Il progetto si prefiggeva lo scopo di verificare se questa importante normativa fosse stata correttamente ed efficacemente applicata e avesse quindi contribuito a un salto di qualità dei livelli di sicurezza e salute nelle imprese.
I quattro obiettivi fondamentali che l’intervento si proponeva di raggiungere su scala nazionale e regionale erano:
1. Obiettivo valutativo: a livello di singole realtà territoriali, regionali, nazionali per capire come viene applicato il 626, quali siano le criticità e quali azioni dovranno essere intraprese per correggere ciò che non funziona in modo adeguato.
2. Obiettivo trasformativo sui problemi sostanziali e non formali: è stato il tentativo di entrare dentro i meccanismi organizzativi delle singole aziende per capire se veramente qualche cosa è cambiato, in positivo, nel modo di gestire la sicurezza, operando, rispetto alle singole aziende per ottenere un miglioramento delle criticità.
3. Obiettivo di formazione e motivazione degli Operatori dei Servizi PSAL delle Aziende USL: la 626 ha posto anche gli operatori ilnuovo compito il misurarsi non solo con gli oggetti materiali (le macchine, gli impianti….) o con le grandezze misurabili (come la polvere, il rumore, i fumi), ma anche con i problemi organizzativi: la formazione, l’informazione, la partecipazione e, più in generale, con i “processi” aziendali di gestione della sicurezza. E’ stato pertanto necessario mettere in atto processi per modificare l’approccio ai problemi della vigilanza e controllo.
4. Obiettivo “effetto alone”: attraverso la messa a disposizione di tutti gli attori del processo preventivo all’interno ed all’esterno delle aziende, di uno strumento di riferimento pratico-operativo (già oggi, utilizzato, ad esempio, da alcuni studi di consulenza, distribuito da alcune associazioni datoriali ai loro associati, usato anche dagli RLS come strumento per un’autovalutazione interna, usato dai Servizi ASL anche al di fuori delle aziende facenti parte del campione).