Le informazioni inserite in questa pagina sono a cura del Gruppo di Miglioramento Area Demenze; Anno 2018.
Uno dei sintomi non cognitivi, della demenza BPSD (Sintomi Comportamentali e Psicologici della Demenza), sono i sintomi secondari, cioè espressione del tentativo di adattamento del soggetto ai sintomi cognitivi ed al deficit di funzionamento che ne consegue.
Tra i diversi sintomi troviamo l’ANSIA.
Es.: al tramonto Edda, mia madre inizia ad essere ansiosa, è agitata e gira per casa guardando fuori le finestre, si stropiccia le mani, cerca la giacca che non trova e vuole tornare a casa sua……le dico che siamo già a casa, lei insiste nel dire che vuole la sua giacca che, secondo lei, le abbiamo nascosto e vuole tornare a casa….. si arrabbia, anche con i nipotini (che erano il suo cuore) che non capiscono il perché e la guardano spaventati dal suo anomalo modo di fare…….Tutti i giorni così, non so che fare, mi sento sconfitta…..
COME SI MANIFESTA:
L’ANSIA può essere libera o associata a fobie, come l’idrofobia delle fasi avanzate; di norma si esprime con:
Eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute o paura immotivata di restare senza risorse economiche (comportamenti esageratamente parsimoniosi, pseudocollezionismo) o di restare soli.
Richiesta continua di informazioni su un evento futuro(S: di Godot).
Irritabilità, irrequietezza, agitazione psicomotoria (torcersi le mani, cantilenare) ed aggressività.
Labilità emotiva: rapida fluttuazione del tono dell’umore e facilità eccessiva a passare dalla commozione improvvisa all’immediato ripristino dell’umore di bas.e
Agitazione: attività fisica o verbale/vocale inappropriata, non conseguente ai bisogni o alla confusione della persona.
Aggressività verbale e/o fisica, quale attacchi fisici, minacce, distruzione intenzionale di oggetti, reazioni catastrofiche.
Comportamento motorio aberrante, wandering, affaccendamento finalistico.
Fenomeno del “sundowning” caratterizzato dal peggioramento della sintomatologia al tramonto del sole e comunque in tutte le situazioni di passaggio da una buona illuminazione ambientale ad una illuminazione scarsa. E’ allegato ad una alterata percezione ambientale che provoca aumento della confusione fino a generare illusioni e allucinazioni. Determina ansia, agitazione e aggressività, attività motoria e verbale (vagabondaggio, urla), oppositività e reazioni catastrofiche.
Disturbi del sonno, caratterizzati da inversione del ritmo sonno-veglia, agitazione notturna, insonnia e frammentazione del sonno.
Disturbi dell’alimentazione: voracità, iperfagia, variazioni nelle preferenze alimentari, tendenza ad ingerire sostanze non commestibili.
REAZIONE DEL MALATO
La persona malata perde le autonomie, ha una alterazione delle attività quotidiane è agitata, irrequieta, irritabile, arrabbiata, confusa, disorientata, insicura è incapace di comunicare e comprendere i cambiamenti, è spaventa.
REAZIONE DEL FAMILIARE
L’ansia del malato, l’inguaribilità della demenza, la possibilità di non essere più da lui riconosciuti, la maggiore necessità di intervento medico e farmacologico e spesso la difficoltà nel seguirlo adeguatamente, generano paura, stanchezza, disagio, senso di impotenza e di colpa, irritabilità, frustrazione,di tristezza, di sentimenti di inadeguatezza in chi assiste il demente. rendono difficile la vita del caregiver e di tutto il nucleo familiare con conseguente perdita della vita sociale, dello studio, del lavoro e della salute.
Per la cura della persona con demenza si pone, per carattere di malattia cronica che riveste, come cura a lungo termine che progressivamente impone la ricerca di soluzioni sempre più articolate di fronte all’emergenze di bisogni progressivamente più complessi. Il carattere degenerativo e progressivo della demenza e il suo perdurare nel tempo comportano, infatti, inguaribilità di molti suoi aspetti, con la produzione di disabilità fisica, accompagnandosi ad instabilità clinica, provocando nel tempo un coinvolgimento in senso patologico del nucleo familiare.
L’obiettivo principale non è la guarigione ma la promozione del benessere della persona e del suo nucleo familiare.
Per trattamento non farmacologico si intendono accorgimenti relativi all’organizzazione degli ambienti di vita che circonda il soggetto e soprattutto accorgimenti particolari relativi alla relazione con la persona.
I NOSTRI CONSIGLI
· Tenere sempre presente le esperienze di vita e la storia della persona demente.
· Cercare di coglierne al meglio bisogni e necessità.
· Trovare sempre nuovi canali comunicativi secondo l’aggravarsi della malattia
· Conversare con lui ed ascoltarlo.
· Indurre il malato a sentirsi ben accettato, amato, dargli affetto, sicurezza.
· Tranquillizzarlo, evitare di spaventarlo, evitare situazioni stressanti, non rimproverarlo degli errori e/o dell’incapacità di fare e/o di ricordare, non chiedergli mai più di ciò che riesce a fare, gratificarlo.
· Dedicargli tutto il tempo di cui ha bisogno, avere pazienza, mai fare il confronto di come era e come è ora.
· Stimolare l’attività fisica, lavoretti domestici (es. piegare i panni), hobby e occupazioni.
· Rendere sicuro l'ambientale apportando modifiche gradualmente, senza stravolgimenti, secondo la progressività della malattia es.: eliminare tappeti, segnaletica per il riconoscimento delle varie stanze, garantire la presenza di sistemi di sicurezza per il gas o piastre elettriche dotate di temporizzatore, in bagno docce senza scalini e antiscivolo maniglioni di appoggio….., e tutto ciò che può essere o può diventare pericoloso per lui, incrementare l’illuminazione non riflettente ne abbagliante, evitare i rumori e suoni disturbanti, etc. etc.
· Se necessario utilizzare tecnologie elettroniche che allertino familiari e/o badanti della presenza di acqua a pavimento, etc.,etc…..
· Rivolgersi sempre al personale specializzato nel settore per avere aiuto, per una adeguata terapia farmacologica del paziente e per l’ accettare alla nuova dolorosa situazione. Molti care-giver si rivolgono anche ai Cafè Alzheimer e/o ad altre associazioni di auto aiuto.