PSR 2014-2022

Programma di sviluppo rurale Regione Marche 2014-2022

Aree rurali

 

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) Marche 2014-2020 interviene in alcune zone del territorio marchigiano. Tra queste ci sono le aree rurali che, a livello regionale, sono suddivise in:

  • aree urbane (A) ovvero Ancona, Pesaro e Ascoli Piceno, dove l’agricoltura occupa territori di corona e dove si concentrano le attività industriali agroalimentari e le strutture di trasformazione e commercializzazione della produzione agricola
  • aree rurali intermedie (C): si tratta delle zone prevalentemente collinari della Regione e comprendono 183 comuni
  • aree rurali con problemi di sviluppo (D): sono i 41 comuni appenninici, zone scarsamente popolate e con una bassa quota di aziende con attività extragricole, compensata dalla presenza di agricoltura diffusa di tipo intensivo e da una grande varietà di habitat naturali  che arricchiscono queste zone sotto il profilo ambientale

 

Le aree C comprendono un vasto territorio con caratteristiche fisiche e socio-economiche molto diverse tra di loro, per cui si è reso necessario suddividere ulteriormente questa zona in:

  • C1 – aree rurali intermedie industrializzate (50 comuni)
  • C2 – aree rurali intermedie a bassa densità abitativa (95 comuni)
  • C3 – aree rurali intermedie con vincoli naturali (38 comuni)

 

Approfondimenti 

Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Marche.

Accordo di partenariato 2014-2020.

Piano strategico nazionale.

Elenco dei Comuni delle aree rurali.

 

 

Per conoscere la normativa di riferimento, visita la pagina dedicata.

 

Aree Leader

 

Leader promuove lo sviluppo sostenibile delle aree rurali con un approccio dal basso (bottom up o Clld – Community led-local development ovvero Sviluppo locale di tipo partecipativo - Sltp), elaborato in base ad aspettative, idee, progetti e iniziative della popolazione locale. L’approccio Leader consente, quindi, ai cittadini marchigiani e a tutti i soggetti locali interessati (associazioni, gruppi di interesse economico-sociali, enti pubblici e privati) di esprimersi e partecipare attivamente agli orientamenti del territorio in materia di sviluppo rurale, con la possibilità di partire proprio dalla loro visione, dalle loro aspettative e fabbisogni e dai loro progetti. Questo sistema consente di realizzare e sperimentare un approccio territoriale integrato di qualità, nel quale la coesione sociale, la concertazione e la trasparenza nei processi decisionali sono l’elemento innovativo dell’attuazione dei programmi di sviluppo rurale che permette di raggiungere obiettivi ben precisi:

  • coinvolgere la popolazione in sistemi di partecipazione attiva
  •  far emergere idee e sviluppare iniziative
  •  creare consenso e una rappresentanza equa di tutti i gruppi di interesse
  •  delegare il potere decisionale a livello locale

 

Le aree Leader, individuate dalla Regione, sono comprese nelle fasce collinari e montane e, in particolare, nelle aree rurali D (con problemi di sviluppo), C3 (intermedie con vincoli naturali) e C2 (intermedie a bassa densità abitativa). Si tratta di aree rurali con problemi di sviluppo e spiccati caratteri di ruralità ovvero dove è presente una maggiore necessità, in termini economici e sociali, di soluzioni che prevedano un approccio partecipativo e un coinvolgimento attivo della cittadinanza. In questo modo, il territorio regionale viene coperto per il 78,6% e include tutte le aggregazioni territoriali con una densità abitativa più bassa.

 

L’approccio Leader viene realizzato attraverso la costituzione di Gruppi di azione locale (Gal) che hanno il compito di elaborare e realizzare la strategia di sviluppo rurale definita nel Programma di sviluppo rurale (PSR) Marche 2014-2020, condivisa con il territorio e definita nei Piani di sviluppo locale (Psl).

In particolare, nella regione Marche lo sviluppo locale di tipo partecipativo è finanziato solo dal Fondo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). Sebbene ai Psl siano assegnati solo risorse finanziarie del Feasr, i Gal che effettuano interventi di sviluppo rurale complementari a quelli del Psl possono canalizzare sui loro progetti sia finanziamenti di altri Fondi strutturali e di investimento europei (Sie), come il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse) sia finanziamenti nazionali (statali, regionali, ecc.). Per i territori che rientrano anche nell’elenco delle aree interne della regione, i Gal posso tenere conto di quanto previsto nell’Accordo di programma quadro (Apq).

 

Il PSR finanzia in queste zone progetti che riguardano la cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune, condividere impianti e risorse e sviluppare la commercializzazione del turismo (sottomisura 16.3) e sostiene lo sviluppo locale con contributi alle diverse fasi di progettazione:

  • fase preparatoria (sottomisura 19.1)
  • esecuzione degli interventi (sottomisura 19.2)
  • preparazione e realizzazione delle attività di cooperazione (sottomisura 19.3)
  • gestione operativa e azioni di animazione per l’attuazione dei piani di sviluppo locale (Psl) (sottomisura 19.4)

 

Approfondimenti

Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Marche.

Visita il sito della Rete europea per lo sviluppo rurale.

Per conoscere la normativa di riferimento, visita la pagina dedicata.

 

cartina dei Gruppi di Azione Locale della regione Marche

 

Zone montane

 

La regione Marche può essere suddivisa in fasce parallele che, partendo dalla costa verso l’interno, vede un progressivo aumento dei rilievi, dando alla regione una conformazione prevalentemente collinare e montuosa.

Tutti i comuni e le aree montani della regione ricadono nelle aree D (aree rurali con problemi di sviluppo) e C3 (aree rurali intermedie con vincoli naturali) e qui si concentrano la maggior parte delle aree protette e dei siti Natura 2000. Infine, tutte le zone di montagna rientrano tra le aree svantaggiate che rivestono un ruolo fondamentale per la regione per il loro patrimonio ambientale e naturalistico e per la presenza di produzioni e tradizioni alimentari tipiche.

 

Le aree montane stanno vivendo, però, un periodo di spopolamento e la quota di popolazione più giovane non è in crescita. Basti pensare, ad esempio, che le aree montane che rientrano nelle aree C3 hanno meno di 60 abitanti per km quadrato. Questi trend negativi stanno indebolendo le aree montane marchigiane e, in molto casi, compromettono il mantenimento dei sistemi socio-economici locali. Ciò si traduce in: poche imprese attive, peggioramento dei servizi alla popolazione, ostacoli alla permanenza di operatori economici e alla permanenza o all’insediamento dei giovani e delle loro famiglie. Inoltre, come tutte le aree D, nelle zone montane si rileva una minore presenza di strutture sanitarie e scolastiche, con un differenziale, rispetto alle altre aree regionali, tendenzialmente in crescita e un maggiore pendolarismo verso i luoghi di studio o di lavoro.

 

La conseguenza principale è il progressivo abbandono dei pascoli con effetti negativi di tipo economico e ambientale: l’abbandono della zootecnia estensiva causa il degrado della qualità ecologica degli ambienti e l’aumento dei rischi ambientali, tanto che la perdita di biodiversità sta diventando permanente in alcune zone a causa della progressiva riforestazione di pascoli abbandonati.

 

Per contenere il fenomeno dell’abbandono è necessario:

  • sostenere la permanenza delle attività agricole e zootecniche, anche con azioni che siano in grado di coinvolgere gruppi di agricoltori e allevatori verso una innovativa gestione collettiva dei pascoli montani (ad esempio, aggregazioni di filiera) e con azioni a sostegno del ricambio generazionale
  • sostenere pratiche colturali e di allevamento a basso impatto ambientale che abbiano effetti positivi anche nei confronti della biodiversità naturale e agraria
  • valorizzare le potenzialità produttive delle foreste, anche per il mantenimento dell’assetto idrogeologico e la tutela del suolo
  • migliorare la rete viaria e i servizi

 

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) Marche 2014-2020 finanzia azioni e progetti per le aree montane. Per approfondire i tipi di investimenti previsti, consultare la sezione dedicata alle misure del PSR.

 

Approfondimenti

Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Marche.

Per conoscere la normativa di riferimento, visita la pagina dedicata.

Zone svantaggiate

 

Le zone soggette a vincoli naturali, denominate anche zone agricole svantaggiate, comprendono sia le zone montane (comuni delimitati dall’art.3, par.3 della Dir. 268/75) che le zone soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle zone montane (comuni delimitati dall’art.3, par.4 della Dir. 268/75 così come ridefinite e aggiornate nel 2020 con il decreto ministeriale n. 6277 dell’8 giugno 2020).

 

Le zone montane rientrano tra le aree svantaggiate a causa di una forte limitazione della possibilità di utilizzare le terre a causa di:

  • condizioni climatiche difficili, dovute all'altitudine, che si traducono in un periodo vegetativo breve
  • esistenza di forti pendii che rendono impossibile la meccanizzazione o richiedono l’impiego di materiali speciali onerosi.

In queste zone l'attività agricola è necessaria per assicurare la conservazione dell'ambiente naturale.

 

Le zone soggette a vincoli naturali significativi diverse dalle zone montane presentano territori agricoli omogenei per quanto riguarda le condizioni naturali di produzione e hanno le seguenti caratteristiche:

  • terre poco produttive, poco idonee alla coltura e all'intensificazione, con scarse potenzialità che possono essere migliorate solo affrontando spese eccessive
  • terreni che si prestano soprattutto all'allevamento estensivo
  • scarsa densità o regressione demografica di una popolazione che dipende principalmente dall'attività agricola
  • zone che hanno svantaggi specifici e nelle quali il mantenimento dell'attività agricola è necessario per la conservazione dell'ambiente naturale e la vocazione turistica o per motivi di protezione costiera.

 

Le zone svantaggiate sono costituite da territori comunali interi e aree sub comunali. Dopo l’aggiornamento del 2020, i comuni marchigiani possono essere classificati in 5 categorie:

  • ordinario (nessun comune)
  • interamente montano (70 comuni)
  • interamente soggetto a vincoli naturali significativi diverso dalla zona montana (72 comuni)
  • parzialmente montano (2 comuni)
  • parzialmente soggetto a vincoli naturali significativi diverso dalla zona montana (7 comuni)

Nella regione Marche, quindi, rientrano nella categoria delle zone soggette a vincoli naturali 151 comuni: queste zone rappresentano il 73% del territorio e comprendono circa il 48% della popolazione regionale.

 

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) Marche 2014-2020 prevede per queste zone il pagamento di indennità per compensare gli agricoltori per gli svantaggi subiti dalla produzione agricola. In generale, quindi, il PSR finanzia le azioni che possono far superare le difficoltà territoriali in modo da concorrere sia alla redditività aziendale che alla qualità ambientale. Ciò consente di dare continuità alla presenza di agricoltori e allevatori in queste zone evitando lo spopolamento e garantendo il presidio del territorio.

 

Approfondimenti

Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Marche.

Rete rurale: atlante della regione Marche.

Elenco Comuni svantaggiati.

 

Per conoscere la normativa di riferimento, visita la pagina dedicata.

Aree interne

 

Le aree interne sono quella parte di territorio che si trova a una distanza significativa dai centri di offerta dei servizi essenziali. Di norma, i territori che fanno parte delle aree interne sono collocati in aree rurali intermedie (aree C) e con problemi di sviluppo (aree D).

Nella regione Marche il 45% dei comuni, ovvero 106 comuni su 236, rientrano in aree interne: lontani dai servizi essenziali e con problemi di trend demografici ed economico/occupazionali. Nella maggior parte dei casi, si tratta di comuni appenninici (esclusi Urbino, Fabriano e Camerino), tra i quali solo 25 sono territori periferici. Tutti i comuni marchigiani che rientrano nelle aree interne sono aree rurali C3 e D e sono stati inseriti nelle aree interne per i particolari problemi riscontrati in termini di:

  • densità di popolazione, in calo, e spopolamento
  • anzianità della popolazione: più del 25% supera i 64 anni
  • disponibilità di strutture sanitarie e scolastiche: grado elevato di marginalità
  • quota di popolazione attiva e reddito medio pro capite nettamente inferiori alla media regionale delle altre aree rurali
  • rilevanza del settore agricolo rispetto agli altri settori economici: poche attività industriali e terziario quasi assente

 

Le aziende agricole presenti in queste zone si caratterizzano per avere dimensioni aziendali ampie collegate a ordinamenti intensivi, spesso legati alla zootecnia. Unica eccezione è l’area interna della zona di Ascoli Piceno dove sono presenti molte piccole aziende.

Si rimanda al Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Marche per conoscere il dettaglio delle aree interne marchigiane, tenendo conto che la definizione di queste aree non è conclusa e, quindi, nuovi territori potrebbero venire aggiunti nei prossimi anni.

 

Le caratteristiche peculiari delle zone interne marchigiane fanno sì che, oltre ai finanziamenti previsti dal PSR 2014-2020, sia necessario contribuire anche con i finanziamenti previsti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Feasr) per le Marche e con risorse nazionali aggiuntive per i settori sanitario, scolastico e dei trasporti.

 

Il PSR, in particolare, finanzia in queste zone progetti che riguardano i servizi di base e il rinnovamento dei villaggi (misura 7) con investimenti per:

  • riuso e riqualificazione dei centri storici e creazione di micro reti di distribuzione di energie rinnovabili (sottomisura 7.2)
  • infrastrutture di accesso alla fibra ottica (sottomisura 7.3.A) e miglioramento dei servizi ICT (sottomisura 7.3.B)
  • creare, migliorare o ampliare servizi di base e infrastrutture, comprese le attività culturali e ricreative (sottomisura 7.4) e turistiche (sottomisura 7.5)
  • restauro e riqualificazione del patrimonio culturale e naturale (sottomisura 7.6.A)

 

Per approfondire i tipi di investimenti previsti, consultare la pagina dedicata.

 

 

Approfondimenti

Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della regione Marche.

Accordo di partenariato 2014-2020.

Piano strategico nazionale.

 

Per conoscere la normativa di riferimento, visita la pagina dedicata.

 

 

cartina delle aree interne della regione Marche

Aree Natura 2000

 

Natura 2000 (N2000) è il principale strumento della politica dell'Unione europea (Ue) per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Ue, istituita per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari.

La rete N2000 è costituita dai Siti di interesse comunitario (Sic) suddivisi in Zone speciali di conservazione (Zsc) e Zone di protezione speciale (Zps). Non si tratta necessariamente di riserve protette, nelle quali le attività umane sono escluse, anzi: alle aree agricole sono legate specie animali e vegetali rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l'agricoltura non intensiva. Soggetti privati, quindi, possono essere proprietari di siti N2000.

 

Nella regione Marche i siti N2000 sono suddivisi in 76 Sic e 28 Zps, per una superficie totale di 142.700 ettari (15% del territorio), nei quali la Superficie agricola utilizzata (Sau) è pari al 14% e la superficie forestale è pari al 33%. Questi siti si caratterizzano per la presenza di una forte varietà di habitat, da una parte, e, dall’altra, di attività agricole, zootecniche e forestali che hanno evidenti difficoltà di esercizio dovute sia alla necessità di rispettare le norme conservative ambientali e il sistema complesso di autorizzazioni che ne deriva sia alla convivenza con la fauna selvatica protetta.

Il dettaglio dei siti N2000 del territorio marchigiano è consultabile sul sito Rete Natura 2000 Marche.

 

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) Marche 2014-2020 prevede per le aree N2000 una serie di investimenti, a valere su diverse misure:

  • investimenti in immobilizzazioni materiali non produttivi a finalità ambientale (sottomisura 4.4)
  • sostegno per la stesura e l’aggiornamento dei piani di gestione dei siti N2000 (sottomisura 7.1)
  • supporto alla tutela della biodiversità della rete N2000 (sottomisura 7.6.B)
  • sostegno per azioni collettive per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico e per il miglioramento dell’ambiente (sottomisura 16.5)

 

Infine, per gli agricoltori e gestori delle aree N2000 e proprietari e possessori privati di superfici forestali che rientrano in queste aree, sono previste delle indennità o pagamenti compensativi (sottomisura 12.1 e 12.2).

 

 

Approfondimenti

Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della regione Marche.

Rete Natura 2000.

Natura 2000.

 

Per conoscere la normativa di riferimento visita la pagina dedicata.

 

Cartina delle aree Natura 2000 della regione Marche

Parchi e aree protette

 

Nei parchi e nelle aree protette della regione Marche si trova la maggior parte degli habitat più importanti per ricchezza di piante, animali, ecosistemi e paesaggi.

 

Il sistema di aree naturali della regione è composto da:

  • 2 parchi nazionali (Monti Sibillini; Gran Sasso e Monti della Laga)
  • 1 parco interregionale (Sasso Simone e Simoncello)
  • 3 parchi naturali regionali (Conero; Monte San Bartolo; della Gola della Rossa e di Frasassi)
  • 3 riserve naturali statali (Montagna di Torricchio; Abbadia di Fiastra; Gola del Furlo)
  • 3 riserve naturali regionali (Ripa Bianca; Sentina; del Monte San Vicino e Monte Canfaito)

per una superficie complessiva di più di 80mila ettari pari al 9,54% della superficie regionale. Per il dettaglio delle aree naturali regionali vedi la sezione dedicata.

 

In linea con la Strategia europea della biodiversità (Seb) e la Strategia nazionale della biodiversità (Snb), la Regione si è dotata della Rete ecologica Marche (Rem), strumento di analisi, interpretazione e gestione della realtà ecologica regionale da mettere a disposizione dei vari livelli di programmazione e pianificazione del territorio per integrare la conservazione della biodiversità con le politiche di sviluppo.

 

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) Marche 2014-2020 prevede per i parchi e le aree protette della Regione una serie di investimenti:

  • per il restauro e la riqualificazione del patrimonio culturale e naturale (sottomisura 7.6.A)
  • per azioni collettive per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico e per il miglioramento dell’ambiente (sottomisura 16.5)

 

Approfondimenti

Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020 della regione Marche.

 

Per conoscere la normativa di riferimento visita la pagina dedicata.

 

Cartina dei parchi e delle riserve naturali della regione Marche

Cratere sisma

 

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) 2014-2020, versione 3.1, ha destinato alle zone del cratere sismico risorse aggiuntive e riservate, provenienti dal trasferimento di solidarietà previsto dalla Conferenza Stato-Regioni del 22 giugno 2017.

I  comuni del cratere sono 85 e appartengono prevalentemente alle province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo e alla provincia di Ancona, limitatamente ai comuni di Cerreto d’Esi e Fabriano.

I comuni che rientrano nel cratere sismico sono il 36,9% del totale di comuni marchigiani e coprono il 42,3% del territoriale regionale. Il cratere ricade tutto in area rurale, con la sola esclusione del polo urbano di Ascoli Piceno, e ricomprende una parte ampia di territorio, classificata come svantaggiata, in cui vi è una porzione considerevole di zone interne e montane.

 

Approfondimenti

Per conoscere la normativa di riferimento e la legge del 15 dicembre 2016, n. 229 visita la pagina dedicata.