Le informazioni contenute in questa pagina sono a cura di: Simona Luzzi.
La persona affetta dalle malattie che conducono a demenza percorre una lunga strada. Molte delle malattie sono lente e di lunga durata. Oggigiorno sappiamo che prima di sviluppare la demenza in senso stretto, la persona attraversa diverse fasi in cui sono presenti dei lievi disturbi cognitivi, a volte rilevati solo dalla stessa persona che si sente “diversa”. I familiari nelle prime fasi di malattia non si accorgono dei disturbi presenti perché sono talmente sfumati e lievi che non producono, di fato, problemi o alterazioni nel funzionamento sociale.
Le diverse fasi di questa lunga storia le riassumiamo di seguito:
-Disturbo cognitivo soggettivo: è questa la prima fase che può durare anche anni in cui la persona si rende conto di essere “meno efficiente” od avere maggiori difficoltà in specifiche attività. Spesso tutto esordisce con la sensazione che la propria memoria sia meno efficiente. In questa fase la persona affetta è in grado di superare queste piccole incertezze, a volte aiutandosi con ausili (scrive la lista della spesa, scrive gli appuntamenti in un taccuino etc) ed il suo funzionamento è perfettamente normale. I familiari non si accorgono di nessun cambiamento, poiché al di là del fatto che ci sono piccole dimenticanze o altri piccoli disturbi non ci sono ripercussioni nella vita quotidiana. Usualmente anche il medico specialista, se interpellato, non è in grado di giungere a conclusione, perché gli accertamenti diagnostici sono negativi. In particolare, anche la valutazione delle funzioni cognitive risulta nei limiti di norma. Per tale motivo questo disturbo viene definito come “soggettivo”; ne ha coscienza la persona affetta, ma tutti coloro che sono a contatto con lui, sia familiari che medici, non sono in grado di rilevare oggettivamente che vi è un chiaro e sicuro deficit cognitivo.
-Disturbo neurocognitivo minore o disturbo cognitivo lieve (Mild cognitive Impairment o MCI): in questa fase il soggetto mostra un disturbo cognitivo più importante. Il disturbo cognitivo che riferisce, però, è tuttora e lieve e spesso isolato, e non compromette il suo funzionamento sociale.
Solitamente anche il familiare si accorge della inefficienza cognitiva; ad esempio, nota delle dimenticanze, nota delle lievi difficoltà nell’orientamento spaziale e piccole modifiche del linguaggio, con difficoltà a rievocare alcune parole. Quando giungono all’attenzione del medico specialista, questi indagherà con una valutazione cognitiva. Diversamente dalla precedente condizione, la valutazione evidenzierà che ci sono problemi in un determinato ambito cognitivo (es. disturbo di memoria). La persona però è ancora del tutto autonoma nella vita quotidiana.
-Disturbo neurocognitivo maggiore o demenza: in questa fase la persona manifesta due o più problemi cognitivi e comincia ad aver bisogno di aiuto da parte di terzi nelle attività di vita quotidiana. Ad esempio, dimentica di assumere la terapia e commette errori tali che il familiare deve aiutarlo.
Anche questa fase è particolarmente lunga e solitamente viene divisa in tre fasi:
- Demenza lieve: la perdita dell’autonomia è lieve e i problemi cognitivi o comportamentali sono sfumati; sebbene alcune attività siano eseguite in maniera meno efficiente e con l’aiuto di un familiare, di fatto il paziente è in grado di gestirsi e provvedere, ad esempio, all’igiene e alla cura della persona.
- Demenza moderata: i disturbi cognitivi diventano più imponenti ed il soggetto perde l’ autonomia in diverse attività complesse della vita quotidiana
- Demenza grave: la persona affetta è quasi totalmente dipendente da terzi in tutte le attività quotidiane, anche semplici ed i disturbi cognitivi sono molto evidenti e aboliscono la capacità di critica e giudizio;
- Fase terminale: in questa fase la persona mostra severi e gravi deficit cognitivi e generalmente è allettata con difficoltà a muoversi in maniera volontaria e necessita di totale supporto da parte di altre persone.