Che cosa s'intende per demenza

Le informazioni contenute in questa pagina sono a cura di: Simona Luzzi.

La demenza è una sindrome clinica caratterizzata da disturbi cognitivi e comportamentali che compromettono l'autonomia funzionale della persona affetta.

Si tratta quindi di un termine generico che indica semplicemente che la persona affetta manifesta dei problemi cognitivi, quali ad esempio disturbo di memoria, di linguaggio, oppure disturbi comportamentali come aggressività, apatia.

Non costituisce pertanto una malattia specifica ma una sorta di “termine ombrello” che racchiude al suo interno molti disturbi cognitivi di diversa natura.

Sinonimi di demenza, ormai in disuso sono i termini a volte ancora utilizzati di “invecchiamento senile”, “involuzione senile”, “decadimento cognitivo”, “sindrome involutiva”.

Tutti questi termini sono vecchi modi di definire la demenza e si utilizzavano in passato per definire delle condizioni di “non normalità e non autosufficienza” in una persona di età adulto-anziana.

Infatti, il concetto di invecchiamento senile, etimologicamente privo di significato in sé (“senile”= vecchio, da cui invecchiamento - invecchiamento), indica in maniera molto approssimativa che un soggetto è invecchiato “in maniera particolarmente accentuata” rispetto ai suoi coetanei.

La demenza è una condizione diversa nel suo modo di esordire e procedere rispetto all’invecchiamento fisiologico.

La persona anziana può presentare delle modificazioni delle sue funzioni cognitive e delle prestazioni cognitive, ma conserva integra l’autonomia.

Sebbene una persona anziana e sana, se paragonata ad un soggetto giovane, possa mostrare una velocità di ragionamento inferiore e maggiori difficoltà nel rievocare nomi di persone o fare calcoli mentali, di fatto la sua capacità di ragionamento, la sua memoria per eventi significativi, il suo linguaggio, la sua capacità di orientarsi e provvedere a se stesso in autonomia sono integre.

Nella demenza si assiste nel corso del tempo ad una progressiva perdita di autonomia, a causa della inefficienza sempre maggiore di determinate funzioni cerebrali.

Oggigiorno il termine di demenza è spesso sostituito da altri vocaboli, quali “deterioramento cognitivo” o “disturbo neurocognitivo maggiore”. Essi sono più aderenti alla realtà ed indicano che determinate funzioni cerebrali vengono meno, in una persona che ha correttamente acquisito il proprio patrimonio cognitivo.

Pertanto queste condizioni di cui parleremo in queste pagine, riguardano sempre il soggetto adulto od adulto-anziano e mai il bambino.

Nel bambino possono essere presenti alterazioni cognitive, ma hanno un substrato e una genesi diversa e sono attenzionate da specialisti dedicati alla diagnosi e cura dei bambini, quali pediatri e neuropsichiatri infantili e psicologi dell’età evolutiva.