Sulla base delle indicazioni previste dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 relativa al “Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico”,
la Regione Marche ha adottato la DGR n. 635 del 20/06/2016 “ Approvazione ai fini del raggiungimento dell'intesa con la Presidenza del Consiglio de i Ministri (Dipartimento di Protezione Civile) ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 685 del 14 gennaio 2014, del "Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico -Allegato 2 Elementi del Piano regionale di emergenza”, che individua, tra l’altro, il modello organizzativo per la gestione delle emergenze.
A tal proposito in generale il luogo preposto per la gestione delle emergenze a livello provinciale è rappresentato dalle SOI (Sale Operative Integrate), mentre il livello intermedio tra Comune e Regione, in situazioni legate a particolari tipologie di evento, oltre all’attivazione dei COC (Centri Operativi Comunali) e delle SOI, può prevedere su richiesta del Direttore del Dipartimento regionale di protezione civile (sentito il Prefetto della provincia interessata) l’attivazione di Centri Intercomunali o COM (Centri Operativi Misti), con il compito di supporto ai COC istituiti, nonché di raccordo per gli interventi di soccorso e superamento della fase emergenziale.
In particolare sulla base delle Indicazioni operative per l’individuazione dei Centri operativi di coordinamento e delle Aree di emergenza del 31 marzo 2015, indicazioni adottate ai sensi dell'articolo 5, comma 5, della legge n. 401/2001,
I centri di coordinamento strutturano la loro attività per Funzioni di supporto, intese come forma organizzativa di coordinamento per obiettivi, tale da porre in essere le risposte operative alle diverse esigenze che si manifestano nel corso di un’emergenza. Le Funzioni di supporto si raccordano tra di loro per il raggiungimento degli obiettivi operativi. Alle attività delle Funzioni di supporto concorrono tutti i soggetti ordinariamente competenti, adeguatamente coinvolti e preparati attraverso appositi programmi di formazione ed addestramento. Nella pianificazione di emergenza deve essere individuato il coordinatore del centro di coordinamento tra le Amministrazioni competenti e ciascuna Funzione deve essere affidata al coordinamento di un responsabile individuato tra il personale degli Enti e delle Amministrazioni competenti per materia e operanti sul territorio. In caso contrario, tali figure, dovranno essere messe a disposizione dalle Amministrativi territoriali sovraordinate, secondo il principio di sussidiarietà
Viene di seguito riportato uno schema generale delle Funzioni di supporto attivabili in particolare in un centro di coordinamento COM, fermo restando che il numero, la consistenza e gli obiettivi delle Funzioni di supporto da attivare dipendono tuttavia sia dalle specifiche situazioni emergenziali, sia dalla sostenibilità dell’impegno da parte degli Enti e delle Amministrazioni responsabili per il relativo livello di pianificazione.
Il C.O.M. è la struttura che rende operative le linee strategiche definite a livello provinciale, attraverso il coordinamento delle risorse da impiegare negli ambiti comunali di riferimento dei C.O.C.
L’attivazione dei C.O.M. è suggerita dalla necessità di organizzare gli interventi delle risorse provinciali o di altre provenienti dall’esterno in modo capillare sul territorio interessato da un evento calamitoso, ovvero di recepire in modo immediato le diverse esigenze provenienti dai Comuni afferenti al C.O.M. stesso.
Al fine di rendere tempestivamente operativi i C.O.M. in emergenza è anche necessario formalizzare la scelta attraverso un atto ufficiale tra questa Amministrazione regionale e gli Enti interessati.
L’atto di formalizzazione deve essere anche trasmesso alle sedi centrali degli Enti gestori di servizi pubblici operanti sul territorio provinciale, nonché ad ogni Ente, Organizzazione ed Associazione, anche di volontariato, che possa essere coinvolta nella gestione di un evento calamitoso.