Fondi Europei

di Andrea Maria Antonini

Da una parte la volontà di ripartire dopo il Covid, dall’altra la difficoltà di operare a causa dell’impennata dei costi di produzione e delle materie prime, dei tassi d’interesse. Lo scorso anno la Banca d’Italia certificava che la richiesta di credito delle aziende marchigiane era cresciuta del 2% rispetto ai 12 mesi precedenti con il dato maggiore (4,2%) che arrivava dal settore manifatturiero. Dopo anni contrassegnati dal sostegno pubblico in epoca Covid la ritrovata espansione delle attività ha fatto registrare un maggior fabbisogno di liquidità. Il tutto si è aggravato con la crisi energetica e la successiva guerra tra Russia e Ucraina. E a rimetterci, come al solito, sono le pmi. Sempre Bankitalia dice che i prestiti sono stati erogati soprattutto alle aziende di maggior dimensione mentre si è ridotto (-0,9%) in quelle più piccole. Ciò spesso avviene per mancanza di garanzie. È proprio per questo che siamo conviti che occorre sostenere il sistema dei Confidi. Uno strumento che ci è stato di grande utilità anche in casistiche straordinarie come nel caso dei territori colpiti dall’alluvione. Un evento devastante che ha imposto la massima velocità d’azione per rimettere in piedi il tessuto socio economico in ginocchio tra fango e distruzione. Da quando abbiamo approvato la nuova programmazione comunitaria 2021-2027 il nostro intento è stato quello di informare, quanto più possibile in termini di chiarezza e diffusione del messaggio, tutti i potenziali interessati a questi strumenti. L’obiettivo è togliere le Marche dalla situazione di “Regione in transizione” (“verso il basso”, aggiungo io) e riportarla tra le aree più sviluppate del Paese. Per questo dobbiamo cercare il sostegno dell’imprenditoria, per questo dobbiamo essere capaci di essere visti dal mondo economico come alleati snellendo la burocrazia, semplificando i percorsi, agevolando e sostenendo i processi di innovazione e ricerca.