Protocollo ITACA
Il Protocollo Itaca, elaborato nell’ambito del processo internazionale denominato Green Building Challenge, è un sistema di valutazione della sostenibilità energetico-ambientale degli edifici introdotto ed approvato nel 2004 dal Gruppo di Lavoro Interregionale in materia di Bioedilizia. Oltre alle Regioni e ad ITACA (Istituto per l’innovazione e la trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale-http://www.itaca.org/valutazione_sostenibilita.asp) c’è la partecipazione di iiSBE-Italia (International Initiative for a Sustainable Built Environment - www.iisbeitalia.org) e dell’ ITC-CNR (Istituto per le Tecnologie della costruzione–Istituto Nazionale delle Ricerche- www.itc.cnr.it).
Il sistema Protocollo Itaca è caratterizzato da una serie di regole condivise a livello nazionale per la definizione di progetti con caratteristiche di bioedilizia, e si configura al tempo stesso come una federazione di protocolli di valutazione regionali nella quale si condivide uno standard comune consentendo al tempo stesso l’adattamento al contesto locale. L’ultima versione del Protocollo nazionale è del 2011 ed è composto da 34 criteri. La principale novità è la predisposizione, oltre che di un Protocollo per Edifici Residenziali, anche di un Protocollo per Uffici, in linea con la direttiva comunitaria 2010/31/CE che prevede per il 2020 consumo quasi "zero" per gli edifici pubblici.
La maggior parte delle Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto) hanno aderito al Protocollo Itaca e in alcuni casi lo hanno scelto come strumento di riferimento per promuovere la sostenibilità ed erogare incentivi economici a chi costruisce in bioedilizia.
Di recente, nel corso del 2015 è stata elaborata la Prassi di Riferimento UNI/PdR 13:2015, quale “evoluzione” del Protocollo Itaca, elaborata da uno specifico tavolo tecnico attivato presso Uni e coordinato dalla Regione Marche. La PdR tenderà a sostituire Itaca diventando lo strumento di riferimento nazionale per tutte le Regioni.
Protocollo ITACA Marche
La Regione Marche, attraverso la L.R. n.14/2008 “Norme per l’edilizia sostenibile, ha adottato il sistema di certificazione volontaria denominatoITACA Marche rivolto sia agli edifici residenziali, nonché agli edifici non residenziali.
Il Protocollo Itaca Marche Sintetico, composto da n.15 criteri, è stato utilizzato nell’ambito di alcuni programmi ERP, nonché in relazione agli incentivi volumetrici introdotti dalla L.R. 22/2009 e s.m.i. (Piano Casa) “Interventi della Regione per il riavvio delle attivita’ edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l`occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”.
Il Protocollo Itaca Marche Completo composto da n.49 criteri è il riferimento per il processo di certificazione energetico-ambientale come descritto nella DGR n. 1689 del 19/12/2011. E’ inoltre utilizzato nell’ambito degli incentivi di tipo fiscale (riduzione oneri urbanizzazione) già introdotti dalla L.R. n.14/2008 (oggi abrogata a favore della L.R. n.17/2015).
· La struttura regionale competente PF Energia cura l’aggiornamento del sistema di valutazione nonché l’elenco dei certificatori abilitati per la certificazione degli edifici.
· Presso l’ERAP-Presidio di Ancona (Piazza Salvo d'Acquisto n.40 - www.erap.an.it -
E-mail:sportello.bioedilizia@erap.an.it) è stato istituito lo Sportello Bioedilizia. La struttura si configura come luogo dell´informazione, della consulenza alla progettazione, della formazione e della sperimentazione per l'edilizia sostenibile secondo il Protocollo ITACA - Marche.
La Regione Marche, nel decennio 2003-2013, ha introdotto iltema della “sostenibilità energetico-ambientale” nei programmi per l’Housing sociale, utilizzando i criteri dei diversi “Protocolli Itaca” elaborati nel corso degli anni sia a livello nazionale che regionale. Complessivamente sono stati programmati, nel decennio,oltre 1000 alloggi sociali con “requisiti Itaca”per oltre 110 milioni di euro di contributi. Di questi il 65% sono alloggi di nuova costruzione, il restante 35% oggetto di interventi di recupero.