Disturbi neuropsichiatrici e psicocomportamentali

GESTIONE DEI  DISTURBI COMPORTAMENTALI CRONICI NELLE DEMENZE


Le seguenti informazioni sono tratte dal testo elaborato dal gruppo di miglioramento Area Demenze coordinato dalla Dr.ssa Cristina Paci nel corso del 2018 e riguardano consigli relativi alla gestione dei disturbi comportamentali nelle demenze.

 

 

TRATTAMENTO DEI DISTURBI PSICO-COMPORTAMENTALI

L’intervento farmacologico per il controllo dei disturbi psico-comportamentali prevede l’impiego di farmaci antidepressivi, ansiolitici, neurolettici/antipsicotici e ipnoinducenti.

Questi farmaci, tuttavia, spesso hanno un’efficacia modesta e possono produrre effetti collaterali anche gravi nella persona malata; devono dunque essere usati con cautela e sotto stretto controllo medico ed in generale non costituiscono l’unica scelta nell’affrontare l’emergenza di un disturbo comportamentale.

Molti dati della letteratura evidenziano che i problemi comportamentali possono essere ridotti in intensità e frequenza se opportunamente gestiti anche da interventi di tipo ambientale/relazionale.

Sebbene infatti i disturbi del comportamento siano un vero e proprio sintomo della malattia, essi possono anche essere considerati come l’esito delle difficoltà cognitive della persona malata, che riducono le sue capacità di comprensione e di comunicazione determinando situazioni di frustrazione e disagio che si manifestano appunto attraverso dei comportamenti disturbati.

L’ambiente di vita della persona malata può modulare questa dinamica, aggravando o supportando le difficoltà del malato.

Spesso, infatti, i disturbi psico-comportamentali vengono innescati da una incomprensione ambientale (ad esempio, un brusco cambiamento di ambiente come un ricovero ospedaliero o un trasloco) o comunque da condizioni ambientali sfavorevoli per la persona malata come ad esempio un ambiente eccessivamente confusivo. In questi casi, la situazione ambientale aggrava il senso di smarrimento del malato, che esprime il suo disagio con reazioni di rabbia ed agitazione.

Viceversa, determinate condizioni ambientali e relazionali possono supportare le difficoltà del malato.  Ciò avviene quando l’ambiente è stabile e routinario, quando l’aiuto che viene offerto è adeguato al livello di gravità della malattia e quando la persona viene coinvolta nelle attività quotidiane sentendosi utile ed attiva.

La giusta conoscenza e comprensione di tutto questo permette la messa in atto, da parte del familiare, di una serie di adattamenti soggettivi, di attività quotidiane e modificazioni ambientali che possono ridurre il disagio e che partecipano a contenere il senso di disorientamento, di paura e di confusione correlate alle difficoltà che il malato affronta.

Per affrontare al meglio la situazione è basilare per il familiare non spaventarsi, mantenere la pazienza e la flessibilità, assecondare, evitare comportamenti ostinati/oppositivi, farsi aiutare.  Altrettanto importante è che il familiare possa ritagliarsi del tempo per sé, libero dall’assistenza, in cui potersi “ricaricare” e riavvicinarsi quindi al proprio congiunto malato con energia, pazienza e creatività.

 

Questo opuscolo si è avvalso di queste riflessioni per elaborare delle strategie non farmacologiche di prevenzione e fronteggiamento dei disturbi comportamentali, che siano specifiche e differenziate in base alle diverse manifestazioni sintomatiche.

E’ importante sottolineare che l’uso di queste strategie non si pone in contrasto con l’impiego dei farmaci per il controllo del comportamento; molto spesso, anzi, l’intervento più efficace è quello che associa terapia farmacologica e non farmacologica. Agire però solo farmacologicamente significa privarsi di strumenti utili per aiutare la persona malata e la sua famiglia.

I suggerimenti di questo opuscolo non vanno in nessun modo intesi dal familiare come prescrizioni cui aderire rigidamente; essi rappresentano infatti degli spunti di riflessione o comunque delle linee di direzione verso cui orientarsi.

Al di là della malattia, il familiare è infatti il principale depositario di una conoscenza ricca e feconda riguardo alla persona malata; la sua presenza nella vita quotidiana è il principale strumento di cura e di valutazione dell’utilità degli interventi.

L’opuscolo va dunque letto- ed è stato scritto- per poter dare alcuni suggerimenti che possano essere adattati alla realtà particolare di ogni malato e della sua famiglia; la loro utilità deve essere verificata “sul campo”, senza rigidità e dogmatismi.

Crediamo infatti che la migliore cura possibile per le persone con demenza nasca dall’incontro delle conoscenze medico-scientifiche con un sapere privato, unico ed irripetibile, che ogni famiglia custodisce al suo interno.

Di seguito verranno affrontati i principali disturbi del comportamento che possono manifestarsi nelle persone affette da demenza, essi sono riassunti in questa tabella e verranno trattati successivamente uno a uno, arricchendoli con esempi provenienti dalla nostra pratica clinica, cercando di mettere in luce i diversi punti di vista del paziente e del familiare e le loro più comuni reazioni emotive.

 

Deliri

Crede cose che non sono vere. Per esempio insiste sul fatto che qualcuno sta cercando di fargli del male o di rubargli qualcosa. Dice che i componenti della famiglia non sono chi dicono di essere o che la casa non è la sua. Non sono  semplici sospettosità, ma delle vere convinzioni.

Allucinazioni

Vede o sente cose che non esistono o che non sono presenti.

Aggressività

Presenta periodi durante i quali rifiuta di collaborare o durante i quali non si lascia aiutare dagli altri. Si irrita con chi cerca di assisterlo o resiste ad attività come il bagno e il cambio dei vestiti. Tenta di far male o di colpire gli altri.

Agitazione psicomotoria

Appare agitato, irrequieto, teso soprattutto in alcuni momenti della giornata come la sera o in situazioni non abituali.

Depressione/disforia

Sembra essere triste o depresso. Dice di sentirsi depresso.

Ansia

E’ molto nervoso, allarmato, spaventato senza veri motivi. Sembra molto teso o agitato. E’ impaurito dal rimanere lontano dal familiare.

Apatia/indifferenza

Non è interessato al mondo che lo circonda. Ha perso interesse nel fare le cose o è meno motivato o iniziare cose nuove. Non partecipa alle conversazioni o alle faccende di casa.

Disinibizione

Sembra agire impulsivamente senza pensarci.  Fa o dice cose che di solito non faceva o non diceva in pubblico. Fa cose imbarazzanti.

Irritabilità/labilità

Si irrita o si arrabbia con facilità. Il suo umore è molto variabile. E’ impaziente in modo anormale.

Attività motoria aberrante

Cammina continuamente, ripete continuamente le stesse azioni come aprire gli armadi o i cassetti oppure spostare oggetti o attorcigliare le stringhe o i lacci.

Disturbi del sonno

Si alza e vaga per la casa durante la notte, si veste e si sveste, disturba il sonno dei familiari.

Disturbi dell’appetito e dell’alimentazione

Presenta alterazioni dell’appetito, della abitudini alimentari. Presenta variazioni di peso.