Deliri

Le informazioni inserite in questa pagina sono a cura del Gruppo di Miglioramento Area Demenze; Anno 2018.

Credere cose che non sono vere. La persona delirante insiste sul fatto che qualcuno sta cercando di fargli del male o di rubargli qualcosa. Dice che i componenti della famiglia non sono chi dicono di essere o che la casa non è la propria. Non sono semplici sospettosità, ma delle vere convinzioni.

 

COME SI MANIFESTANO

Maria (persona con demenza) si aggira molto agitata per la stanza: ” Dove è la mia borsa, c’è il denaro.…dove è? L’avevo messo qui.” “Me l’hai rubato tu” dice Maria indicando la figlia Angela. Angela risponde con tono molto arrabbiato: “ Io non rubo la tua roba. Non ti ricordi dove lasci le cose. Perdi sempre le tue cose” “Lo so che l’hai rubato tu!” “Non ho preso la tua borsa!” risponde urlando Angela “Smettila! Sei tu che perdi continuamente le cose perché non ti ricordi dove le lasci!” Maria spinge violentemente Angela e si allontana urlando.

 

REAZIONE DEL MALATO

Maria esprime una marcata ansia, angoscia e rabbia. Il suo deficit di memoria, la scarsa consapevolezza e capacità critica la porta a pensare che non trovando un oggetto per lei prezioso sicuramente le è stato rubato. Accusa inevitabilmente la figlia che vive con lei. Si arrabbia molto perché si sente ingannata.

 

REAZIONE DEL FAMILIARE

Angela essendo accusata ingiustamente dalla madre prova indignazione, si sente gravemente offesa e manifesta una intensa rabbia. Non tiene conto che l’accusa è un sintomo della malattia stessa.

I NOSTRI CONSIGLI

Alcuni sintomi della malattia come le dimenticanze, la confusione, il disorientamento, insieme all’inconsapevolezza di essere malato, possono generare delle convinzioni errate. La persona con demenza quando non trova un oggetto personale spesso può sviluppare la convinzione che gli sia stato rubato. Se non ricorda che un suo familiare è deceduto da tempo (genitori, sorelle, fratelli, coniuge), potrebbe cercarlo come se fosse ancora vivo e si dispiacerà moltissimo se le verrà detto che è deceduto. Per il malato sarà come ricevere la notizia per la prima volta con le inevitabili reazioni emotive, in alcuni casi anche catastrofiche.

Quando, in maniera sempre più agitata, la persona dice di voler andare a “casa sua” perché non riconosce la sua abitazione, per “casa sua” intenderà la casa dell’infanzia, confondendo il tempo che ricorda (la sua infanzia) con il tempo attuale.

  • Insistere sulla convinzione errata, potrebbe aumentare l’angoscia del malato e favorire delle condotte aggressive. In questi casi è utile evitare di contraddire la persona con demenza ma bensì entrare nella sua realtà. Ritornando all’esempio per meglio affrontare la situazione può essere utile prendere in considerazione che in quel momento Maria è molto agitata e impaurita per la scomparsa della sua borsa e quindi assecondarla cercandola insieme. Rassicurare la persona malata con un tono gentile e affettuoso: “Non ti preoccupare. Anch’io perdo le cose, ma poi le ritrovo. Cerchiamola insieme. È sicuramente qui da qualche parte”.  Questa rassicurazione tranquillizzerà la malata e la farà sentire compresa e aiutata a ritrovare l’oggetto smarrito.
  • Nel caso in cui il malato cerca delle persone familiari decedute, può essere utile, anche qui non contraddirlo e dire che arriveranno più tardi o che sono in viaggio. Per quanto riguarda la ricerca della casa della propria infanzia, anche in questo caso è bene non contraddirlo: “Hai ragione questa non è la casa in cui vivevi tempo fa.  Ora siamo qui. Non pensi che stiamo bene qui? Questa casa è confortevole”. Subito dopo cercare di distrarlo proponendogli di fare qualcosa che gli piace, come mangiare un gelato, fare uno spuntino, vedere delle foto, ascoltare della musica. Proporre una qualsiasi situazione piacevole per il malato.