Agitazione psicomotoria

Le informazioni inserite in questa pagina sono a cura del Gruppo di Miglioramento Area Demenze; Anno 2018.

Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) l’agitazione è definita come un’eccessiva attività motoria associata a una sensazione di tensione interna.. Questa attività motoria è in genere, ma non sempre, non intenzionale, non finalizzata, non produttiva e ripetitiva  (come camminare avanti e indietro, continuare a muoversi sulla sedia o ad alzarsi, dimenarsi, torcersi le mani una con l’altra, tirare i vestiti).  Sebbene i comportamenti aggressivi e violenti non siano costantemente presenti, l’agitazione psicomotoria può aumentare il rischio che le persone facciano del male a sé stesse o agli altri.

Cohen-Mansfield e Billing (1986) suggeriscono che l’agitazione è un comportamento inappropriato sul piano verbale, vocale o motorio, non giustificato da bisogni evidenti da parte dell’osservatore. L’agitazione si manifesta in tre tipi di comportamento: fisicamente aggressivo, non fisicamente aggressivo, agitato verbalmente. La frequenza dei comportamenti agitati è relata all’aumento della compromissione della funzionalità cognitiva nell’anziano. Le persone con demenza mostrano comportamenti che indicano una disfunzionalità nell’interazione persona-ambiente:

Incapacità di riconoscere oggetti che erano noti

Incapacità di riconoscere la funzione degli oggetti e come usarli

Incapacità di riconoscere familiari e amici

Comportamenti ripetitivi

Reazioni catastrofiche.

Il modello di Hall & Buckwalter (Progressively Lowered Stress Threshold model) del 1987 ipotizza che con l’avanzamento della demenza, la soglia tra il comportamento di base (normale) e agitato si restringe.L’aumento nella compromissione delle aree del cervello che elaborano gli imput sensoriali espone la persona ad un maggior rischio di mettere in atto un comportamento agitato. La quantità e l’intensità di stimoli stressogeni contribuisce quindi al rischio complessivo di un comportamento agitato. Con il progredire de deterioramento cognitivo l’agitazione può così aumentare. L’aumento dell’ansia si osserva nella perdita di contatto oculare e nel tentativo di evitare lo stimolo stressogeno (ad esempio allontanarsi dalla folla). Durante una giornata, normalmente i pazienti alla mattina presentano un livello di stress più basso. Poi lo stress aumenta durante il giorno finché, nel pomeriggio, supera la soglia sfociando in un comportamento agitato. Questo modello è stato creato con lo scopo di insegnare ai caregivers ad organizzare le osservazioni, a prendere decisioni, a pianificare la cura minimizzando o prevenendo i comportamenti agitati attraverso una riduzione nell’ambiente di ciò che può innalzare i livelli di stress.

Tipi di stimoli stressogeni:

Fatica

Cambiamenti nella routine , nel caregiver o nell’ambiente

Richieste interne od esterne cui la persona non riesce a rispondere

Stimoli complessi o multipli

Stress fisico (malattie concomitanti, effetti collaterali ai farmaci)

Perdita di persone care.

 Le implicazioni pratiche del modello sono che il comportamento può essere usato come barometro per valutare la tolleranza del paziente allo stress, infatti, l’intervento sull’agitazione è più efficace se attuato prima che il paziente raggiunga il picco nel livello di stress.

 

COME SI MANIFESTA

Maria racconta :”Lucio (il marito) di solito è tranquillo in casa, anche se non si interessa più di nulla, l’unica cosa che cerca è la mia presenza, ma la cerca costantemente  e insistentemente  … ; se mi allontano da casa, anche solo per poco tempo, magari il tempo per fare la spesa, diventa irrequieto, comincia a camminare in casa come un leone in gabbia e ripete incessantemente il mio nome, alza la voce , proprio lui che non lo ha mai fatto, non vuole altri; figli, nipoti, amici di lunga data, diventano per lui presenze ostili se al suo fianco non ci sono io; …La tensione in casa sale, i figli si sentono smarriti e frustrati, cercano di convincerlo che sto arrivando ma lui incalza ancora con le domande, non si arrende e gira affannosamente per tutta casa, urla ancora più forte….poi arrivo io e Lucio torna alla sua calma che io chiamo calma piatta perché  è indifferente ormai a tutto e dico a tutto… fuorchè alla mia assenza”.

 

REAZIONE DEL MALATO

Il malato può manifestare  vari comportamenti quali: eccessiva spinta a parlare o a muoversi, presenza di uno stato di eccitamento, di ostilità o di scarsa disponibilità a collaborare con le altre persone, irritabilità, difficoltà a controllare gli impulsi, comportamenti distruttivi. Tali manifestazioni non sono tutte necessariamente presenti: le espressioni e le caratteristiche delle crisi variano da una persona all’altra. Lo stato di agitazione può comparire improvvisamente oppure instaurarsi in modo progressivo, attraverso un processo che viene definito escalation della crisi.

 

REAZIONE DEL FAMILIARE

I clinici e i ricercatori, insieme alla società civile, da un po’ di tempo si sono fortunatamente interessati alle difficoltà che incontra una persona che si prende cura di un parente con un deterioramento cognitivo.  Da questo interesse è nata la consapevolezza  che il caregiver per il ruolo cruciale che svolge, è egli stesso un individuo fragile.

Di fronte agli stati di agitazione psico-motoria del suo caro gli stati emotivi del caregiver vanno dal sentirsi spaventato, al senso di impotenza, a volte di rabbia e di frustrazione, in un’escalation che lo vede costantemente preoccupato di non essere adeguato nel di trovare una strada per evitare questa situazione.

 

I NOSTRI CONSIGLI

  • Cercare di cogliere precocemente i primi segni di stress psico-fisico che come si è detto spesso rappresentano la causa scatenante degli stati di agitazione.
  • E’ auspicabile cercare di creare un clima di serenità, evitare di focalizzarsi sul tentativo di spiegare al soggetto affetto da demenza che il suo comportamento non è adeguato e non giustificato perché ciò alimenta lo stato di agitazione.
  • E’ preferibile distoglierlo dal clima e dalla situazione che lo sta agitando.
  • Nel tempo si formerà nel caregiver anche una sorta di esperienza circa le situazioni che tendono ad agitare e destabilizzare la tranquillità del soggetto con demenza  e ciò sarà di aiuto per mettere in atto strategie di prevenzione.
  • Si consiglia per esempio di non concentrare nelle ore serali attività impegnative, evitando luoghi affollati (esempio centri commerciali o supermarket) e non familiari al soggetto con demenza.