaro, condotto dai Mosca sulle colline della città per ammirare le residenze di villeggiatura dell’aristocrazia pesarese. La carrozza diventa proprietà comunale nel 1885, con la morte della marchesa Vittoria Mosca che lascia all’Amministrazione palazzo Mazzolari Mosca con le sue ricche collezioni d’arte. Nel 1888, in occasione dell’inaugurazione del Museo Artistico Industriale voluto da Vittoria in quell’edificio, la carrozza viene collocata, tra quadri e arredi, nel salone del piano nobile attiguo all’ingresso; qui rimane fino al 1934. Custodita in stato di degrado nei depositi dei Musei Civici, nel 2003 il veicolo viene sottoposto ad un restauro che le restituisce integrità e aspetto originari, facendone uno dei rari esemplari di carrozza di gala settecentesca sul suolo regionale. Costruita per trasportare quattro persone, veniva trainata da sei cavalli. Le parti lignee sono in pioppo e abete verniciato, dorato e decorato; l’interno è tappezzato di velluto rosso damascato. La berlina è esposta al piano terra di palazzo Gradari, nell’atrio d’ingresso su via Della Rovere. Essa è attualmente visibile durante gli orari di apertura del Palazzo: www.pesarocultura.it,  www.museicivicipesaro.it

La carrozza del Museo Piersanti di Matelica: visibile in una delle sale al pianoterra di palazzo Piersanti, la carrozza dell’omonimo museo, oltre ad essere tra i pezzi più significativi della pregevole collezione settecentesca, rappresenta, sia per la tipologia sia per le soluzioni decorative, uno degli esemplari superstiti più interessanti di carrozze di epoca rococò. Riconducibile alla seconda metà del XVIII secolo, la vettura (2,18 x 5 m) è un particolare modello di calèche (elegante carrozza leggera, da passeggio o da parata, a quattro ruote) fatta realizzare per essere esibita, considerata la cura dei dettagli, in occasioni speciali e mondane.
La cassa a due sedili d’onore contrapposti, parzialmente coperta da una capote a soffio rigida in corame internamente rivestita in origine da un damasco in seta rossa, ha la peculiarità di essere sospesa sul carrabile tramite due robusti cinghioni in cuoio. Questi ultimi sono ancorati al telaio da sostegni in ferro e fermati posteriormente da due verricelli regolabili per modificare la quota dell’abitacolo. La carrozza prevede la presenza di personale di servizio: sull’alto sedile di guida anteriore detto serpa, corredato da un lungo cuscino in cuoio e da una pedana per l’appoggio, era collocato il cocchiere; mentre due valletti in piedi trovavano sistemazione sul palchetto posteriore. La completano, inoltre, un piccolo vano porta-oggetti, ricavato nella base della cassa, e predellini a base circolare. La struttura in noce massiccio del carro e quella della cassa sono caratterizzate da una raffinata decorazione ad intaglio di tralci vegetali e volute fogliacee, motivi fitomorfi riproposti in tecnica pittorica e policroma (con l’aggiunta di piccoli cammei) anche nei pannelli laterali e nel fondo posteriore dell’abitacolo, tinteggiati in verde scuro. L’attuale laccatura di color grigio è conseguente, come rilevato dal restauro terminato nel 2009, alla ridipintura eseguita nel corso dell’Ottocento a copertura dell’originale film pittorico in verde smeraldo che conferiva alla carrozza, unitamente alla chiodatura delle rifiniture in cuoio con borchie in metallo dorato, un maggiore e brillante contrasto cromatico. museopiersantimatelica@virgilio.it, www.comune.matelica.mc.it/museopiersanti/index.asp

I frammenti dipinti della Pinacoteca F. Duranti di  Montefortino: Frammenti di carrozza dipinti con giochi di putti
Pittori decoratori romani, inizio sec. XVIII, olio su tavola, portiere cm 52 x 46 e cm 53 x 47; pannelli laterali cm 76 x 36,5.
I due pannelli facevano parte della struttura di una carrozza in cui gli ovali dovevano decorare le portiere, mentre i pannelli sagomati erano disposti ai lati. La cornice bombata che circonda gli elementi ovali dovette essere aggiunta dopo lo smontaggio della carrozza, per essere trasformati in dipinti da appendere.
www.pinacotecafortunatoduranti.it, info@pinacotecafortunatoduranti.it

Per un itinerario alla scoperta di portantine nelle Marche si segnalano anche:
- Ostra (An), Museo Civico   www.sistemamuseale.provincia.ancona.it/musei/ostra.htm
- Senigallia, Museo Pio IX   www.pionono.it

Legenda

Sede museale
"Città di Ostra " - Pinacoteca Comunale - OSTRA
 
Museo Pio IX -Palazzo Mastai - SENIGALLIA
 
Complesso museale: Pinacoteca Civica “F. Duranti” – Museo d’Arte sacra – Museo faunistico dei Monti Sibillini - MONTEFORTINO
 
Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi - MACERATA
 
Museo “V. F. Piersanti” - MATELICA
 
Quadreria Cesarini. Casa Museo - FOSSOMBRONE
 
I Musei Civici di Palazzo Mosca - PESARO
 
Castello Pallotta - CALDAROLA


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