Il Territorio
Circa l’89% del territorio della Regione Marche è costituito da aree collinari o montane, ricoperte in gran parte (circa il 30%) da boschi. Negli ultimi anni sono stati condotti, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, studi che hanno riguardato gli aspetti geomorfologici, botanici e climatici del territorio regionale. A seguito della elaborazione dei dati così ricavati il C.F.S. ha prodotto la carta del rischio incendi boschivi, dalla quale in pratica si rileva, per ogni zona del territorio, quanto sia elevato il rischio incendi boschivi. (link con la cartina del rischio incendi)
Il fenomeno degli incendi è strettamente collegato con l’andamento delle stagioni e con le condizioni meteorologiche. Nelle Marche gli incendi si sviluppano principalmente nel periodo estivo, mentre in alcune altre regioni è molto importante anche il numero degli incendi che si sviluppano nelle stagioni invernali caratterizzate da scarsa piovosità.
Normativa regionale
L’atto fondamentale che stabilisce le linee di indirizzo di tutte le attività connesse con la lotta contro gli incendi boschivi nella Regione Marche, in attuazione della legge 353 del 21/11/2000, è la Delibera Giunta regionale n. 792 DEL 10/07/2017 con la quale si approva il "Piano Regionale per la programmazione delle attività di previsione e prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi" e i cui contenuti sono stati integralmente confermati anche per l’anno 2020 dalla DGR 823 del 29/06/2020.
Il volontariato A.I.B.
Per fornire un adeguato supporto al Corpo Forestale dello Stato ed al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nelle attività di bonifica dei luoghi percorsi da incendio e, nel tempo, anche nelle attività di spegnimento, il servizio ha in corso di attuazione un programma specifico per la formazione del volontariato di protezione civile.
L’attività connessa con gli incendi boschivi è, ovviamente, una attività a rischio ed è quindi necessario che gli operatori sia adeguatamente formati e dotati di dispositivi di protezione individuale (D.P.I.). sono stati dunque realizzati (e continueranno ad essere organizzati) numerosi corsi di addestramento-formazione di I° e II livello per i volontari, dando la priorità a quelli appartenenti ai territori maggiormente esposti al rischio, e, ai volontari così addestrati, sono stati forniti i necessari D.P.I..
Ad oggi si può contare su circa 550 volontari distribuiti sul territorio regionale, e, per ottimizzarne l’intervento, si è lavorato per definire, in collaborazione con le Comunità Montane che sono gli Enti nel cui territorio si trovano la maggior parte delle zone a rischio, procedure di allertamento e di reperibilità.